Opera in IV parti su libretto di Temistocle Solera, tratto da “Nabuchodonosor”, dramma di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornue, musica di Giuseppe Verdi.

Prima rappresentazione: Teatro “La Scala” di Milano, 9 marzo 1842 con Giorgio Ronconi e Giuseppina Strepponi.

 

Personaggi:

Nabucco, re di Babilonia (baritono)
Ismaele, nipote di Sedecia re di Gerusalemme (tenore)
Zaccaria, gran pontefice degli Ebrei (basso)
Abigaille, schiava, creduta figlia primogenita di Nabucco (soprano)
Fenena, figlia di Nabucco (mezzosoprano)
Il Gran Sacerdote di Belo (basso)
Abdallo, vecchio ufficiale del re di Babilonia (tenore)
Anna, sorella di Zaccaria (soprano)

 

Gli interpreti principali della prima rappresentazione: 

Nabucodonosor (baritono) Giorgio Ronconi
Ismaele (tenore) Corrado Miraglia
Zaccaria (basso) Prosper Dérivis
Abigaille (soprano) Giuseppina Strepponi
Fenena (mezzosoprano) Giovannina Bellinzaghi

 

Trama: 

Epoca storica: intorno al 587 circa a.C.

Parte I: Gerusalemme,

Nel Tempio di Gerusalemme, i Leviti e il popolo lamentano la sorte degli Ebrei, assediati dal re di Babilonia, Nabucodonosor.
Il profeta Zaccaria incoraggia piuttosto irruentemente la sua gente presentando un prezioso ostaggio, Fenena, figlia
di Nabucodonosor, che affida in custodia ad Ismaele, nipote del re di Gerusalemme.
Il giovane ama la prigioniera, la vuole liberare e fuggire con lei perché, in passato, mentre si trovava a Babilonia, era prigioniero ed era stato liberato proprio da Fenena.

Giunge Abigaille, idem innamorata di Ismaele e minaccia la sorella di riferire al padre, ma tacerà se Ismaele rinuncerà a Fenena e amerà la stessa Abigaille.

Nabucodonosor, a capo del suo esercito, è deciso a saccheggiare Gerusalemme, e Zaccaria, per fermarlo, minaccia di uccidere Fenena: Ismaele riesce a consegnarla salva, nelle mani di Nabucodonosor che sfoga la sua ira imprigionando gli Ebrei e facendo incendiare il Tempio di Salomone.

Parte II: L’empio.

Abigaille trova una pergamena che attesta le sue umili origini di schiava.
Nabucco nomina reggente Fenena, che ordina di liberare tutti gli Ebrei.
Abigaille accetta il consiglio del Sacerdote di Belo di impossessarsi della corona.

Zaccaria, prigioniero degli Assiri in Babilonia con tutto il suo popolo sollecita Iddio a parlare attraverso il suo labbro e incontra Fenena che ha deciso di convertirsi al Dio degli Ebrei.
I Leviti maledicono Ismaele perché li ha traditi, ma Anna, sorella di Zaccaria, lo difende: il giovane infatti ha salvato un’Ebrea, perché la figlia del re nemico, Fenena, si è convertita alla “Legge”.

Nabucco è creduto morto in guerra e Abigaille pretende da Fenena la corona, ma il re ritorna e se la riprende.
Deride il Dio di Babilonia, che avrebbe spinto i Babilonesi a tradirlo, e il dio degli Ebrei, (Jehova).
Esige di essere adorato come l’unico Dio, un fulmine scende sulla sua testa e la corona cade mentre il re comincia a mostrare segni di follia.
La corona viene subito raccolta da Abigaille che si autonomina regina a difesa dell’Assiria.

Parte III: La profezia.

Il Gran Sacerdote di Belo consegna ad Abigaille la sentenza di condanna a morte degli Ebrei, e la regina si finge incerta sul da farsi.
All’arrivo di Nabucco, spodestato, dà ordine di ricondurlo nelle sue stanze.
Lo invita a porre il suggello regale sulla sentenza di morte degli Ebrei.
Nabucco la accontenta, ma subito vede il nome di Fenena nell’elenco dei condannati; Abigaille, implacabile, afferma che nessuno potrà salvarla e gli ricorda di essere anch’essa sua figlia, ma il re conferma la sua vera condizione di schiava.
Abigaille fa a pezzi la pergamena che attesta la sua origine.
Il re chiama le sue guardie ma esse lo arrestano, obbedendo alla nuova regina.
Preda di confusione e impotenza, Nabucco chiede perdono ad Abigaille e invoca pietà per Fenena.

Sulle sponde dell’Eufrate gli ebrei, sconfitti e prigionieri, ricordano con nostalgia e dolore la cara patria perduta (coro: “Va’, pensiero, sull’ali dorate”).

Il Pontefice Zaccaria li incita a non piangere come femmine imbelli e profetizza una dura punizione per il loro nemico: il Leone di Giuda sconfiggerà gli Assiri e distruggerà Babilonia.

Parte IV: L’Idolo infranto.

Nabucco, tornato in sé, si affaccia alla loggia e vede con raccapriccio Fenena in catene.
Disperato e rendendosi conto di essere prigioniero, si inginocchia al Dio di Giuda invocando il suo aiuto e chiedendogli perdono.
Subito, sopraggiunge il fedele ufficiale Abdallo con un numero di soldati, che gli offre la spada (“Il brando tuo”) e l’aiuto a riconquistare il trono.

Nel corteo degli Ebrei, Zaccaria conforta Fenena e la fanciulla si prepara a godere delle gioie celesti.

Nabucco, alla testa delle sue truppe, ordina di infrangere la statua di Belo e, miracolosamente, «l’idolo cade infranto da sé»: tutti gridano al «divino prodigio».

Nabucco concede la libertà agli Ebrei e ordina al popolo d’Israele di costruire un tempio per il suo Dio grande e forte, “il solo degno di essere adorato”.

Mentre tutti, Ebrei ed Assiri, s’inginocchiano invocando l’«Immenso Jehova», entra Abigaille sorretta da due guerrieri: la donna si è avvelenata e chiede il perdono degli uomini e di Dio prima di morire.
Zaccaria rivolge a Nabucco l’ultima profezia: «Servendo Jehova, sarai de’ regi il re!».

 

Brani noti: 

Sinfonia
D’Egitto là sui lidi, cavatina di Zaccaria (parte I)
Mio furor, non più costretto, (finale parte I)
Ben io t’invenni, o fatal scritto!… Anch’io dischiuso un giorno, recitativo e aria di Abigaille (parte II)
Vieni, o Levita, preghiera di Zaccaria (parte II)
S’appressan gli istanti, finale (parte II)
Donna, chi sei? duetto tra Nabucco e Abigaille (parte III)
Va, pensiero, sull’ali dorate, coro degli ebrei (parte III)
Dio di Giuda! preghiera di Nabucco (parte IV)

 

Incisioni note: 

Gino Bechi, Maria Callas, Luciano Neroni, Amalia Pini, Gino Sinimberghi Vittorio Gui Warner Classic

Paolo Silveri, Caterina Mancini, Antonio Cassinelli, Gabriella Gatti, Mario Binci Fernando Previtali Fonit Cetra

Ettore Bastianini, Margherita Roberti, Paolo Washington, Miriam Pirazzini, Gastone Limarilli Bruno Bartoletti Myto

Cornell MacNeil, Leonie Rysanek, Cesare Siepi, Rosalind Elias, Eugenio Fernandi Thomas Schippers MetOpera

Ettore Bastianini, Mirella Parutto, Ivo Vinco, Anna Maria Rota, Luigi Ottolini Bruno Bartoletti G. O. P.

Tito Gobbi, Elena Souliotis, Carlo Cava, Dora Carral, Bruno Prevedi Lamberto Gardelli Decca

Giangiacomo Guelfi, Elena Souliotis, Nicolaj Ghiaurov, Gloria Lane, Gianni Raimondi Gianandrea Gavazzeni Nuova Era

Matteo Manuguerra, Renata Scotto, Nicolaj Ghiaurov, Elena Obrazcova, Veriano Luchetti Riccardo Muti EMI

Piero Cappuccilli, Ghena Dimitrova, Evgenij Nesterenko, Lucia Valentini Terrani, Plácido Domingo Giuseppe Sinopoli Deutsche Grammophon

Paolo Gavanelli, Monica Pick-Hieronimi, Paata Burchuladze, Anna Schiatti, Gilberto Maffezzoni Anton Guadagno Koch Schwann

Renato Bruson, Marija Hulehina, Ferruccio Furlanetto, Elena Zaremba, Fabio Armiliato Daniel Oren Valois

Leo Nucci, Dimitra Theodossiou, Riccardo Zanellato, Anna Maria Chiuri, Bruno Ribeiro Michele Mariotti  C Major

Amartüvshin Enkhbat, Saoia Hernández, Michele Pertusi, Annalisa Stroppa, Ivan Magrì Francesco Ivan Ciampa Dynamic

 

 

 

 

LE RIFLESSIONI di Lauretta:

Nabucco (il titolo originale completo è “Nabucodonosor”) è la terza opera lirica di Giuseppe Verdi ed è quella che ne ha decretato il successo, consacrandolo quale “Simbolo dell’Unità d’Italia”.

Secondo una critica:

“È stata spesso definita come l’opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell’epoca avevano la condizione politica simile a quella degli Ebrei soggetti al dominio babilonese. Questa interpretazione però fu il risultato di una lettura storiografica retroattiva che, alla luce degli avvenimenti storici occorsi, volle sottolineare in senso risorgimentale l’attività artistica del compositore.

La lettura fu incentrata soprattutto sul famosissimo coro” Va’, pensiero, sull’ali dorate”, intonato dal popolo ebraico, ma il resto del dramma è invece incentrato sulle figure drammatiche dei Sovrani di Babilonia Nabucodonosor II e della sua presunta figlia Abigaille”.

Dopo il fiasco di “Un giorno di regno” e la morte della moglie e dei due figlioletti, Verdi si ritrova vittima del rifiuto psicologico di comporre musica, ma l’impresario Bartolomeo Merelli gli propone un libretto scritto da Temistocle Solera intitolato “NABUCCO”.

 

Verdi rimane molto colpito e accetta volentieri di musicare l’opera.

Nel 1841 viene completata la partitura musicale e, il successivo 9 marzo 1842, l’opera viene rappresentata al Teatro “Alla Scala” di Milano con felicissima accoglienza da parte del pubblico e della critica.

E’ importante ricordare anche che Nabucco debutta con grande successo al Teatro “Alla Scala” di Milano, alla presenza di Gaetano Donizetti.

Secondo quanto scritto da qualche storico musicale, “Il librettista Solera aderì alla battaglia risorgimentale da posizioni neoguelfe, circostanza che potrebbe giustificare la collocazione di un’autorità di tipo religioso, l’inflessibile pontefice Zaccaria, a capo della fazione ebraica”.

L’azione si svolge a Gerusalemme, a Babilonia e sulle sponde del fiume Eufrate, nel 587 a.C. circa.
Ha per sfondo la guerra dei Babilonesi, guidati dal Re Nabucodonosor contro gli Ebrei e i Leviti (ossia, gli appartenenti alla tribù di Levi), popolazione che NON ha MAI perso la propria identità, neppure al giorno d’oggi.

Presenziano gli eventi di guerra, le rivalità amorose, i tradimenti: il tutto termina con la liberazione degli Ebrei, mentre Nabucco, convertito, dichiara la Gloria di Jehova.

 

Nabucco: 

E’ UN “VINCITORE”, dal momento che, una volta svegliatosi dall’incubo e rinsavito, il senno ritornato gli fa CAPIRE che IL DIO DEGLI EBREI E’ PIU’ FORTE DEL SUO ESSERSI VOLUTO ERIGERE AD ESSERE SUPERIORE: “NON SON PIU’ RE, SON DIO!”.

Si prostra al Dio di Israele per il quale Fenena, la vera figlia, avrebbe dovuto essere sacrificata e che, grazie al piegarsi di Nabucco, continuerà a vivere.

Infatti, nel IV atto, Nabucco canta: “Dio degli Ebrei, perdono” seguito da “Dio di Giuda, l’ara, il tempio a te sacrati …”.

 

Zaccaria: 

Nel II atto, mentre è prigioniero, sua è “LA PREGHIERA”: brano fantastico commovente e intriso del forte “credo religioso”.

Aria preceduta da un passo orchestrale splendido, in cui emerge solo il violoncello.

Nel III atto, grazie al suo “POTERE” mistico, SCUOTE gli Ebrei che, a mezzo dello splendido coro “Vah, pensiero …”, sulle rive del fiume Eufrate, esprimono la nostalgia per la loro patria lontana, li “solleva” dalla tristezza a mezzo delle parole “Oh, chi piange? Di femmine imbelli … Chi solleva lamenti all’Eterno?”.

Zaccaria promette, profetizzando, che il Leone di Giuda vincerà Babilonia.

Ebbene, sì, questo coro stupendo, il più famoso nella storia dell’opera Lirica, E’ UN LAMENTO: qui vengono ricordati, con nostalgia e dolore, i Vati che ammutoliscono attraverso la loro arpa d’oro pendente dal salice e che ricorda i tempi andati, il fiume Giordano, le Torri atterrate di Sionne (ossia Gerusalemme: si chiamava così dal nome del Colle Sion).

E’ importante evidenziare che per il testo di questo coro, il più famoso dell’opera, «Va’, pensiero», cantato dagli Ebrei resi schiavi, il librettista Temistocle Solera si è ispirato al Salmo biblico 137: «Lungo i fiumi di Babilonia ci sedemmo angosciati in memoria della patria. Con le lacrime appendemmo le nostre cetre sopra i salici. In quell’esilio, parole di canto ci chiedevano i nostri carcerieri, inni di giubilo i nostri oppressori. No! Come potremmo cantare le lodi del Signore in terra straniera, senza evocare il dramma di Gerusalemme? Come potremmo dimenticare la nostra città? Il suo ricordo è al di sopra di ogni gioia».

Anche Salvatore Quasimodo si è ispirato, nella sua poesia: “E come potevamo noi cantare”, riferendosi chiaramente al periodo della tirannia nazifascista nel nostro Paese.

Infatti, Quasimodo scrive: “E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto anche le nostre cetre erano appese. Sussurravano lievi al triste vento”.

«Va pensiero» è famosissimo in tutto il Mondo ed è una delle musiche italiane più conosciute accanto alla Marsigliese, a Lily Marlène, a We are theworld, a Les feuilles mortes…

 

Abigaille: 

Come Nabucco e Zaccaria, rincorre “IL POTERE”, ma la vera PERDENTE è Abigaille a causa del suo NON essere figlia biologica di Nabucco che le provoca il desiderio di rivalsa.

Infatti, Abigaille rimane traumatizzata dal ritrovamento del “fatal scritto” che prova la sua nascita NON di sangue reale e, che lei NON sa, potrebbe avere sempre portato ad un comportamento non troppo nobile (la Genetica ha sempre “parlato” per chiunque).

Il sentimento di RIVALSA la porterà a suicidarsi a mezzo di avvelenamento, nell’ultimo atto.

Psicologicamente, Abigaille è una personalità incisiva.

 

. Vocalità di Abigaille.

La parte di Abigaille è molto difficile: il soprano è drammatico e di grandissima potenza; le difficoltà tecniche sono rilevanti ed evidenziano il carattere predisposto all’ira da parte di tale donna.

Tra le più celebri Abigaille spiccano Maria Callas, Anita Cerquetti, Elena Souliotis, Ghena Dimitrova, Maria Dragoni, Marija Guleghina e Ekaterina Metlovama.

 

Fenena: 

Figlia biologica di Nabucco che si converte alla religione del suo Ismaele, possiede la vocalità di un mezzosoprano morbido ed è stata interpretata da mezzosoprani come Giulietta Simionato, Fiorenza Cossotto e Lucia Valentini Terrani.

 

Ismaele:

E’ l’amato di Fenena, conosciuto in Babilonia quale Ambasciatore.

Pur essendo coraggioso, viene maledetto dai Leviti perché si credono traditi, ma viene difeso da Anna, sorella di Zaccaria, che li informa che il giovane ha salvato un’Ebrea: infatti, la figlia di Nabucco-nemico, si è convertita alla religione di Jehova.

 

Abdallo: 

Ufficiale fedele a Nabucco, assieme ad un gruppo di soldati, lo aiuta nella riconquista della sua corona, a differenza del Grande Sacerdote di Belo che è fedele ad Abigaille.

Opera molto corale, Nabucco “è, praticamente, tutta un coro”.

Verdi dimostra la sua sensibilità, la sua attrazione inconscia verso la popolazione, specialmente sofferente, ossia il suo altruismo, la sua empatia.

Battuto al computer da Lauretta

ARTURO TOSCANINI dirige la SINFONIA:

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LOUIS BUSKENS dirige il CORO DEI LEVITI “GLI ARREDI FESTIVI”:

 

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Il  basso ILDAR ABDRAZAKOV canta “D’EGITTO, LA’, SUI LIDI”:

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Il soprano MARIA GULEGHINA canta “BEN IO T’INVENNI, O FATAL SCRITTO”:

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Il basso CARLO COLOMBRA canta “VIENI, O LEVITA”:

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Il baritono RENATO BRUSON, il soprano GHENA DIMITROVA, il tenore BRUNO BECCARIA, il soprano RAQUEL PIEROTTI cantano “S’APPRESSAN GL’ISTANTI”:

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Il baritono GINO BECHI e il soprano MARIA CALLAS cantano “DONNA CHI SEI?”:

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RICCARDO MUTI dirige il coro “VA, PENSIERO, SULL’ALI DORATE”:   https://youtu.be/MBYmhYxEvUM

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Il baritono PIERO CAPPUCCILLI canta “DIO DI GIUDA” (PREGHIERA DI NABUCCO):