Arnold Franz Walther Schönberg nasce a Vienna, il 13 settembre 1874 da famiglia colta ebraica da cui riceve le prime nozioni musicali.
Samuel, il padre, ha un piccolo negozio di scarpe, per cui – nel settore “Lettere” – Arnold viene educato dal modesto insegnante di francese che è conosciuto a Vienna, in particolare, come poeta dilettante.
Ottilie ed Heinrich, i suoi due fratelli, ben presto, provano a cimentarsi con la Musica ed MA PARTE MIO COMMENTO: Heinrich diventerà un famoso basso, interpretando anche alcuni lavori del fratello.

Per mezzo di un compagno di scuola, quando ha otto anni, Schönberg scopre il violino: inizia a studiarlo entusiasticamente e le uniche musiche su cui studia sono piccoli studi per uno o due violini di Pleyel e di Viotti che, in pochi anni, è in grado di suonare, mentre inizia a cimentarsi nella composizione di piccoli pezzetti per duo.
Conosciuto un altro compagno di scuola che suona la viola, si spinge oltre, nella composizione, e scrive dei piccoli trii per due violini e viola.

1889: Schönberg ha 15 anni e, a causa di un tracollo economico familiare, è costretto a lasciare la scuola.
Infatti, essendo morto il padre, per sopravvivere, lavora da commesso in una piccola banca privata viennese ma, cinque anni dopo, lascia l’impiego (consigliato dall’amico pianista Joseph Labor) e si trasferisce per un breve lasso di tempo a Berlino, dove ha modo di sviluppare le proprie possibilità creative presso alcuni locali pubblici del tempo conosciuti (il cabaret dello “Überbrettl” è il suo primo “trampolino di lancio”), sostenuto da intellettuali berlinesi di tendenze rivoluzionarie.
Tale compositore austriaco naturalizzato statunitense che, nel XX secolo è uno tra i primi a scrivere musica al di fuori dalle regole del sistema tonale, con Josef Matthias Hauer, teorizza il Metodo Dodecafonico, metodo basato su una sequenza (detta serie = musica seriale) e comprendente tutti i dodici suoni della scala musicale cromatica temperata.

1903: a Vienna, comincia ad insegnare (e insegnerà per tutta la vita) armonia e contrappunto: fra i suoi allievi, presenziano Anton Webern, Alban Berg e John Cage ed è buon amico del compositore e direttore d’orchestra Alexander von Zemlinsky (considerato l’erede direttoriale di Gustav Mahler).

Si trasferirà in Francia dove, nel 1912, compone il “Pierrot Lunaire”, un ciclo musicale basato su 21 poesie ispirate alla celebre maschera francese e in cui il compositore inserisce un tipo di canto già parzialmente introdotto nei precedenti “Gurrelieder” e “La Mano felice”: si tratta dello “Sprechgesang”, il canto parlato dove l’esecutore non intona le parole, ma le declama con un vago accento musicale.

Schönberg si diletta anche nella Pittura; in questi anni, viene in contatto con Vasilij Kandinskij ed espone anche con il gruppo “Der Blaue Reiter”.

Verso il 1920, compone iniziando ad usare il metodo della Dodecafonia.

Nel 1933, a causa delle persecuzioni antisemitiche naziste, è costretto, a trasferirsi negli Stati Uniti d’America, prima a Boston e poi a Los Angeles: in quest’ultima città, muore a Los Angeles il 13 luglio 1951.

 

Dodecafonia:

Schönberg definisce la Dodecafonia il “metodo di composizione con dodici note poste in relazione soltanto l’una con l’altra” e prevede che tutti i dodici suoni della scala cromatica appaiano lo stesso numero di volte nell’esposizione, affinché nessun suono prevalga sugli altri; le composizioni non sono pertanto basate sul rapporto tonica-dominante e non presentano più la struttura gerarchica tipica del sistema tonale.

 

Secondo Schönberg, i principi fondamentali del metodo dodecafonico sono:

. Uso del “totale cromatico”, per cui la scala diatonica è sostituita da quella cromatica: quindi è previsto l’uso di tutti i dodici suoni disponibili nella divisione dell’ottava secondo il temperamento equabile.

. Onde evitare la prevalenza di un suono sugli altri, bisogna che nessuno di essi si ripeta prima che tutti gli altri siano comparsi.
All’inizio viene quindi stabilita una serie, per fissare l’ordine in cui le note devono succedersi in una determinata composizione.

. Per evitare un’eccessiva uniformità, si può ricorrere ad alcuni artifici, come l’utilizzo della versione retrogradata della serie originale, o l’inversione di questa (con tutti gli intervalli disposti per moto contrario), o ancora l’inversione della versione retrogradata.
Si ottengono così quattro ordini principali della serie; in più, è possibile trasporre la serie originale e le sue tre “versioni” su tutti i restanti 11 gradi della scala cromatica.

. La successione degli accordi costruiti sui gradi IV, V e I di una scala maggiore o minore (formula cadenzale) fornisce all’ascoltatore il senso della tonalità di un brano.
Sostituendo l’accordo di tonica con un altro grado della scala (oppure con un accordo di un’altra tonalità), si ottiene una cadenza evitata.

. Modulazioni e cadenze evitate sempre più frequenti e ardite hanno portato storicamente a un affievolimento del senso tonale. Anche perché, se in un brano di cinque minuti la ripetizione del tema iniziale, nella stessa tonalità, può essere percepita come un “ritorno all’origine”, in uno molto più lungo difficilmente produce il medesimo effetto.
Il massimo sviluppo del sistema tonale (fine del XIX secolo) ha coinciso con l’inizio della sua crisi.

. Si consideri che i termini < atonale > e < dodecafonico > non sono sinonimi: il primo indica qualunque musica priva di riferimenti tonali, mentre il secondo si riferisce al metodo sopra descritto.
Diversi compositori nel corso del Novecento hanno adottato il metodo dodecafonico.

Il sipario tagliafuoco del Teatro dell’Opera “Carlo Felice” di Genova è un omaggio al compositore viennese: intitolato “Viva Schönberg” viene realizzato dallo scultore Nerone Ceccarelli in occasione della ricostruzione dell’edificio ad opera degli architetti Aldo Rossi, Ignazio Gardella e Angelo Sibilla.

Sembra che Giacomo Puccini sia uno dei musicisti che si sono ispirati al Metodo Dodecafonico per la composizione della sua ultima e postuma opera: “Turandot”.

Battuto al computer da Lauretta

 

 

Arnold Schönberg a Los Angeles nel 1948:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Arnold_Schoenberg_la_1948.jpg

 

File:Arnold Schoenberg la 1948.jpg