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Categoria: BALLETTO

IGOR STRAVINSKIJ

Igor’ Fëdorovič Stravinskij nasce il 17 giugno 1882, a Lomonosov/San Pietroburgo, nella Baia del fiume Neva, nel Golfo di Finlandia, e muore il … a … .

E’ un Compositore e Direttore d’Orchestra russo che, nel 1934, viene naturalizzato francese.
1945: diventa statunitense e il suo nome è anglicizzato e francesizzato in Igor Stravinsky.
Neoclassicista prima e, poi, seriale/dodecafonico, diventa celebre grazie ai tre balletti creati nel suo primo periodo con i Balletti russi: “L’uccello di fuoco”, “Petruška” e “La sagra della primavera”.

In famiglia, ha rapporti difficili e la sua infanzia subisce l’incisività del padre autoritario (e, anche, celebre basso del Teatro “Mariinskij”) che – come reazione conseguenziale – provoca iperattività psicologica e fisica, oltre a non far pensare che diventi l’artista cosmopolita che conosciamo e a cui restano impressi i ricordi felici di Ustyluh e i canti delle donne dei villaggi.

All’età di nove anni, Stravinskij si dedica alla Musica iniziando lo studio del Pianoforte sortendo progressi veloci, riuscendo ad improvvisare e a leggere spartiti d’opera.
Inizia gli studi di Giurisprudenza senza convinzione, ma laureandosi nel 1905, e continua autodidattiamente gli studi di Armonia-Contrappunto-Pianoforte con Madame Khachperova, ex alunna di Anton Rubinstein.

Frequentando l’Università, conosce Vladimir (il figlio di Nikolaj Rimskij-Korsakov) che, da buon amico, gli presenta il padre, nel 1902; musicista che gli sconsiglia di iscriversi al Conservatorio, ma che, poi, gli impartisce lezioni private, accettandolo come allievo e con il quale si instaurerà un affetto reciproco durato fino al decesso di Rimskij-Korsakov.
Come Compositore, Stravinskij si valuta sempre autodidatta e non considera tale il suo Maestro.

Fin dall’infanzia, frequenta sua cugina Katerina Nossenko, che sposa il 24 gennaio 1906 vicino a San Pietroburgo, nel villaggio di Novaja Derevnja con la presenza dei due soli testimoni, Andrej e Vladimir Rimsky-Korsakov, figli di Nicolaj.
Arrivano in viaggio di nozze a Imatra (Finlandia), famosa per le cascate, dove Stravinskij progetta la creazione di una suite di canzoni.
Hanno quattro figli, Fëdor-Theodore), Ludmila, Svjatoslav-Soulima e Marija Milena-Mika).
Artisticamente, Theodore diventerà un pittore, Soulima diventerà un musicista e accompagnerà spesso il padre nei suoi concerti.

Stravinskij è veramente addolorato per la morte di Rimskij-Korsakov, per cui compone il “Canto funebre per coro e orchestra”.

1908: due composizioni sinfoniche (“Feu d’artifice” e “Scherzo fantastique”), richiamano l’attenzione di Sergej Djagilev che le ascolterà ai “Concerti Ziloti” di San Pietroburgo, il 6 febbraio 1909.

1909: Su richiesta di Djagilev, compone un balletto originale, “L’uccello di fuoco”, tratto da una fiaba russa, e che termina l’anno seguente.

Giugno 1910: lascia la Russia alla volta di Parigi per la prima rappresentazione dei “Balletti Russi realizzati per Diaghilev” che produce grande successo ponendo Stravinskij all’attenzione del mondo musicale dell’Europa e che diventa immediatamente celebre.
Questa combinazione gli permette di conoscere Claude Debussy, importante compositore francese, suo grande amico fino al decesso avvenuto nel 1918.

Stravinskij e famiglia si trasferiscono in Svizzera e, nel 1911, con “Petruška”, i suoi tratti musicali lo rappresentano nitidamente anche se spiccherà all’attenzione mondiale con “La Sagra della primavera” la cui “prima” del 29 maggio 1913 (con la coreografia di Vaclav Nižinskij) resterà famosa come “La battaglia del Sacre”, ottenendo un successo ecezionale e strepitoso.

1914: si svolge l’ultimo viaggio in Russia di Stravinskij per cui, a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale e della Rivoluzione d’ottobre (1917), è obbligato a stabilirsi in Svizzera, a lasciare tutti i suoi beni in Russia, ritrovandosi in stato indigente e aiutato da amici, oltre alle commissioni di lavori retribuiti magnanimamente.

Dopo la creazione de “La Sagra della primavera”, Stravinskij crea lavori adatti ad un numero ristretto di esecutori perché guerra e pochissime disponibilità economiche hanno interrotto l’attività dei Balletti russi, praticamente.
Allora, con due amici , lo scrittore Charles-Ferdinand Ramuz e il Direttore d’Orchestra Ernest Ansermet, concretizza uno spettacolo ambulante, un piccolo teatro da spostare di paese in paese (tipo quello dell’opera “I Pagliacci” di Leoncavallo), originando l’opera da camera, “L’Histoire du soldat”, nel 1918.
Però, questo progetto di presentare gli spettacoli girando attraverso la Svizzera viene interrotto di colpo dall’epidemia di influenza “spagnola” che colpisce Stravinskij e parecchi dei suoi amici e collaboratori.
Durante un viaggio a Parigi, dopo la guarigione, il musicista ricontatta Djagilev che si dà da fare per farlo di nuovo collaborare con i “Balletti Russi”.

Dotato di desiderio illimitato di imparare e conoscere Arte e Letteratura, è sempre disposto a collaborare con artisti e musicisti, specialmente, a Parigi, fra cui “Pulcinella” (il balletto proposto da Diaghilev su musiche di Pergolesi), e per il quale Stravinskij collabora con Pablo Picasso per l’organizzzazione di scene costumi.
1920: “Pulcinella” viene rappresentato e segna la nascita del suo periodo “neoclassico”.

Stravinskij – dopo la “prima” di “Pulcinella” – si stabilisce in Francia e soggiorna a Carantec, in Bretagna.
A questo punto, vengono modificate vita e attività, per cui nasce un periodo molto ampio circa conoscenze, viaggi, interessi, rendendolo anche interprete di proprie composizioni in parecchi concerti.

Non è proprio bello, ha statura fisica alta ed è espressivo, per cui – da “uomo di mondo” con moltissime conoscenze, è “chiacchierato” nella buona società circa “avventure” (fra cui la Chanel).

Legatissimo alla famiglia, rimane vedovo nel 1939 e sposa Vera de Bosset, a New York, nel 1940, con la quale ha già una relazione.

Settembre 1920: Stravinskij e famiglia si trasferiscono a Garches (Parigi), ospiti della lussuosa dimora di Coco Chanel, la quale permette loro di restarci fino ad avere un alloggio positivo dove termina le Sinfonie di strumenti a fiato, scritte in memoria di Debussy.

Estate 1921: per varie settimane è a Londra per la rappresentazione de “La Sagra della primavera” e progetta con Djagilev un lavoro tratto da una novella di Puškin: l’opera buffa “Mavra” (è ultima composizione di esempio russo del musicista).

Fine estate 1921: Stravinskij si trasferisce ad Anglet (Biarritz); lavora a “Mavra”; compie vari viaggi a Parigi (alla Casa Musicale “Pleyel”) e a Montecarlo (prove di un altro suo balletto: “Renard”).

1923: prima rappresentazione de “Les noces” (opera a cui lavora da alcuni anni).
Il clima oceanico dell’Atlantico, a Biarritz, non piace a Stravinskij, per cui – nell’autunno del 1924 – si sposta a Nizza.
1925: primo viaggio di Stravinskij negli Stati Uniti, dove rimane due mesi per una serie di concerti.

1926-1927: rientra in Francia e compone l’opera-oratorio “Oedipus Rex”, collaborando per la stesura del testo con Jean Cocteau.

Stravinskij diventa presto cosmopolita, a causa dei moltissimi viaggi, tutti ne parlano come di una persona cortese, gentile e servizievole, visti il suo carattere e la sua semplicità d’animo: infatti, viene ospitato come Pianista e Direttore d’Orchestra in città come Parigi, Venezia, Berlino, Londra e New York.
I testi e le fonti per il suo lavoro sono molti, ma iniziano dal folklore russo, arrivando agli autori classici, alla liturgia latina e alla Francia contemporanea (André Gide, con “Perséphone”), alla letteratura inglese: Auden, Thomas Stearns Eliot, la poesia medievale e anche alle opere di Shakespeare.

Fra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, il suo lavoro è intensissimo.
1928: termina la stesura del balletto neoclassico, “Apollon Musagète”, con la coreografia di George Balanchine.
1930: nasce la “Symphonie de Psaumes”, una delle sue opere più conosciute.
1934: dopo tre anni passati a Voreppe, nell’Isère, si stabilìsce a Parigi e acquisìsce la cittadinanza francese.
In questo periodo nascono “Perséphone”, “Jeu de cartes”, il Concerto in mi bemolle “Dumbarton Oaks”.

1938-1939: mancano la figlia Ludmila, la madre, la moglie.
La figlia Mika passa molto tempo in sanatorio ed egli stesso è ricoverato a lungo, sempre a causa di tubercolosi.
Fortunatamente, le sue composizioni non vengono coinvolte emotivamente.

1939: Stravinskij parte alla volta degli Stati Uniti, chiamato là per tenere un Corso di Poetica Musicale, precisamente a Harvard ma, a causa della guerra, si stabilìsce a Los Angeles e, in seguito, a Hollywood: nel 1945, diventa cittadino naturalizzato statunitense fino alla sua morte nel 1971.

1919: arrangia “La Marsigliese”.
Luglio 1941: arrangia l’Inno americano “The Star-Spangled Banner”, la cui prima esecuzione si tiene a Boston il 14 ottobre dello stesso anno, ma non potrà più eseguirlo a causa delle leggi del Massachusetts (che proibiscono qualsiasi trascrizione dell’Inno) e a seguito di un intervento della polizia locale.

Adeguato professionalmente e intellettualmente a vivere in Francia, si adegua anche a vivere nello stesso modo negli U.S.A.

1951: attraverso l’opera con W.H. Auden, “The Rake’s Progress”, Stravinskij incontra il Direttore d’Orchestra e Musicologo Robert Craft: ora, il suo periodo neoclassico culmina e termina.
Nota Bene: Il primo interprete maschile di quest’opera è Raphael Arie’ del quale ho conosciuto la moglie vedova che mi ha regalato un libro che parla di alcuni episodi della sua vita col marito.

Capace di “reinventarsi”, si accosta nuovamente alla tecnica dodecafonica, soprattutto dopo avere conosciuto i lavori di Anton Webern, progredendo e arrivando a “convertirsi” scrivendo la Cantata , il Settimino, In memoriam Dylan Thomas, il Canticum Sacrum, il balletto Agon, Threni.

Viaggia moltissimo per lavoro (suoi concerti e sue composizioni) in particolare, nel 1958, anno in cui dirige un concerto di sue musiche presso il Teatro “La Fenice” di Venezia e “Oedipus Rex” alla “Wiener Staatsoper” di Vienna.

1962: ha forti radici in Occidente e si interessa alla scrittura ebraica.
1962-1963: compone la ballata sacra “Abramo e Isacco” e continua a scrivere musica per lavoro fino alla fine della sua vita.

1966: il suo ultimo lavoro importante è costituito dai “Requiem Canticles” e, dall’anno successivo, la sua salute peggiora provocandogli vari ricoveri ospedalieri.

Riesce ancora a viaggiare: Parigi, Zurigo, e a dedicarsi a trascrizioni, fra cui due lieder di Hugo Wolf.

1969: si ammala di bronchite fortissima, conseguenza riacutizzata della vecchia tubercolosi.

1970: è invitato in Italia e annuncia di voler tornare in Europa, ma è bloccato a New York da un edema polmonare, dove muore all’età di ottantotto anni nella notte fra il 6 e il 7 aprile 1971, a seguito di una crisi cardiaca.

Su sua richiesta, la sua tomba è vicina a quella di Sergej Djagilev, suo collaboratore da tantissimi anni: si trova a Venezia, nel Settore Ortodosso del Cimitero Monumentale dell’Isola di San Michele.
Secondo la convinzione di Robert Siohan, la moglie del Musicista rifiuterà la proposta del Governo Sovietico di inumare il corpo a Leningrado, sicura di rispettare il pensiero fedele ai desideri del marito.

Stravinskij racchiude molti stili musicali classico-moderni e influenza compositori sia durante la sua vita e dopo.

Una stella a suo nome si trova all’interno della “Hollywood Walk of Fame”, al numero 6340 di Hollywood Boulevard.

 

Battuto al computer da Lauretta

 

 

Stravinskij, anni ’30:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Igor_Stravinsky_LOC_32392u.jpg

File:Igor Stravinsky LOC 32392u.jpg

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La parte più conosciuta di questo Balletto si trova al minuto 2:45.

L’UCCELLO DI FUOCO:

 

 

MAURICE RAVEL

Joseph Maurice Ravel nasce a Ciboure (città basca vicino a Biarritz, a 18 chilometri dal confine spagnolo) il 7 marzo 1875 e muore a Parigi il 28 dicembre 1937.

E’ un Compositore, Pianista e Direttore d’Orchestra francese.

Con Claude Debussy, spesso è stato collegato all’ “Impressionismo”, anche se entrambi i musicisti respingono la cosa.
Il “Boléro”: è il suo brano più celebre per orchestra e si richiama al genere musicale spagnolo del “Bolero”.
Riguardo al suo “Boléro”, così Ravel lo descrive: «Non c’è forma propriamente detta, non c’è sviluppo, non c’è o non c’è quasi modulazione. Com’è possibile che questo brano sia così amato, quando in realtà non c’è musica?».

Da evidenziare che le orchestrazioni di Ravel sono da apprezzare in modo particolare per l’utilizzazione delle diverse sonorità e per la complessa strumentazione.

Anni 1920 e 1930: Ravel è ritenuto il più grande compositore vivente della Francia, a livello internazionale.

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Giovinezza di Ravel:

La sua famiglia è amante della Musica, per cui Ravel frequenta la più importante Scuola di Musica Francese, il Conservatorio di Parigi, dove non è ben considerato dalla sua Istituzione conservatrice e il cui comportamento di prevenzione, verso di lui, genera uno scandalo.

Ravel, lasciato il Conservatorio, imbocca la strada della composizione, sviluppando grande chiarezza, inserendo elementi di Modernismo, Barocco, Neoclassicismo e, nelle sue opere successive, di Jazz.
La sperimentazione della forma musicale si nota molto in “Boléro” (del 1928), dove la ripetizione prende il posto dello sviluppo; inoltre, arrangia a mezzo di orchestra la musica di altri compositori, tra i quali è famosa l’orchestrazione di “Quadri di un’esposizione” di Musorgskij del 1922.

Ravel lavora lentamente e scrupolosamente, compone meno pezzi di molti suoi contemporanei e, tra i suoi lavori entrati in repertorio, figurano brani per Pianoforte, Musica da Camera, due Concerti per Pianoforte, Musica per Balletto, due Opere e otto Cicli di Canzoni; però, non scrive Sinfonie o Musica Sacra.
Molte delle sue composizioni sono in due versioni: prima composizione per pianoforte e, poi, orchestrazione.
Secondo quanto constatato: < Parte della sua musica per pianoforte, come “Gaspar de la nuit” (1908), è eccezionalmente difficile da suonare e le sue complesse opere orchestrali come “Daphnis et Chloé” (1912) richiedono un abile equilibrio nell’esecuzione >.

Ravel è tra i primi compositori che si rendono conto della capacità reale delle registrazioni per portare la sua musica alla conoscenza di un pubblico maggiore.
Dagli anni 1920: pur essendo la tecnica limitata come Pianista o Direttore d’Orchestra, partecipa alle registrazioni di parecchi suoi lavori, ma altri vengono eseguiti sotto la sua supervisione.

 

Primi anni di Ravel:

Suo padre è Pierre-Joseph Ravel: è un ingegnere colto e di successo, un inventore e un produttore, nato a Versoix, vicino al confine franco-svizzero.
Sua madre, Marie (nata Delouart), è di origini basche, ma è cresciuta a Madrid.
XIX secolo: Joseph la sposa nonostante lei sia al di sotto del proprio status.
Infatti, Marie è illegittima e appena istruita, però il matrimonio si rivela felice.

Alcune delle invenzioni di Papà Ravel ottengono successo: un primo motore a combustione interna e
< una famigerata macchina da circo, il “Whirlwind of Death”, un “Giro della Morte” che fu una grande attrazione fino a un incidente mortale al Circo “Barnum e Bailey”, nel 1903 >.

I genitori di Ravel appartengono alla Religione Cattolica Romana e Marie è una libera pensatrice, particolare biologico ereditato da Maurice.

Sei giorni dopo la sua nascita, Maurice viene battezzato nella Chiesa Parrocchiale di Ciboure.

Tre mesi dopo, la famiglia si trasferisce a Parigi, dove nasce il secondo figlio, Édouard, che diventerà ingegnere come il padre e a cui Maurice rimarrà legato.

Particolarmente devoto alla madre, l’eredità basca-spagnola influenza Maurice, la sua vita e la sua musica: infatti, tra i suoi primi ricordi trovano posto canzoni popolari che lei gli cantava quando era piccolo.
Pur non essendo una casa ricca, l’ambiente domestico è caldo e funzionale e i due ragazzi trascorrono l’infanzia felice.

Papà Ravel è felice di portare i suoi figli nelle fabbriche a vedere gli ultimi dispositivi meccanici, ma possiede anche un vivo interesse per la Musica e la Cultura in generale.

All’età di sette anni, Ravel inizia a prendere le lezioni di Pianoforte da Henri Ghys, un amico di Emmanuel Chabrier.
1887: cinque anni dopo, inizia gli studi di Armonia, Contrappunto e Composizione con Charles-René, allievo di Léo Delibes.
Non è un bambino prodigio, ma un ragazzo eccezionalmente portato per la Musica.
Charles-René scopre che la Musica di Ravel è cosa naturale, per lui, “e non, come nel caso di tanti altri, il risultato di uno sforzo”.
A questo periodo, risalgono le prime composizioni conosciute di Ravel e, a noi, arrivate solo in forma frammentaria: “Variazioni su un Corale di Schumann”, “Variazioni su un tema di Grieg” e un “Unico movimento di una Sonata per Pianoforte”.

1888: Ravel conosce il giovane Pianista Ricardo Viñes, che diventa amico per tutta la vita, uno dei principali interpreti dei suoi lavori e un importante collegamento tra Ravel e la Musica Spagnola.
I due sono concordi sull’apprezzare Wagner, la Musica Russa e gli scritti di Poe, Baudelaire e Mallarmé.
1889: a proposito di Musica Russa, all’Esposizione Universale di Parigi, Ravel è colpito dai nuovi Concerti Sinfonici russi diretti da Nikolai Rimsky-Korsakov (cosa duratura su Ravel e su Claude Debussy) e dal sound esotico del “gamelan” giavanese, udito sempre durante l’Esposizione.

Idem, 1889: Émile Decombes subentra come Insegnante di Pianoforte di Ravel e, nello stesso anno, Ravel – per la prima volta – si esibisce pubblicamente.

All’età di quattordici anni, alla “Salle Érard”, partecipa ad un Concerto assieme ad altri allievi di Decombes, tra cui Reynaldo Hahn e Alfred Cortot.

 

Al Conservatorio di Parigi:

Ravel è incoraggiato dai genitori verso lo studio della Musica, per cui inoltra domanda per entrare nel Conservatorio di Parigi, il più importante Istituto Musicale Francese.

Novembre 1889: supera l’esame di Ammissione alla Classe Preparatoria di Pianoforte tenuta da Eugène Anthiome, eseguendo musica chopiniana.

1891: Ravel vince il Primo Premio al Concorso per Pianoforte del Conservatorio, ma non si distinguerà come studente.
Questo è un periodo di grande progresso nello sviluppo come compositore e il Musicologo Arbie Orenstein scrive che gli anni 1890, per Ravel, sono un lasso di tempo “di immensa crescita… dall’adolescenza alla maturità”.

1891: per quanto riguarda il Pianoforte, Ravel passa alle Classi di Charles-Wilfrid de Bériot; per quanto concerne l’Armonia, passa alle Classi di Émile Pessard.
I progressi sono molto buoni, c’è un grande incoraggiamento da Bériot ma, secondo la studiosa musicale Barbara L. Kelly, “gli si poteva insegnare solo alle sue condizioni”.
Il suo Insegnante seguente, Gabriel Fauré lo capisce molto bene, ma l’atteggiamento tradizionalista del Conservatorio degli anni 1890 non è accettabile.
1895: non avendo più vinto premi, Ravel viene espulso da tale Conservatorio.
Per sopravvivere, in questo periodo da studente, compone le sue prime opere: “Sérénade grotesque, per pianoforte”, e “Ballade de la Reine morte d’aimer”, una melodia creata su una poesia di Roland de Marès (entrambi del 1893).

Ravel non si mostra mai uno studente diligente come i compagni Viñes e Cortot: come Pianista non sarebbe mai alla loro altezza, ma lui desidera diventare un compositore e, infatti, da quel momento, si concentra sulla Composizione.
Tra le opere di quel periodo, si citano le Canzoni “Un grand sommeil noir” e “D’Anne jouant de l’espinette” su versi di Paul Verlaine e Clément Marot, e le ‘ Pièces per Pianoforte “Menuet antique e Habanera” ‘ (a quattro mani); quest’ultima verrà incorporata nella “Rapsodie espagnole”.
In tale periodo, Joseph Ravel presenta il figlio a Erik Satie, che si guadagna da vivere come pianista di “Café” e, come Debussy e altri, Ravel è uno dei primi musicisti che riconosceranno l’originalità e il talento di Satie (i cui costanti esperimenti nella forma musicale ispirano Ravel, che li considera “di inestimabile valore”).

 

Gabriel Fauré, insegnante e sostenitore di Ravel:

1897: Ravel viene riammesso al Conservatorio, dove studia Composizione con Fauré e prende lezioni private di Contrappunto da André Gedalge.
Fra i due insegnanti, Fauré, in particolare, ha un’alta considerazione di lui, ma sono entrambi che influenzano basilarmente la sua crescita come compositore.

Al Conservatorio, Ravel subisce l’ostilità del Direttore, Théodore Dubois, che non accetta la sua visione musicalmente e politicamente progressista, diventando “un bersaglio, contro il quale tutte le armi sono buone”.

Mentre studia con Fauré, compone opere-base fra cui l’Ouverture “Shéhérazade”, “Ouverture de féerie” e una “Sonata per violino”, ma non vince Premi per cui, nel 1900, viene espulso nuovamente ma, come ex studente, è autorizzato a frequentare le lezioni di Fauré come “auditeur” non partecipante; dopodiché, nel 1903, abbandona definitivamente il Conservatoire.

1899: Ravel compone il suo primo pezzo (che diventerà molto conosciuto), ossia “Pavane pour une infante défunte” (“Pavane per una principessa morta”) che, in origine, è un lavoro per Pianoforte Solista, commissionato dalla Princesse de Polignac.

1897: dirige la prima esecuzione dell’ Ouverture “Shéhérazade”, che viene accolta con fischi e applausi, oltre a recensioni della Critica non molto buone.

Sin dall’inizio, Ravel sembra indifferente al biasimo o all’elogio e, chi lo conosce bene, crede fermamente che questo sia un atteggiamento assolutamente genuino, in quanto sa di essere perfezionista e severamente autocritico.

 

Les Apaches e Debussy:

1900 circa: Ravel e una serie di giovani Artisti, Poeti, Critici e Musicisti innovativi creano un Gruppo informale e diventano famosi come “Les Apaches” (“I Teppisti”), un nome coniato da Viñes per rappresentare il loro status di “emarginati artistici”.
Si incontrano regolarmente fino all’inizio della Prima Guerra Mondiale e i membri usano argomenti intellettuali e rappresentazioni delle loro opere e, a volte, includono Igor’ Stravinskij, Manuel de Falla e i loro amici francesi.

La musica di Debussy entusiasma “Gli Apaches” e Ravel, più giovane di lui di dodici anni, lo conosce un po’ dal 1890 continuando un’amicizia mai veramente stretta, ma tenuta per più di dieci anni.
1902: André Messager dirige la prima dell’opera “Pelléas et Mélisande” di Debussy, all’ “Opéra-Comique”, condividendo le opinioni musicali debussiane .
Inutilmente, Dubois proibisce agli studenti del Conservatorio di partecipare e Camille Saint-Saëns – amico del Direttore ed ex insegnante – è il primo a detestare il pezzo.
Gli “Apaches” sono sostenuti fortemente e la prima esecuzione dell’opera consiste in quattordici spettacoli: Ravel partecipa a ciascuno di essi.

Debussy è considerato un compositore “impressionista” (definizione che non gli piace affatto) anche dallo stesso Ravel e molti appassionati di Musica cominciano a definire così anche Ravel, tanto che le opere dei due compositori spesso sono considerate un solo genere, nonostante Orenstein osserva che Debussy è più spontaneo e disinvolto nelle sue composizioni, mentre Ravel è più attento alla forma ed alla fattura.

Inizi 1900: tra le nuove opere di Ravel, presenziano il Pezzo per Pianoforte “Jeux d’eau” (1901), il “Quartetto per archi” e il Ciclo di canzoni Orchestrali “Shéhérazade” (entrambi del 1903).

Intorno alla metà del primo decennio del 1900, per motivi musicali e forse personali, Ravel e Debussy troncano i rapporti amichevoli, per cui i loro ammiratori formano fazioni, con i seguaci di un compositore che denigra l’altro.
Come anti-Ravel, spicca il Critico Lalo, e la tensione pubblica provoca un allontanamento personale.

1904: altro motivo di dissapori è dato dal fatto che Debussy lascia sua moglie, Lily Texier, e va a convivere con Emma Bardac.
Ravel, insieme a Misia Edwards ed a Lucienne Bréval, la Star dell’ “Opéra”, contribuiscono ad un modesto e regolare reddito per “Lily, abbandonata” e che tenta il suicidio sparandosi un colpo di pistola: motivo che, secondo Nichols, potrebbe essere un’irritazione per suo marito.

Scandalo e successo:

Inizi 1900: Ravel tenta cinque volte di vincere il prestigioso “Prix de Rome” per compositori che, in passato, era andato a Berlioz, Gounod, Bizet, Massenet e Debussy.
1900: Ravel viene eliminato al primo turno.
1901: vince il Secondo Premio della gara.
1902 e 1903: non vince e, secondo il musicologo Paul Landormy < i giudici sospettavano che Ravel si prendesse gioco di loro presentando cantate così accademiche da sembrare parodie >.
1905: il trentenne Ravel partecipa per l’ultima volta, destando un grandissimo entusiasmo. Viene eliminato al primo turno; l’indignazione della stampa cresce quando si viene a sapere che il Professore Senior del Conservatorio, Charles Lenepveu, fa parte della Giuria e che solo i suoi studenti sono stati selezionati per il turno finale, per cui la sua insistenza sul fatto che si tratti di pura coincidenza non viene accolta bene.
“L’affaire Ravel” diventa uno scandalo nazionale, causando il pensionamento anticipato di Dubois e la sua sostituzione con Fauré, incaricato dal Governo di effettuare una radicale riorganizzazione del Conservatorio.

Così ci viene riferito: < Tra quelli che si interessavano molto alla controversia c’era Alfred Edwards, proprietario ed editore di “Le Matin”, per il quale Lalo scriveva.
Edwards era sposato con Misia, l’amica di Ravel; la coppia portò Ravel in una crociera di sette settimane sul Reno, sul loro yacht, nel giugno e luglio 1905: Ravel, per la prima volta, viaggiava all’Estero >.

Ravel crea un modello di scrittura di composizioni per pianoforte che, in seguito, arrangia per orchestra completa e, da lavoratore lento e scrupoloso, rielabora le sue prime composizioni per pianoforte, cosa che gli permette di aumentare il numero di brani pubblicati ed eseguiti, ma senza motivo venale: infatti, Ravel è indifferente alle questioni finanziarie.
I brani che iniziano come Composizioni per Pianoforte, poi eseguiti in forma orchestrale sono “Pavane pour une infante défunte” (orchestrato nel 1910), “Une barque sur l’océan” (1906, dalla “Suite per pianoforte Miroirs” del 1905), la sezione “Habanera” della “Rapsodie espagnole” (1907-1908), “Ma Mère l’Oye” (1908–1910, orchestrata nel 1911), “Valses nobles et sentimentales” (1911, orchestrata nel 1912), “Alborada del gracioso” (da “Miroirs”, orchestrata nel 1918) e “Le tombeau de Couperin” (1914–1917, orchestrata nel 1919).
Altre opere, come “La Valse”, vengono composte prima, per orchestra, e trascritte poi da Ravel come “lavori per pianoforte” (spesso, “a quattro mani”).

 

Ralph Vaughan Williams, uno dei pochi Allievi di Ravel:

Ravel ha l’inclinazione per insegnare, ma impartisce lezioni a pochi giovani musicisti che giudica possedere talento, verso i quali è molto esigente: Manuel Rosenthal è uno di loro.
Infatti, Ravel si comporta come Fauré, il suo Insegnante: < I suoi allievi devono trovare la propria voce individuale e non devono essere molto influenzati dai Maestri affermati >.

Quando, negli Anni Venti, George Gershwin gli chiede lezioni, Ravel, dopo avere riflettuto seriamente, rifiuta, convinto che “probabilmente lo avrebbe indotto a scrivere come un cattivo Ravel e avrebbe perduto il suo grande dono di melodia e spontaneità”.

Il musicista più noto che studia con Ravel, probabilmente, è Ralph Vaughan Williams, suo allievo per tre mesi nel periodo 1907-1908: infatti, Vaughan Williams ricorda che Ravel lo aiuta a fuggire dalla ‘ pesante modalità contrappuntistica teutonica … “Complexe, mais pas compliqué” è il suo motto” ‘.

I ricordi di Vaughan Williams fanno conoscere un po’ la vita privata di Ravel, la cui personalità chiusa e riservata, provoca molte speculazioni:
. Vaughan Williams, Rosenthal e Marguerite Long documentano che Ravel frequenta i bordelli e, per molto tempo, la causa di questo comportamento sarebbe una reazione al suo nervosismo nei confronti delle donne, per via dell’essere consapevole circa la sua bassa statura.
. Secondo altri racconti (non si sa bene), Ravel è innamorato di Misia Edwards, o vuole sposare la violinista Hélène Jourdan-Morhange.
. Secondo Rosenthal: Ravel, uno scapolo permanente, potrebbe essere omosessuale.
Anno 2000: biografia di Ravel di Benjamin Ivry dove tale speculazione è presente ma, studi successivi, traggono la conclusione che la sessualità e la vita personale di Ravel rimangono un mistero.

1909: fuori dalla Francia, si tiene Il primo concerto di Ravel.
Come ospite dei coniugi Williams, visita Londra, dove suona per la “Société des Concerts Français”, dove ottiene successo e migliora la sua crescente fama nell’ambito internazionale.

 

Il periodo dal 1910 alla Prima Guerra Mondiale:

1871: viene fondata la “Société Nationale de Musique”, per incoraggiare la musica dei nuovi compositori francesi e, dalla metà del 1880, è sotto il dominio di una fazione conservatrice guidata da Vincent d’Indy.
Ravel, con altri ex allievi di Fauré, fonda una nuova organizzazione modernista, la “Société Musicale Indépendente”, di cui Fauré è Presidente.
20 aprile 1910: viene tenuto il Concerto Inaugurale con i sette brani del programma che comprendono le anteprime del Ciclo di canzoni di Fauré “La chanson d’Ève”, il “Brano per Pianoforte d’un cahier d’esquisses” di Debussy, “Six Pièces pour piano” di Zoltán Kodály e la versione originale del Duo per Pianoforte di “Ma Mère l’Oye” di Ravel.
Tra gli interpreti: Fauré, Florent Schmitt, Ernest Bloch, Pierre Monteux e, nel lavoro di Debussy, Ravel.

1911: viene rappresentata per la prima volta la prima delle due opere di Ravel, la Commedia in un atto “L’Heure espagnole”, lavoro completato nel 1907, ma rimandato varie volte da Albert Carré, il Direttore dell’ “Opéra-Comique”.
Teme che la farsa da “camera da letto” verrebbe accolta male da madri e figlie ultra rispettabili: una parte importante del pubblico dell’ “Opéra-Comique”.
Il successo, alla sua prima produzione, è modesto e, solamente negli Anni Venti, diventa popolare.

1912: in anteprima, Ravel rappresenta tre balletti, il primo di cui è sulla versione orchestrata ed ampliata di “Ma mère l’Oye” e debutta al “Théâtre des Arts”, in gennaio, con recensioni eccellenti (per il “Mercure de France”, la partitura è “assolutamente incantevole, un capolavoro in miniatura”).
Entra presto nel repertorio concertistico, viene dato alla “Queen’s Hall” di Londra, a poche settimane dalla prima di Parigi, e viene ripetuto ai “Proms” più tardi, nello stesso anno.
“The Times” elogia “la magia del lavoro… l’effetto di un miraggio, per cui qualcosa di assolutamente reale sembra galleggiare nel nulla”.
Idem, 1912: anche per il pubblico neworkese c’è ascolto.

1912: il secondo balletto raveliano è “Adélaïde ou le langage des fleurs”, ballato sulla musica di “Valses nobles et sentimentales”, che esordisce, in aprile, al “Châtelet”.
Sempre al “Chatelet”, in giugno, debutta “Daphnis et Chloé” e, per questo suo lavoro orchestrale più ampio, affronta grandi problemi, oltre a necessitare vari anni per completarlo.
Tale balletto, nel 1909, gli viene commissionato dall’impresario Sergej Djagilev per la sua compagnia, i “Ballets Russes”.
A questo punto, Ravel inizia a lavorare con il Coreografo di Diaghilev, Michel Fokine, che ha raggiunto la fama per il suo accostamento moderno alla Danza, con numeri individuali sostituiti da musica continua.
Lavora anche con lo scenografo Léon Bakst.

Nonostante i frequenti disaccordi tra Ravel e Fokine, per la prima, si verificano poche prove generali a causa del completamento tardivo del lavoro, mentre l’accoglienza è poco entusiasta, per cui il balletto viene subito ritirato e verrà ripreso un anno dopo a Monte Carlo e a Londra, ottenendo successo.
Lo sforzo per completare il balletto si ripercuote sulla salute di Ravel, provocandogli un esaurimento nervoso che lo obbliga a riposare per diversi mesi seguiti alla “prima”.

1913: Ravel compone poco, ma collabora con Stravinskij per la messa in scena di una versione dell’opera incompiuta “Khovanshchina” di Musorgskij.
Tra i suoi lavori si ricordano i “Trois poèmes” di Mallarmé “per Soprano e Ensemble da Camera” e “Due brevi pezzi per Pianoforte: “À la manière de Borodine” e “À la manière de Chabrier”.

Idem, 1913: Ravel e Debussy sono fra i musicisti presenti alla “prima” de “La Sagra della Primavera” di Igor Stravinskij che, in seguito, dirà che Ravel < è stata l’unica persona che ha capito immediatamente la musica >; Ravel che, comunque, sostiene che la “prima” della “Sagra” è un evento di importanza storica pari a quello di “Pelléas et Mélisande”.

 

La guerra:

1914: la Germania invade la Francia e Ravel tenta di entrare nell’Aeronautica francese grazie alla sua piccola statura e al suo peso leggero, particolari ideali per un aviatore; Ravel che viene respinto a causa dell’età e di un lieve disturbo cardiaco.
In attesa di arruolamento, Ravel compone “Trois Chansons” (suo unico lavoro per “Coro a Cappella”), sulla base di propri testi, scritti nella tradizione delle “Chansons francesi del XVI secolo” e, tali “Tre canzoni” le dedica a persone che avrebbero potuto aiutarlo ad arruolarsi.
Marzo 1915: all’età di quarant’anni, dopo vari tentativi di arruolamento, Ravel entra nel “Tredicesimo Reggimento di Artiglieria” come Camionista.
Stravinskij lo ammira per il suo coraggio: “Alla sua età e con il suo nome avrebbe potuto avere un posto più facile, o non fare nulla”.
Ravel corre un pericolo mortale attraverso i compiti affidatigli: si tratta di trasportare munizioni di notte, sotto pesanti bombardamenti tedeschi e, contemporaneamente, è preoccupato per la salute di sua madre che peggiora.
Però, lo stesso Ravel soffre di insonnia e problemi digestivi, oltre a subire un’operazione intestinale a seguito di dissenteria amebica (nel settembre 1916), e a soffrire di congelamento ai piedi durante l’inverno seguente.

Durante la Guerra, Saint-Saëns, Dubois, d’Indy e altri, formano la “Ligue Nationale pour la Defense de la Musique Française”, tenendo una campagna per vietare l’esecuzione della musica tedesca contemporanea.
1916: Ravel rifiuta di unirsi, dicendo al Comitato della Lega che “Sarebbe pericoloso per i compositori francesi ignorare sistematicamente le produzioni dei loro colleghi stranieri e costituirsi quindi in una sorta di consorteria nazionale: la nostra arte musicale, che è così ricca nel momento attuale, degenererebbe presto, rimanendo isolata in formule banali”.
Risposta della Lega: la musica di Ravel viene vietata dai suoi Concerti.

Gennaio 1917: la madre di Ravel muore, provocando al musicista “un’orribile disperazione” che aggrava l’angoscia verso la sofferenza subita dalla gente del suo Paese durante la Guerra, nei cui anni, compone alcune opere.
Tra il 1914 e il 1917: la sua opera più importante, “in tempo di Guerra” è costituita da “Le tombeau de Couperin”; lavoro che celebra la tradizione di François Couperin, il compositore francese vissuto nel XVIII secolo, secondo cui, ogni movimento è dedicato ad un amico di Ravel morto in Guerra.

 

Anni ’20:

Periodo post-bellico: le persone vicine a Ravel si rendono conto che ha perso gran parte della sua resistenza fisica e mentale e, secondo il Musicologo Stephen Zank, < l’equilibrio emotivo di Ravel, così duramente piegato nel decennio precedente, era stato seriamente compromesso >.
Infatti, la sua non molta produzione cala ma, dopo la morte di Debussy (1918), in Francia e all’Estero, Ravel viene considerato, il principale compositore francese del periodo.
Fauré gli scrive: “Sono più felice di quanto tu possa immaginare della solida posizione che occupi e che hai acquisito in modo così brillante e così rapido. È una fonte di gioia e di orgoglio per il tuo vecchio professore”.

1920: a Ravel, viene offerta la “Legione d’Onore” (che rifiuta).
Viene giudicato dalla nuova generazione di compositori – rappresentata dai protégés di Satie – “Les Six” – come una figura importantissima.
E’ importante citare che Satie “attacca” Ravel, commentando: “Ravel rifiuta la Legion d’Onore, ma tutta la sua musica la accetta”, ma Ravel continua ad ammirare le prime musiche di Satie e riconosce sempre l’influenza che l’uomo più anziano ha giocato sul suo stesso sviluppo.
Ravel “vede” bene “Les Six”, appoggiando la loro musica e difendendola dagli attacchi dei giornali, ritenendo la loro reazione naturale e preferibile a che possano copiare il suo stile.

Per mezzo della “Société Musicale Indépendente”, incoraggia “Les Six” e i compositori di altri Paesi: Aaron Copland, Virgil Thomson e George Antheil, Vaughan Williams e i suoi colleghi inglesi Arnold Bax e Cyril Scott.

Orenstein e Zank riconoscono che Ravel, con una media di una sola composizione all’anno, comprende alcune delle sue opere più belle.

1920: termina “La Valse”, in risposta ad una commissione di Diaghilev.
Per alcuni anni, ha lavorato ad intermittenza, progettando un Pezzo da Concerto: < Una sorta di apoteosi del valzer viennese, mescolato con, nella mia mente, l’impressione di un fantastico, vortice fatale >.
Diaghilev lo respinge, dicendo: “È un capolavoro, ma non è un balletto. È il ritratto di un balletto”.
Ravel venuto a sapere del giudizio di Diaghilev, non protesta, lascia perdere e non ha più rapporti con lui, dopodiché Nichols commenta che Ravel ha la soddisfazione di vedere il balletto messo in scena due volte da altri Dirigenti prima della morte di Diaghilev.

Novembre 1920: un balletto danzato sulla versione orchestrale di “Le tombeau de Couperin” viene rappresentato al “Théâtre des Champs-Élysées” e, a dicembre, segue la “prima” de “La Valse”.

1921: all’ “Opéra” di Parigi, l’anno seguente, “Daphnis et Chloé” e “L’heure espagnole” sono ripresi con successo.

Dopoguerra: si ha una reazione contro le composizioni di vaste dimensioni di Compositori come Gustav Mahler e Richard Strauss, per cui Stravinskij, la cui “La Sagra della Primavera” è stata scritta per un’orchestra grande, comincia a lavorare su scala molto più piccola.
1923: La partitura del balletto “Les noces” è scritta per voci e ventuno strumenti.
Ravel, nonostante l’inizio di deterioramento dei rapporti di amicizia con Stravinskij, scrive in una sua lettera del 26 giugno 1923, che è entusiasta del lavoro in sintonia con la moda del “dépouillement” (lo “spogliamento” della stravaganza prebellica per rivelare gli elementi essenziali).
Anni Venti: parecchi suoi lavori hanno una struttura molto più sobria dei pezzi precedenti e, influenze su di lui, le esercitano il Jazz e l’atonalità.
Ravel preferisce il “Jazz” alla “Grand-Opéra e la sua influenza si può ascoltare nella sua musica successiva.

Idem, Anni 1920: altre opere importanti sono l’arrangiamento orchestrale della Suite per Pianoforte “Quadri di un’esposizione di Mussorgsky” (1922), l’Opera “L’Enfant et les sortilèges” su libretto di Colette (1926), “Tzigane” (1924) e la “Sonata per Violino” (1927).

Per Ravel, la vita cittadina diventa faticosa, per cui si trasferisce in campagna.

Maggio 1921: si stabilisce a “Le Belvédère, una casetta alla periferia di Montfort-l’Amaury, a 50 chilometri ad Ovest di Parigi, nel dipartimento di Yvelines.
Ravel viene accudito dalla signora Revelot, una governante “fedele”, e vive lì per la sua vita restante.
A “Le Belvédère”, Ravel compone e pratica giardinaggio, quando non va a Parigi o all’Estero per tenere dei Concerti.
Anni 1920: le sue tournées aumentano notevolmente per via dei Concerti in Gran Bretagna, Svezia, Danimarca, Stati Uniti, Canada, Spagna, Austria e Italia.

La vita in America:

1928: in Nord America, Ravel intraprende una tournée di quattro mesi, dove suona il Piano e dirige Orchestre.
La sua retribuzione è garantita per un minimo di $10.000 e una fornitura continuata di sigarette “Gauloises”.

Ha occasione di esibirsi in venticinque città con molte delle più importanti orchestre di Canada e Stati Uniti, il cui pubblico dimostra entusiasmo e le critiche sono molto buone.

A New York: durante un programma “Tutto-Ravel”, diretto da Serge Koussevitzky, mentre il compositore prende posto, tutto il pubblico si alza in piedi ed applaude, lasciando Ravel toccato da questo gesto spontaneo che osserva: “Sapete, questo non mi succede, a Parigi”.

Questa tournée segna l’apice della fama internazionale di Ravel e Orenstein nota che il musicista elenca i suoi momenti salienti non musicali: una visita alla casa di Poe, a New York; escursioni alle Cascate del Niagara ed al Grand Canyon.
Ravel non si lascia impressionare dalla sua nuova fama internazionale e riconosce che l’entusiasmo recente dei Critici non ha maggiore importanza dei loro primi giudizi, quando lo avevano definito “l’esempio più perfetto di insensibilità e mancanza di emozione”.

E’ da citare l’importante particolare secondo il quale Ravel rimane affascinato < dal dinamismo della vita americana, dalle sue grandi città, dai suoi grattacieli e dalla sua tecnologia avanzata > e che è colpito < dal suo “Jazz”, dagli “Spiritual” degli Afroamericani e dall’eccellenza delle Orchestre Americane (ma la cucina americana è tutta un’altra cosa) >.

“Boléro”:

Sempre, negli Anni 1920: la sua ultima composizione terminata è “Boléro”, la composizione che diventa il suo lavoro più famoso.
E’ una commissione per la Compagnia di Balletto di Ida Rubinstein; il brano diventa un successo di massa che lascia Ravel sorpreso, e non molto contento.
Alla “première”, un’anziana signora del pubblico esclama: “Voi siete pazzo!”; Ravel constata: “Quella vecchia signora ha capito il messaggio!”.

Tale lavoro viene reso popolare dal Direttore d’Orchestra Arturo Toscanini e viene registrato centinaia di volte ed è conosciuta la polemica sorta fra Ravel e lo stesso Toscanini dopo che il celebre Direttore < dirige il “Boléro” a New York, in prima esecuzione, il 4 maggio 1930, affrettando esageratamente il tempo e allargando il movimento nel finale >.
Ravel ricorda a Toscanini che la sua opera va eseguita con un unico tempo dall’inizio alla fine e nessuno può prendersi certe libertà.
Quando il Direttore gli risponde: “Se non la suono a modo mio, sarà senza effetto”, Ravel gli dice: “I virtuosi sono incorreggibili, sprofondati nelle loro chimere come se i compositori non esistessero”.

Da allora, tantissimi Direttori vogliono cimentarsi, non sempre con risultati eclatanti.
< L’autore aveva dato indicazioni precise sull’esecuzione del suo lavoro: “Mi auguro vivamente che nei riguardi di quest’opera non ci siano malintesi. Essa rappresenta un esperimento di una direzione particolarissima e limitata… Dopo la prima esecuzione ho fatto preparare un avviso in cui si avvertiva che il brano da me composto durava diciassette minuti.”

Ravel dice ad Arthur Honegger, uno de “I Sei” (“Les Six”), < Ho scritto un solo capolavoro: “Boléro”. Sfortunatamente non c’è musica in esso >.

 

Ultimi anni:

Inizio degli Anni Trenta: Ravel sta lavorando a due Concerti per Pianoforte e completa, per primo, il “Concerto per Pianoforte in re maggiore per la mano sinistra”.
Tale concerto gli viene commissionato dal Pianista austriaco Paul Wittgenstein che, purtroppo, ha perso il braccio destro durante la Guerra, per cui Ravel si sente incoraggiato dalle sfide tecniche del progetto: < In un’opera di questo tipo è essenziale dare l’impressione di una struttura non più esile di quella di una parte scritta per entrambe le mani >.
Ravel, non abbastanza abile da eseguire il lavoro con la sola mano sinistra, lo dimostra suonandolo con entrambe le mani.
All’inizio, Wittgenstein rimane deluso dal brano ma, dopo un lungo studio, ne resta affascinato e lo definisce un grande lavoro.
Gennaio 1932: lo presenta per la prima volta a Vienna, ottenendo un successo immediato; dopodiché, l’anno successivo, a Parigi, lo esegue sotto la direzione di Ravel.
Da segnalare: il critico Henry Prunières scrive: < Dalle battute di apertura siamo immersi in un mondo in cui Ravel ci ha introdotto solo raramente >.

Anno seguente: Ravel termina il “Concerto per Pianoforte in sol maggiore” e, nel
gennaio 1932, viene eseguito dalla solista Marguerite Long che riceve molti elogi per la partitura di Ravel, anche se non proprio per la sua direzione.
Marguerite Long, dedicataria, suona il Concerto in più di venti città europee, sotto la direzione di Ravel.
Progettano di registrarlo insieme ma, durante le sessioni, Ravel ritiene di supervisionare i procedimenti, dirottando la Direzione a Pedro de Freitas Branco.

Anni finali:

Ultimi anni: perde gradualmente la memoria e alcune capacità coordinatorie, essendone ben consapevole.

Ottobre 1932: in un incidente di taxi, Ravel riceve un colpo alla testa, ma la lesione non risulta grave all’epoca però, in uno studio condotto per il British Medical Journal nel 1988, il Neurologo R.A. Henson giunge alla conclusione che potrebbe aver aggravato una condizione cerebrale già esistente.
1927: già, gli amici intimi, sono preoccupati per l’aumento di distrazione di Ravel.
1933: dopo un anno dall’incidente, iniziano sintomi che sembrano un’afasia.
Prima dell’incidente, inizia a lavorare alla musica per un film, “Don Chisciotte” (1932), ma non può rispettare il programma di produzione, per cui Jacques Ibert scrive la maggior parte della partitura.
Per tale film, Ravel completa tre canzoni per baritono e orchestra che vengono pubblicate come “Don Quichotte à Dulcinée” con la partitura orchestrale del manoscritto scritta a mano da Ravel, ma nell’aiuto-trascrizione di Lucien Garban e Manuel Rosenthal.

1935: dopo quanto sopra, Ravel non compone più nulla e riesce solamente a realizzare ancora l’orchestrazione di “Ronsard à son âme”.

Non si conosce esattamente la natura della sua malattia; gli specialisti escludono un tumore e sospettano demenza frontotemporale, malattia di Alzheimer e malattia di Creutzfeldt-Jakob.
Nonostante non possa più scrivere Musica o esibirsi, fisicamente e socialmente, Ravel è attivo fino all’ultimo e Henson si rende conto che Ravel ha conservato la maggior parte o tutte le sue immagini uditive e può ancora sentire la Musica, nella sua testa.

1937: Ravel comincia a soffrire di dolori, per cui viene esaminato da Clovis Vincent, un noto neurochirurgo parigino che suggerisce il trattamento chirurgico.
Secondo tale luminare, è improbabile un tumore e si aspetta di trovare una dilatazione ventricolare a cui la Chirurgia può impedire di progredire.
Edouard, il fratello di Ravel, accetta questo consiglio e, dopo l’intervento chirurgico, sembra che si manifesti un miglioramento ma, purtroppo, dopo poco, cade in coma.
28 dicembre 1937: muore all’età di 62 anni.
30 dicembre 1937: ai Funerali solenni, partecipano molti artisti, tra cui Stravinskij, Poulenc, Milhaud e personalità delle Istituzioni tra cui il Ministro dell’Educazione Jean Zay.
Ravel viene sepolto accanto ai suoi genitori, in una tomba di granito, nel Cimitero di Levallois-Perret, a Nord-Ovest di Parigi.
Essendo ateo, non si tengono cerimonie religiose.

 

Incisioni:  

< Le interpretazioni di Ravel di alcune sue opere per pianoforte furono immortalate su un piano roll tra il 1914 e il 1928, anche se alcuni rulli che si suppone suonati da lui possano essere stati realizzati sotto la sua supervisione da Robert Casadesus, un pianista migliore >.

 

Onorificenze ed eredità:

< Ravel declinò non solo la “Legione d’Onore”, ma tutte le onorificenze di stato dalla Francia, rifiutando di permettere che il suo nome procedesse per l’elezione all’Institut de France.
Accettò premi stranieri, tra cui l’adesione onoraria alla “Royal Philharmonic Society” nel 1921, l’ “Ordine di Leopoldo” belga nel 1926 e un “Dottorato Onorario” presso l’Università di Oxford nel 1928.
< Dopo la morte di Ravel, suo fratello e legatario, Edouard, trasformò la casa del compositore a Montfort-l’Amaury in un Museo, lasciandola sostanzialmente come la conosceva Ravel. Dal 2018 la Maison-Musée de Maurice Ravel rimane aperta per le visite guidate.
< Negli ultimi anni, Edouard Ravel dichiarò la sua intenzione di lasciare la maggior parte del patrimonio del compositore alla città di Parigi per l’assegnazione di un “Premio Nobel per la Musica” ma, evidentemente, cambiò idea.
Dopo la sua morte nel 1960, la tenuta passò attraverso diverse mani.
Nonostante le consistenti royalties pagate per l’esecuzione della musica di Ravel, nel 2000 la rivista “Le Point” riferì che non era chiaro chi fossero i beneficiari.
Il quotidiano britannico “The Guardian” riferì nel 2001 che non erano stati raccolti soldi per i diritti d’autore per la manutenzione del “Museo Ravel” di Montfort-l’Amaury, che era in cattivo stato di conservazione.

Battuto al computer da Lauretta

 

 

Maurice Ravel nel 1925:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Maurice_Ravel_1925.jpg

File:Maurice Ravel 1925.jpg

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FILARMONICA DE “LA SCALA” diretta da Riccardo Muti esegue “BOLéRO” di MAURICE RAVEL:

 

JACQUES OFFENBACH

Jacques Offenbach (nato Jacob Eberst) nasce a Colonia il 20 giugno 1819 e muore a Parigi il 5 ottobre 1880.

E’ un compositore e violoncellista tedesco naturalizzato francese ed è considerato “Il Padre dell’Operetta”.

E’ anche uno dei più importanti compositori di Musica Popolare nell’Europa del diciannovesimo secolo.

1780 circa: Il padre di Offenbach nasce come Isaac Eberst nella città di Offenbach am Main, sul fiume Meno in Germania.
E’ Ebreo e Cantore di Sinagoga, ma cambia il suo nome in Offenbach nel 1802, quando si stabilisce a Deutz.
E’ un uomo con molti talenti: infatti, lavora come rilegatore, traduttore, editore, insegnante di musica e compositore.
1816: si trasferisce a Colonia dove, nel 1819, nasce Jacob.

1833: il padre porta Jacob a Parigi e lo fa ammettere al “Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse de Paris” come studente di Violoncello che, purtroppo, alla fine del 1834, è costretto a lasciare gli studi a causa cobdi difficoltà finanziarie.

1837: dopo alcuni lavori saltuari, Jacob trova un posto di Violoncellista nell’Orchestra dell’ “Opéra-Comique”, diventando presto conosciuto come virtuoso di tale strumento al fianco di famosi pianisti come Anton Rubinstein, Liszt, Mendelssohn e, più, spesso, con Flotow.

1844: sposa Herminie d’Alcain.

1848: si trasferisce momentaneamente in Germania per sfuggire alla violenza rivoluzionaria in Francia, dove rientrerà dopo poco.

1850: diventa Direttore d’Orchestra al “Théâtre Français” nel quale, però, trova ostilità per quanto riguarda la sua produzione musicale.
Quindi, nella Stagione dell’ “Expo”, affitta un piccolo Teatro negli Champs-Élysées che chiama “Bouffes Parisiens”, e l’inverno seguente prende un Teatro più grande in Rue Monsigny/Passage Choiseul, dove comincia una carriera di grande successo per la rappresentazione di sue Operette che, all’inizio, si limita a comporre in un atto con pochi cantanti.
A partire dal 1858: Offenbach pone fine a questa limitazione, componendo “Orfeo all’inferno”, la sua prima opera di grandi dimensioni.

1855-1861: dirige il “Théâtre des Bouffes-Parisiens”.

1873-1875: dirige il “Théâtre de la Gaîté” di Parigi.

1856: inventa il nome “Operetta” per la sua “La Rose de Saint-Flour”.

Offenbach compone circa 100 “Operette”, alcune delle quali, all’epoca, sono molto popolari, continuando a esserlo ancora oggi e, le migliori di queste uniscono la satira politica e culturale con l’arguzia della “Grande Opera”.
In un catalogo di oltre novanta operette, fra le altre, presenziano “Orfeo all’Inferno”, “La bella Elena”, “La Vie Parisienne”, “La Grande-Duchesse de Gerolstein”, “Barba Blu” e “La Périchole”.

Offenbach è molto legato alla Francia, e parecchi suoi lavori sono patriottici.

1870: scoppia la Guerra Franco-Prussiana, per cui si sposta in Germania provvisoriamente, venendo definito dalla stampa tedesca come un traditore, e da quella francese come una spia di Bismarck, per cui tutto ciò lo convince a trasferirsi in Spagna con la famiglia.
Dopo la Guerra: tornato a Parigi, le sue Operette sfacciate vengono accolte con successo dal pubblico, e segnano (anche in base a fatti politici e militari) la fine del Secondo Impero Francese di Napoleone III che ha premiato Offenbach con la “Legion d’Onore”.

1875: va in fallimento ma, l’anno seguente, recupera una buona parte delle perdite durante un Tour negli U.S.A., dove tiene 40 Concerti a New York e a Filadelfia, in occasione dell’ “Esposizione Centennale delle Arti, della Manifattura e dei Prodotti del Suolo e delle Miniere” di Filadelfia (del 1876).

1878: Offenbach ottiene altra e nuova popolarità con “Madame Favart” (costruzione fantastica sulla vita dell’attrice francese Marie-Justine Favart), e “La fille du tambour-major”, un’opera di grande fantasia musicale.
Secondo il giudizio di alcuni esperti, il suo ultimo lavoro, “I racconti di Hoffmann” (“Les contes d’Hoffmann”, tratto da tre brevi storie di E.T.A. Hoffmann) è il suo capolavoro, non terminato a causa della sua morte nel 1880 e completato dal suo amico Ernest Guiraud e dato al pubblico nel 1881.

 

Composizioni:

Opere:

. Die Rheinnixen (1864, Vienna)
. Les Contes d’Hoffmann (1881, Parigi) (rev. da Guiraud)

Balletti:

. Le Papillon, libretto di Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges e Marie Taglioni (1860 all’Opéra di Parigi con Emma Livry e Louis Mérante)

 

Operette e altri lavori:

. L’Alcôve (1847, Parigi)
. Le Trésor à Mathurin (1853, Parigi)
. Pépito (1853, Parigi)
. Luc et Lucette (1854, Parigi)
. Oyayaie, ou La reine des îles (1855, Parigi)
. Entrez, messieurs, mesdames (1855, Parigi)
. Les Deux aveugles (1855, Parigi)
. Une Nuit blanche (1855, Parigi)
. La Rêve d’une nuit d’été (1855, Parigi)
. Le Violoneux (1855, Parigi)
. Madame Papillon, libretto di Ludovic Halévy (1855, al Théâtre des Bouffes-Parisiens di Parigi)
. Paimpol et Périnette (1855, Parigi)
. Ba-ta-clan (1855, Parigi)
. Elodie, ou Le Forfait nocturne (1856, Parigi)
. Le Postillon en gage (1856, Parigi)
. Trombalcazar, ou Les criminels dramatiques (1856, Parigi)
. La Rose de Saint-Flour (1856, Parigi)
. Les Dragées du baptême (1856, Parigi)
. Le 66 (Il 66 o la lotteria di Vienna) (1856, Parigi)
. Le Savetier et le financier (1856, Parigi)
. La Bonne d’enfants (1856, Parigi)
. Les Trois baisers du diable (1857, Parigi)
. Croquefer, ou Le dernier des paladins (1857, Parigi)
. Dragonette (1857, Parigi)
. Vent du soir, ou L’horrible festin (1857, Parigi)
. Une Demoiselle en lôterie (1857, Parigi)
. Le Mariage aux lanternes (1857, Parigi) (rev. Le trésor à Mathurin)
. Les Deux pêcheurs (1857, Parigi)
. Mesdames de la Halle (1858, Parigi)
. La Chatte metamorphosée en femme (1858, Parigi)
. Orphée aux enfers (1858, Parigi), dall’Orfeo all’inferno è estratto il più celebre dei Can-can da lui composti
. Un Mari à la porte (1859, Parigi)
. Les Vivandières de la grande armée (1859, Parigi)
. Geneviève de Brabant (1859, Parigi)
. Le Carnaval des revues (1860, Parigi)
. Daphnis et Chloé (1860, Parigi)
. Barkouf (1860, Parigi)
. Le Chanson de Fortunio (1861, Parigi)
. Le Pont des soupirs (1861, Parigi)
. M. Choufleuri restera chez lui le… (1861, Parigi)
. Apothicaire et perruquier (1861, Parigi)
. Le Roman comique (1861, Parigi)
. Monsieur et Madame Denis (1862, Parigi)
. Le Voyage de MM. Dunanan père et fils (1862, Parigi)
. Les bavards (1862, Bad Ems) (Bavard et bavarde)
. Jacqueline (1862, Parigi)
. Il Signor Fagotto (1863, Bad Ems)
. Lischen et Fritzchen (1863, Bad Ems)
. L’Amour chanteur (1864, Parigi)
. Les Géorgiennes (1864, Parigi)
. Jeanne qui pleure et Jean qui rit (1864, Bad Ems)
. Le Fifre enchanté, ou Le Soldat magicien (1864, Bad Ems)
. La Belle Hélène (La bella Elena) (1864, Parigi)
. Ave Maria (1865, Parigi) [1]
. Coscoletto, ou Le lazzarone (1865, Bad Ems)
. Les Refrains des bouffes (1865, Parigi)
. Les Bergers (1865, Parigi)
. Barbe-bleue o Barbablù (1866, Parigi)
. La Vie parisienne (1866, Parigi)
. La Grande-Duchesse de Gérolstein (La granduchessa di Gérolstein) (1867, Parigi)
. La Permission de dix heures (Urlaub nach dem Zapfenstreich), libretto di Mélesville, Pierre Carmouche e Charles Nuitter, (1867, Bad Ems)
. La Leçon de chant (1867, Bad Ems)
. Robinson Crusoé (1867, Parigi)
. Le Château à Toto (1868, Parigi)
. L’Île de Tulipatan (1868, Parigi)
. La Périchole (La cantante e il dittatore) (1868, Parigi)
. Vert-vert (1869, Parigi)
. La Diva (1869, Parigi)
. La Princesse de Trébizonde (1869, Baden-Baden)
. Les Brigands (1869, Parigi)
. La Romance de la rose (1869, Parigi)
. Mam’zelle Moucheron (1870)
. Boule de neige (1871, Parigi) (rev. Barkouf)
. Le Roi Carotte (1872, Parigi)
. Fantasio, operetta in 3 atti, libretto di Paul Edme de Musset (1872, Parigi all’Opéra-Comique con Célestine Galli-Marié)
. Fleurette, oder Näherin und Trompeter (1872, Vienna)
. Der schwarze Korsar, opera buffa in 3 atti, libretto del compositore e Richard Genée (1872, Theater an der Wien)
. Les Braconniers (1873, Parigi)
. Pomme d’api (1873, Parigi)
. La Jolie parfumeuse (1873, Parigi)
. Bagatelle (1874, Parigi)
. Madame l’archiduc (1874, Parigi)
. Whittington (1874, Londra)
. Les Hannetons (1875, Parigi)
. La Boulangère a des écus (1875, Parigi)
. La Créole (1875, Parigi)
. Le Voyage dans la lune (Dalla terra alla luna) (1875, Parigi)
. Tarte à la crème (1875, Parigi)
. Pierrette et Jacquot (1876, Parigi)
. La Boîte au lait (1876, Parigi)
. Le Docteur Ox (1877, Parigi)
. La Foire Saint-Laurent (1877, Parigi)
. Maître Péronilla (1878, Parigi)
. Madame Favart (1878, Parigi)
. La Marocaine (1879, Parigi)
. La Fille du tambour-major (La figlia del tamburo maggiore) (1879, Parigi)
. Belle Lurette (1880, Parigi) (completata da Delibes)

Battuto al computer da Lauretta

 

 

Jacqes Offenbach:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:P_offenbach.jpg


.

“ORFEO ALL’INFERNO”, “CAN-CAN”:

.

“LA BELLA ELENA”, OUVERTURE:

 

 

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