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Categoria: MUSICA CLASSICA Page 1 of 2

ERMANNO WOLF-FERRARI

Ermanno Wolf-Ferrari nasce a Venezia il 12 gennaio 1876 e muore a Venezia il 21 gennaio 1948.

E’ un compositore italiano.

Nasce a Venezia da padre tedesco e da madre italiana con il nome di Ermanno Wolf dopodiché, nel 1895, aggiunge al proprio cognome quello materno, Ferrari.

Per Wolf-Ferrari la Musica non è il suo interesse primario (infatti, da bambino desidera diventare un pittore, proprio come il padre e il fratello Teodoro), ma studia Musica fin dalla prima infanzia e, la sua formazione musicale, si svolge tra Venezia e Monaco di Baviera, dove si rende conto del proprio futuro di compositore.

Lascia il Conservatorio di Monaco all’età di 19 anni e ritorna a Venezia, dove lavora come Maestro di Coro e conosce Arrigo Boito e Giuseppe Verdi.

L’esito della sua opera “Cenerentola” è infelice e spinge Wolf-Ferrari a soggiornare nuovamente a Monaco.

Il proprio stile operistico lo rinnova progressivmente osservando i suoi modelli: Mozart e Rossini; sono loro per la loro leggerezza, ma anche la tarda esperienza verdiana, in particolare, quella dell’opera “Falstaff”.

E’ impegnato per circa trent’anni come Operista: l’incontro con il Teatro di Carlo Goldoni è molto fortunato, da cui traspone in musica “Le donne curiose” (1903), “I quatro rusteghi” (1906), “La vedova scaltra” (1931) ed “Il Campiello” (1936).
In queste opere, Wolf-Ferrari rappresenta il Settecento come modello di eleganza, compostezza ed equilibrio formale: ossia, i motivi principali del loro successo conseguito nei teatri di tutto il Mondo.

E’ Direttore d’Orchestra, al Teatro “Coccia” di Novara, ne “La forza del destino” di Verdi.

Negli ultimi anni di vita, Wolf-Ferrari sceglie di dedicarsi soprattutto alla produzione strumentale.

Nonostante la “Seconda Scuola” di Vienna, emerge un senso di spontanea cantabilità e trasparenza, per cui scrive pagine come la “Suite Concertino per fagotto e orchestra”, del 1932 e l’ “Idillio-Concertino per oboe, due corni e archi”.
1936: nascono la “Suite Veneziana” e un “Trittico per orchestra”.

Anni della Seconda Guerra Mondiale: vengono creati il “Concerto per violino” e il “Concerto per violoncello” (1944).
E’ da ricordare, nell’ultimissimo periodo di vita del Musicista, un’interessante composizione “Piccolo Concerto per corno inglese, due corni e archi” (del 1947), un anno prima del suo decesso, a Venezia in “Palazzo Malipiero”, in cui trascorre gli ultimi anni della sua vita, ricevendo le visite dei suoi moltissimi estimatori.

 

Composizioni:

< Negli ultimi anni è in corso un recupero della sua musica strumentale da parte del Pianista Costantino Catena, che ha registrato le sue “Opere per Pianoforte”, le “Sonate per violino e pianoforte”, la “Sonata per violoncello e pianoforte” e il “Quintetto per pianoforte” per l’etichetta “Brilliant Classics”.

< Il lavoro di Wolf-Ferrari non è eseguito molto frequentemente (ad eccezione di molte delle sue Ouvertures e del suo intermezzo da “I gioielli della Madonna”) sebbene egli sia generalmente considerato il miglior scrittore di opere comiche italiane del suo tempo. Le sue opere ricordano spesso l’opera buffa del Settecento, ma egli scrisse anche opere più ambiziose alla maniera di Pietro Mascagni.

 

Opere liriche:

. Irene, composta nel 1895–6, ma non rappresentata
. La Camargo, Maria Pezzé Pascolato, da Alfred de Musset, composta nel 1897, ma non pubblicata
. Cenerentola (più tardi riveduta come Aschenbrödel), fiaba musicale, 3 atti, Maria Pezzè Pascolato, da Charles Perrault, 22 febbraio 1900, Venezia, Teatro La Fenice
. Le donne curiose (Die neugierigen Frauen), 3 atti, Luigi Sugana, da Carlo Goldoni, 27 novembre 1903, Monaco di Baviera, Residenztheater
. I quatro rusteghi (Die vier Grobiane), 3 atti, Luigi Sugana e Giuseppe Pizzolato, da Carlo Goldoni, 19 marzo 1906, Monaco di Baviera, Hoftheater
. Il segreto di Susanna (Susannens Geheimnis), intermezzo, 1 atto, Enrico Golisciani, 4 dicembre 1909, Monaco di Baviera, Hoftheater
. I gioielli della Madonna (Der Schmuck der Madonna), 3 atti, Enrico Golisciani e Carlo Zangarini, 23 dicembre 1911, Berlino, Kurfürstenoper
. L’amore medico (Der Liebhaber als Arzt), 2 atti , Enrico Golisciani, da L’amore medico di Molière , 4 dicembre 1913, Dresda, Semperoper
. Gli amanti sposi, opera giocosa, 3 atti, Luigi Sugana, Giuseppe Pizzolato, Enrico Golisciani e Giovacchino Forzano, da Il ventaglio di Carlo Goldoni (1765), 19 febbraio 1925, Venezia, Teatro La Fenice
. Das Himmelskleid (La veste di cielo), leggenda , 3 atti, proprio, da Pelle d’asino di Charles Perrault, 21 aprile 1927, Monaco di Baviera, Nationaltheater
. Sly, 3 atti, Giovacchino Forzano, da La bisbetica domata di Shakespeare, 29 dicembre 1927, Milano, Teatro alla Scala
. La vedova scaltra, 3 atti, Mario Ghisalberti, da Carlo Goldoni, 5 marzo 1931, Roma, Teatro dell’Opera
. Il campiello, commedia lirica, 3 atti, Mario Ghisalberti, da Carlo Goldoni, 12 febbraio 1936, Milano, Teatro Alla Scala
. La dama boba, commedia lirica , 3 atti, Mario Ghisalberti, da Lope de Vega,16 giugno 1937, Magonza, Stadttheater
. Gli dei a Tebe (Der Kuckuck in Theben), 3 atti, Mario Ghisalberti, da Ludwig Strecker, 4 giugno 1943, Hannover, Staatsoper

 

Musica vocale:

. Otto cori (1898)
. La sulamite, canto biblico in due parti per soli, coro, orchestra e organo op. 2 (1898)
. Talitha Kumi (La figlia di Giairo), oratorio per tenore, 2 baritoni, coro e orchestra op. 3 (1900). Dall’episodio detto Talitha kumi del Vangelo secondo Marco
. Quattro rispetti per voce e pianoforte op. 11 (1902)
. Quattro rispetti per voce e pianoforte op. 12 (1902)
. La vita nuova, cantica su parole di Dante per soprano, baritono, coro e orchestra op. 9 (1905 al Teatro La Fenice di Venezia con Giuseppe Pacini)
. Canzoniere: 44 rispetti, stornelli ed altri canti su versi popolari toscani, per voce e pianoforte op. 17 (1936)
. La passione, su testi tradizionali toscani, per coro op. 21(1939); anche per voce e pianoforte (1940)

 

Musica da camera:

. Quintetto per archi (1894)
. Sonata n.1 per violino e pianoforte op. 1 (1895)
. Trio n.1 per pianoforte, violino e violoncello in re maggiore op. 5 (1898)
. Quintetto con pianoforte op. 6 (1900)
. Trio n.2 per pianoforte, violino e violoncello in fa diesis maggiore op. 7 (1900)
. Sinfonia da camera per archi e fiati con pianoforte obbligato op. 8 (1901)
. Sonata n.2 per violino e pianoforte op. 10 (1901)
. Quartetto per archi op. 23 (1940)
. Quintetto per archi op. 24 (1942)
. Sonata per due violini e pianoforte op. 25 (1943)
. Sonata n.3 per violino e pianoforte op. 27 (1940 ca.)
. Sonata per violoncello e pianoforte op. 30 (1945)
. Trio per archi op. 32 (1945)
. Duo per viola d’amore (o viola da gamba) e violino (o violoncello) op. 33 (1946)
. Introduzione e balletto per violino e violoncello op. 35 (1946)

 

Musica sinfonica:

. Serenata per archi (1893)
. Idillio-concertino per oboe, due corni e archi op. 15 (1933)
. Suite-concertino per fagotto, due corni e archi op. 16 (1933)
. Suite veneziana, per piccola orchestra op. 18 (1936)
. Trittico op. 19 (1936)
. Divertimento in re op. 20 (1937)
. Arabeschi op. 22 (1940)
. Concerto in re maggiore op. 26 per violino e orchestra (1943). Dedicato a Guila Bustabo
. Symphonia brevis op. 28 (1947)
. Concerto per violoncello (Invocazione) op. 31 (1944)
. Concertino per corno inglese, due corni e archi op. 34 (1947)
. Chiese di Venezia (1948, orchestrazione incompleta)

 

Musica pianistica:

. Sei pezzi facili (1898)
. Tre Impromptus op. 13 (1904)
. Tre pezzi op. 14 (1905)

Battuto al computer da Lauretta

 

 

 

ERMANNO WOLF-FERRARI:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Ermanno_Wolf-Ferrari.jpg

File:Ermanno Wolf-Ferrari.jpg

.

I QUATRO RISTEGHI, INTERMEZZO:  https://youtu.be/su8nEthSxvg

RALPH VAUGHAN WILLIAMS

Ralph Vaughan Williams nasce a Down Ampney il 12 ottobre 1872 e muore a Londra il 26 agosto 1958.

E’ un compositore britannico, autore di sinfonie, musica da camera, opere liriche, musica corale e colonne sonore.

Ha pubblicato l’”English Hymnal”, una raccolta di arrangiamenti tipo “inno” di molte canzoni popolari britanniche e, il suo lavoro di catalogazione della Musica Popolare inglese ha inciso su buona parte della sua produzione artistica.

Vita e primi anni di Williams:

Il padre di Ralph Vaughan Williams è il reverendo Arthur Vaughan Williams (da notare: il doppio cognome Vaughan Williams, di origine gallese, è scritto senza trattino), è Vicario della città e muore nel 1875.
Il piccolo Ralph viene accudito da sua madre, Margaret Susan Wedgwood, bisnipote del vasaio Josiah Wedgwood.
Si trasferiscono a Leith Hill Place, una casa di proprietà dei Wedgwood, sulle Surrey Hills.

Charles Darwin è prozio di Ralph e, anche se appartenente ad una famiglia borghese, Vaughan Williams non dà mai per scontata la sua ricchezza, per cui lavora tutta la vita per le idee democratiche e egualitarie nelle quali crede.

La sua salvezza musicale è data dallo studio del pianoforte, durante gli anni scolastici presso la “Charterhouse School”; dopodiché, studia al “Royal College of Music” (RCM) sotto Charles Villiers Stanford.
Poi, assiste alle lezioni di Storia e Musica, al “Trinity College” dell’Università di Cambridge, dove tra i suoi amici e coetanei si trovano i filosofi G. E. Moore e Bertrand Russell.

In seguito torna al “Royal College of Music”, dove studia composizione con Hubert Parry di cui diventa amico.

Tra i suoi compagni di classe, Vaughan Williams conosce anche Leopold Stokowski (nel 1896, i due studiano insieme Organo con Sir Walter Parratt).
Stokowski, in seguito, dirigerà sei delle sinfonie di Vaughan Williams per il pubblico americano e, nel 1949, incide per la prima volta la “Sesta sinfonia” con la “New York Philharmonic”.
1958: Dirige, la “prima” della “Nona sinfonia” alla Carnegie Hall.

Al “Royal College of Music” stringe amicizia anche con Gustav Holst, compagno di scuola conosciuto nel 1895, col quale passerà molto tempo a leggere e a criticare costruttivamente le rispettive composizioni durante la loro creazione.

Vaughan Williams non ha fretta di comporre la canzone “Linden Lea” viene pubblicata per la prima volta quando il compositore ha trent’anni.

Oltre a commporre, dirige l’orchestra, è docente ed editore di musica di altri autori (da ricordare il lavoro effettuato sulla musica di Henry Purcell e la stesura dell’ “English Hymnal”).
1897: a Berlino, prende lezioni da Max Bruch e, negli anni 1907-1908, studia a Parigi con Maurice Ravel, evolvendo il suo stile orchestrale.

1904: Vaughan Williams scopre le carole e le canzoni popolari inglesi, che si stanno estinguendo a causa dell’aumento dell’alfabetizzazione e dell’arrivo della musica stampata, nelle zone rurali.

Viaggia attraverso il Paese e ricopia personalmente molte melodie.
In seguito, ne incorpora alcune nella sua musica, essendo rimasto affascinato dalla loro bellezza e dal ruolo che ricoprono nella vita della gente comune.

Contribuisce allo sviluppo dell’interesse verso il repertorio folkloristico inglese.
Ad una certa età, diventa Presidente della “English Folk Dance and Song Society” (EFDSS), la quale, in segno di riconoscenza verso il suo lavoro, in questo campo, gli intitola la “Vaughan Williams Memorial Library”.

In questo periodo si lega ad importanti scrittori appassionati di Musica Popolare (da ricordare il reverendo George B. Chambers).

1905: Vaughan Williams dirige il primo concerto al “Leith Hill Music Festival” a Dorking. Partecipa al Festival come Direttore d’Orchestra fino al 1953, quando subentra il suo successore William Cole.

1909: compone la musica di scena per “Le vespe di Aristofane”, commedia interpretata all’Università di Cambridge nel “Cambridge Greek Play”.

1910: il suo primo grande successo lo consegue dirigendo la prima della “Fantasia su un tema di Thomas Tallis” (al “Three Choirs Festival”, nella Cattedrale di Gloucester) e la sua sinfonia corale “A Sea Symphony (la No. 1)”.

1914: la sua fama aumenta maggiormente con “A London Symphony (Sinfonia No. 2)” diretta da Geoffrey Toye.

 

Ultime opere di Williams:

1905: Vaughan Williams fonda il “Leith Hill Music Festival” e vi collabora per tutta la vita.

1958: prima di decedere, completa altre tre sinfonie.

La “Settima”, chiamata “Sinfonia Antartica” (basata sulla sua colonna sonora del film “Scott of the Antarctic” del 1948), esprime il continuo interesse di Vaughan Williams per la sperimentazione sonora e strumentale.

L’”Ottava sinfonia”, la cui prima avviene nel 1956, è seguita dalla “Nona sinfonia in mi minore” (1956-1957), lavoro di maggiori dimensioni che, nel maggio del 1958, debutta solo tre mesi prima del decesso di Vaughan Williams e, all’inizio, ha un’accoglienza modesta a causa del clima tenebroso ed enigmatico ma, in seguito, tale clima risulta essere un punto d’arrivo che soddisfa il suo ciclo sinfonico.

La serie di lavori corali e strumentali (tra cui il “Tuba Concerto”, “An Oxford Elegy” su testi di Matthew Arnold e la cantata natalizia “Hodie”) viene terminata, dopodiché arrangia “The Old One Hundredth Psalm Tune” per l’Incoronazione della Regina Elisabetta II.

Quando muore, rimangono incompiuti un “Concerto per violoncello”, l’opera “Thomas the Rhymere” la musica per un dramma natalizio (“The First Nowell”: viene completata dal suo collaboratore, Roy Douglas).

Nell’opera “The Pilgrim’s Progress”, cambia il nome dell’eroe (dal “Christian di John Bunyan a Pilgrim”) e musica l’Inno di Bunyan “Who would true valour see” usando come melodia “Monk’s Gate”, canzone popolare della regione del Sussex.

Per molti Cristiani inglesi praticanti, la più familiare tra le sue composizioni sarebbe “Sine nomine” (“Hymn tune” scritto per essere adattato al testo di “For All the Saints” (scritto dal vescovo William Walsham How).

Il brano, composto per musicare il “Discendi, Amor santo di Bianco da Siena” (1350 circa-1399) è intitolato “Down Ampney”, in onore del suo luogo di nascita.

Williams è anche incaricato come Tutor al Birkbeck College.

Negli Anni Cinquanta, Vaughan Williams supervisiona le registrazioni di tutte le sue sinfonie (tranne la “Nona”) dirette da Sir Adrian Boult con la “London Philharmonic Orchestra” (Decca).

Alla fine delle sessioni di registrazione della “Sesta”, Vaughan Williams tiene un breve discorso, ringraziando Boult e gli orchestrali “con tutto il cuore” per la loro esibizione e, tale discorso è incluso dalla Decca nell’LP.

Vaughan Williams muore la notte precedente l’inizio delle sessioni relative alla “Nona Sinfonia” (per la Everest Records), sempre con Boult; morte che impone al Direttore di annunciare ai musicisti che la loro esecuzione sarebbe un tributo postumo all’immagine del compositore.
Tutte queste registrazioni, compresi gli interventi del compositore e di Boult sono state ripubblicate dalla Decca su CD.

Vaughan Williams è una figura importante nella musica britannica per via dell’amicizia che stringe con molti Compositori e Direttori d’Orchestra più giovani di lui e per merito della sua lunga carriera come insegnante e docente universitario.
I suoi scritti sulla Musica rimangono sempre dei documenti stimolanti, in particolare il suo appello affinché ogni persona sappia comporre la “propria” musica, a prescindere dal livello qualitativo e dalla complessità.

Vaughan Williams è sepolto nell’Abbazia di Westminster.

 

Matrimoni:

Ralph Vaughan Williams contrae due matrimoni:

. La sua prima moglie è Adeline Fisher (figlia dello storico Herbert William Fisher), sposata nel 1896.

Adeline è cugina di Ruth Fisher de Ropp, la madre di Robert S de Ropp, e il padre di Robert, un nobile europeo che perde le proprie ricchezze, non è in grado di pagare gli studi universitari del figlio.
Quindi, Ralph e Adeline Vaughan Williams si addossano la spesa: Robert studia Biologia al “Royal College of Science”, dove consegue il PhD.
Successivamente, ottiene successo come ricercatore e scrive anche dei libri sul potenziale umano, tuttora conosciuti e apprezzati.
Adeline Fisher Vaughan Williams muore nel 1951, dopo anni di sofferenze dovute ad un’artrite paralizzante.

1938: Vaughan Williams intrattiene una relazione con Ursula Wood (poetessa già sposata, minore di trentanove anni del musicista).
1938: muore il primo marito di Ursula, la quale diventa assistente personale e consigliera letteraria di Ralph, dopodiché si trasferisce nella casa del compositore (nel Surrey).
La moglie Adeline sembra accettare la relazione fra il marito e Ursula e, da quando si ammala, fino alla morte (avvenuta nel 1951), la stessa Ursula si prende cura di lei.

Ursula Wood scrive il libretto per il lavoro corale “The Sons of Light”, e contribuisce alla stesura di quelli de “The Pilgrim’s Progress” e “Hodie”.

Ursula e Ralph Vaughan Williams si sposano nel 1953 e si trasferiscono a Londra, rimanendo nel loro appartamento a Hanover Terrace nº 10 fino alla morte di Ralph (nel 1958).

1964: la Wood pubblica “RVW: A Biography of Ralph Vaughan Williams” e ricopre la carica di presidentessa onoraria della “Ralph Vaughan Williams Society” fino alla morte avvenuta nel 2007.

 

Stile:

Anche la musica di Vaughan Williams è descritta come tipicamente inglese, oltre a quella di Gustav Holst, Frederick Delius, George Butterworth e William Walton.

lo stile di Vaughan Williams esprime apprezzamento e interesse verso le melodie popolari ma, nel contempo, la sua musica evidenzia, in maniera molto velata e sottile, il sentimento patriottico nei confronti della terra nativa, originato dal gusto per i vecchi paesaggi e per l’intensa reazione sensibile che essi richiamano alla mente degli studiosi.

A volte, i suoi primi lavori sono influenzati da Ravel, suo Maestro per tre mesi, a Parigi (nel 1908), però Ravel definisce Vaughan Williams “l’unico dei suoi alunni che non componga musica uguale a quella del Maestro”.

 

Composizioni: di seguito un catalogo delle opere:

Opere liriche:

. Hugh the Drover or Love in the Stocks (1910–20). Ballad opera romantica. Libretto: Harold Child
. Sir John in Love (1924–28), dal quale deriva un arrangiamento della Fantasia on “Greensleeves” di Ralph Greaves
. The Poisoned Kiss (1927–29); rivisto nel 1936–37 e nel 1956–57). Libretto: Evelyn Sharp (in seguito modificato da Ursula Vaughan Williams)
. Riders to the Sea (1925–32), dall’omonimo dramma di John Millington Synge
. The Pilgrim’s Progress (1909–51), basata sull’allegoria di John Bunyan
. The Shepherds of the Delectable Mountains (1921). Libretto: Ralph Vaughan Williams (da John Bunyan) (In seguito incorporata, tranne la sezione finale, inThe Pilgrim’s Progress)

 

Musica di scena:

. The Wasps (1909; per Le vespe di Aristofane; più conosciuta per la suite orchestrale che ne è stata tratta)
. The Bacchae (1911; per Le Baccanti di Euripide)
. The Death of Tintagiles (1913; per il dramma omonimo di Maurice Maeterlinck del 1894)

 

Balletti:

. Old King Cole (1923)
. On Christmas Night (1926)
. Job: A Masque for Dancing (1930, Norfolk & Norwich Festival)
. The Running Set (1933)
. The Bridal Day (1938–39)

 

Lavori orchestrali:

Sinfonie:

A Sea Symphony (sinfonia no. 1), una sinfonia corale su testi di Whitman (1903–1909)
A London Symphony (sinfonia no. 2) (1913)
A Pastoral Symphony (sinfonia no. 3) (1921)
Sinfonia n. 4 in fa minore (1931–34)
Sinfonia n. 5 in re maggiore (1938–43)
Sinfonia n. 6 in mi minore (1944–47, rivista nel 1950)
Sinfonia antartica (Sinfonia no. 7) (1949–52) (parzialmente basata sulla musica da lui composta per il film La tragedia del capitano Scott)
Sinfonia n. 8 in re minore (1953–55)
Sinfonia n. 9 in mi minore(1956–57)
Heroic Elegy and Triumphal Epilogue (1900)
In the Fen Country, per orchestra (1909) nella Queen’s Hall di Londra diretta da Thomas Beecham
Norfolk Rhapsody No. 1 (1906, rev. 1914))[21]
The Wasps, suite (1909; vedi musica di scena sopra)
Fantasia su un tema di Thomas Tallis (1910, rivista nel 1913 e nel 1919)
March: Sea Songs (1923), arrangiata per orchestra nel 1924 dal compositore stesso
Prelude and Fugue in C minor (1930)
The Running Set (1933)
Fantasia on “Greensleeves” (1934)[22]
Two Hymn Tune Preludes (1936)
Partita for Strings (1938)
Five Variants of Dives and Lazarus (1939)
Household Music (1940)
Concerto Grosso, per tre sezioni di archi richiedenti diversi livelli di preparazione tecnica (1950)
Prelude on an Old Carol Tune (1952)
Flourish for Glorious John (1957)

 

Concerti :

Violino:

The Lark Ascending per violino o orchestra (1914)
Concerto Accademico per violino and orchestra (1924–25)

 

Viola:

Flos Campi per viola, coro senza parole e piccola orchestra (1925)
Suite per viola e piccola orchestra (1934)
Romanza per viola e piano (1925–1934 circa)

Pianoforte:

Concerto per pianoforte in do maggiore (1926–31)
Concerto per due pianoforti e orchestra (1946; rielaborazione del precedente concerto per pianoforte)
Concerto per oboe in la minore, per oboe e archi (1944)
Fantasia (quasi variazione) on the Old 104th Psalm Tune per pianoforte, coro e orchestra (1949)
Romanza in re maggiore per armonica e orchestra (1951) (scritta per Larry Adler)
Concerto per tuba in fa minore (1954)

 

Lavori corali:

The Garden of Proserpine, cantata per soprano, coro e orchestra, adattamento di Algernon Swinburne (1899)[23]
A Cambridge Mass, Missa brevis per coro SATB, doppio coro e orchestra (1899); Esercizio per il dottorato, eseguito per la prima volta il 3 marzo 2011.[24][25][26][27]
Toward the Unknown Region, canzone per coro e orchestra, da Walt Whitman (1906)
Five Mystical Songs per baritono, coro e orchestra, da George Herbert (1911)
Fantasia on Christmas Carols per baritono, coro e orchestra (1912); arrangiato anche per orchestra ridotta e organo, archi e percussioni)
Messa in sol minore per coro a cappella (1922)
Sancta Civitas (The Holy City) oratorio, con testo tratto principalmente dal Libro della Rivelazione (1923–25)
Te Deum in sol maggiore (1928)
Benedicite per soprano, coro e orchestra (1929)
In Windsor Forest, adattato dall’opera Sir John in Love (1929)
Three Choral Hymns (1929)
Magnificat per contralto, coro femminile, e orchestra (1932)
Five Tudor Portraits per contralto, baritono, coro e orchestra (1935)
Dona nobis pacem, testo di Walt Whitman e altri (1936)
Festival Te Deum per coro e orchestra (o organo, in alternativa a quest’ultima) (1937)
Serenade to Music per sedici solisti e orchestra, da Il mercante di Venezia di William Shakespeare, dedicata a Sir Henry Joseph Wood e scritta in occasione del suo giublieo (1938)
Six Choral Songs To Be Sung In Time Of War (1940)
A Song of Thanksgiving (in origine Thanksgiving for Victory) per narratore, soprano solo, coro di voci bianche, coro misto, e orchestra (1944)
An Oxford Elegy per narratore, coro misto e piccola orchestra (1949)
Three Shakespeare Songs per coro SATB a cappella, composto per il The British Federation of Music Festivals National Competitive Festival (1951)
O Taste and See, una versione in chiave mottettistica del salmo 34:8. La versione originale (per coro SATB) venne composta per l’incoronazione di Elisabetta II, nel 1953
Hodie, Cantata natalizia (1954)
Folk songs of the Four Seasons Cantata per voci femminili accompagnate da pianoforte o orchestra (1950).
Epithalamion per baritono solo, coro, flauto, piano e archi (1957)
A Choral Flourish per coro SATB a cappella, composto per un grande evento corale tenutosi nella Royal Albert Hall in onore di Alan Kirby (c. 1952)
O How Amiable (1934) Arrangiamento di un inno per coro e organo, in origine scritto per l’Abinger Pageant

 

Arrangiamenti di inni cristiani:

Vaughan Williams fu il curatore musicale dell’ “English Hymnal” (1906), e il coeditore (assieme a Martin Shaw) delle “Songs of Praise” (1925) e dell’ “Oxford Book of Carols” (1928). Queste ultime due raccolte furono stampate con la collaborazione di Percy Dearmer.
. A Hymn of Glory Let Us Sing
. All Creatures of Our God and King
. Alleluia, Sing to Jesus.
. Amid the Thronging Worshippers
. At the Name of Jesus
. “Come Down, O Love Divine” testo dell’inno di Bianco da Siena (“Discendi, Amor santo” del 1434).
Il brano è intitolato “Down Ampney”, in onore del luogo di nascita di Vaughan Williams
. Come, Let Us with Our Lord Arise inno pasquale
. Come Thou Long Expected Jesus carola per il periodo dell’Avvento
. For All the Saints armonizzato da “Sine Nomine”
. God Be With You Till We Meet Again
. I Love You Lord, My Strength, My Rock
. I Sing the Mighty Power of God
. Jesus, Lord, Redeemer.
“Let All Mortal Flesh Keep Silence”, testo dall’inno cherubinico della Liturgia di San Giacomo, armonizzato sulla melodia della canzone popolare francese Jésus-Christ s’habille en pauvre, conosciuta nei paesi anglosassoni come Picardy (1906)
. Make Room Within My Heart, O God
. My God, My God, O Why Have You Forsaken Me? un lamento per i servizi del Venerdì Santo, durante il Tempo di Passione
. O Come to Me, the Master Said
. “O Little Town of Bethlehem” celebre canto natalizio con testo dell’americano Phillips Brooks e musica dal tune inglese “Forest Green”
. O Sing a Song of Bethlehem
. On Christmas Night All Christians Sing
. When the Church of Jesus

 

Musica Vocale:

. “Linden Lea”, canzone (1901)
. The House of Life, sei sonetti di Dante Gabriel Rossetti, messi in musica nel 1904
. Songs of Travel (1904)
. “The Sky Above The Roof” (1908)
. On Wenlock Edge, ciclo di canzoni per tenore, pianoforte e quartetto d’archi (1909)
. Along the Field, for tenor and violin
. Three Poems by Walt Whitman per baritono e pianoforte (1920)
. Four Poems by Fredegond Shove: per baritono e pianoforte (1922)
. Four Hymns: per tenore, viola in obbligato e pianoforte (1914)
. Merciless Beauty per tenore, due violini e violoncello
. Four Last Songs da lavori poetici di Ursula Vaughan Williams
. Ten Blake songs, ciclo di canzoni per voce acuta e oboe (1957)

 

Musica da camera e strumentale:

. Quartetto d’archi in do minore (1897) (una tra le prime composizioni)
. Quartetto d’archi no. 1 in sol minore (1908)
. Quartetto per archi n. 2 in la minore (“per Jean, in occasione del suo compleanno” 1942–44)
. Phantasy Quintet per 2 violini, 2 viole e violoncello (1912)
. Quintetto con pianoforte in do minore per violino, viola, violoncello, contrabbasso e pianoforte (1903)
. Sonata in la minore per violino e pianoforte (1952)
. Romanza per viola e pianoforte (anno di composizione non conosciuto)
. Six Studies in English Folk Song, per violoncello e pianoforte (1926)
. Romanza per armonica con archi e pianoforte (1952)

 

Lavori per organo:

. Three Preludes on Welsh Hymn Tunes (in italiano: Tre preludi su temi gallesi, ovvero Bryn Calfaria, Rhosymedre, Hyfrydol) (1920)
. Preludio e fuga in do minore (1921)
. A Wedding Tune for Ann (1943)
. The Old One Hundredth Psalm Tune, armonizzazione e arrangiamento per l’incoronazione di Elisabetta II d’Inghilterra (1953)
. Two Organ Preludes (The White Rock, St. David’s Day) (1956)

 

Film, radio, e colonne sonore per la TV:

. Gli invasori – 49º parallelo (49th Parallel), 1940, il suo primo lavoro per il grande schermo.
. Coastal Command, 1942
. Adattamento di The Pilgrim’s Progress per la BBC, 1942
. The People’s Land, 1943
. The Story of a Flemish Farm, 1943
. Stricken Peninsula, 1945
. The Loves of Joanna Godden, 1946
. La tragedia del capitano Scott, 1948, in parte reimpiegata nella Sinfonia antartica (sinfonia no. 7)
. The England of Elizabeth
. Bitter Springs, 1950

 

Banda di fiati:

. Rhosymedre (basato su un tune popolare gallese per organo) per banda da concerto (1920)
. English Folk Song Suite per banda militare (1923)
. Sea Songs (1923)
. Toccata Marziale per banda militare (1924)
. Overture: Henry V per brassband (1933/34)
. Flourish for Wind Band (1939)
. Prelude on Three Welsh Hymn Tunes arrangiato per brassband nel 1955 dall’omonimo brano per organo, e pubblicato da Salvationist Publishing and Supplies
. Variations per brass band (1957)

 

Registrazioni:

La musica di Vaughan Williams viene frequentemente eseguita e registrata.
Le prime incisioni di singole sinfonie, da parte di Henry Wood (Londra), John Barbirolli (per la quinta), Adrian Boult e Leopold Stokowski (entrambi per la sesta), e Vaughan Williams stesso (che diresse la quarta), sono state seguite da numerosi cicli completi. L’interpretazione di Stokowski della quarta sinfonia, trasmessa nel 1943 dalla NBC, è stata pubblicata anche su CD.
Lo stesso vale per l’ottava, da lui diretta ai Proms del 1964 con la BBC Symphony Orchestra. Sir Eugene Goossens registrò la versione del 1920 di A London Symphony con l’Orchestra Sinfonica di Cincinnati per la RCA Victor nel 1941.
Questa è l’unica incisione esistente di quella prima edizione della sinfonia. La Decca, nei primi anni cinquanta pubblicò le sinfonie dalla prima all’ottava, dirette da Boult, che poi si occupò dell’esecuzione della nona per la Everest label (1958); Boult le ri-registrò tutte e nove per la EMI (tra il 1967 e il 1972). Seguirono altri cicli completi, diretti da André Previn, Bernard Haitink, Bryden Thomson, Vernon Handley, Leonard Slatkin e Richard Hickox.
Anche direttori non inglesi hanno registrato singole sinfonie di Vaughan Williams: sia Dimitri Mitropoulos che Leonard Bernstein registrarono la quarta sinfonia con la New York Philharmonic (la stessa orchestra con la quale Stokowski incise, per la prima volta in assoluto nel 1949, la sesta).
Il lavoro in questione venne registrato anche dalla Utah Symphony nel 1966, sotto la bacchetta di Maurice Abravanel.
La quarta e la sesta vennero inoltre dirette e registrate da Paavo Berglund. In commerciò è disponibile il CD con la prima assoluta portoghese della nona sinfonia, con Pedro de Freitas Branco sul podio (per l’Orchestra Sinfonica Nazionale del Portogallo).
Lo stesso vale per la prima americana della nona, diretta da Stokowski alla Carnegie Hall (1958), e dedicata alla memoria del compositore. Venne pubblicata su CD dalla Cala Records.
Una prima edizione della quinta sinfonia, diretta da Vaughan Williams stesso nel 1952, è stata edita nel Regno Unito dalla Somm Recordings.
David Willcocks si è invece occupato della valorizzazione di buona parte della produzione corale (per la EMI negli anni sessanta e settanta). Seguono alcune performance (pluripremiate) dei quartetti d’archi per la Naxos Records, etichetta che insieme alla Hyperion e la Chandos ha contribuito a diffondere e far conoscere molto materiale inedito e trascurato (tra cui i lavori per brass band e le opere liriche, poco eseguite).
La EMI Classics ha pubblicato un cofanetto da 30 CD (più di 34 ore di durata), con quasi tutti i lavori di Vaughan Williams, dedicando spazio anche alle versioni alternative.

 

Onorificenze:

Membro dell’Ordine al Merito del Regno Unito – nastrino per uniforme ordinaria Membro dell’Ordine al Merito del Regno Unito
— 3 giugno 1935

Battuto al computer da Lauretta

 

 

Raph Vaughan Williams con la moglie Adeline (1917):

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Ralph_Vaughan_Williams_1917_with_Adeline.png

File:Ralph Vaughan Williams 1917 with Adeline.png

 

CLARA WIECK SCHUMANN

Clara Josephine Wieck Schumann nasce a Lipsia il 13 settembre 1819 e muore a Francoforte sul Meno il 20 maggio 1896.

E’ una pianista e compositrice tedesca ed è una delle pianiste più importanti dell’era romantica.

 

Friedrich Wieck:

Clara è una personalità forte, orgogliosa e determinata, con qualità proprie e la sua predisposizione alla Musica deriva da una famiglia che la esercita da generazioni:
. Il padre di Clara, Johann Gottlob Friedrich Wieck, studia Teologia ma è appassionato di Musica, e fonda una Fabbrica di Pianoforti.
. La madre, Marianne Tromlitz, è Cantante e Pianista.
. Il padre di Marianne è Cantore a Plauen.
. Il nonno di Marianne, Johann George Tromlitz, è stato un celebre Flautista e Compositore.

1816: matrimonio dei genitori di Clara che hanno cinque figli (Adelheid, morta prima che la secondogenita nasca; Clara; Alwin; Gustav; Viktor).

Marianne, durante i primi anni di matrimonio, continua ad esibirsi e a dare lezioni di Canto e Pianoforte, riuscendo ad occuparsi della casa.
Presto, iniziano i disaccordi col marito e, dopo la nascita di Viktor, Marianne e Friedrich sono già separati e ottengono il divorzio nel gennaio dell’anno seguente, nel 1825.

Qualche mese dpo, Marianne sposa Adolph Bargiel, Insegnante di Musica, da anni amico comune della coppia.
Gli dà un figlio, Woldemar, che diventerà un Compositore rilevante.

1828: Friedrich Wieck sposa Clementine Fechner, più giovane di lui di vent’anni.
Clementine le dà una figlia, Marie, alla quale Wieck insegna il pianoforte.

Presto, Wieck si accorge del talento di Clara e decide di farle seguire corsi privati, soprattutto per farla diventare una virtuosa del pianoforte.
Annota fatti e avvenimenti in prima persona quando Clara non sa esprimersi correntemente per iscritto ma, più tardi esige di leggere quanto lei vi scrive.

Wieck insegna personalmente il pianoforte alla figlia attraverso il suo metodo pedagogico che ne fa una Concertista fortemente celebrata: metodo che viene applicato con successo anche da Robert Schumann e Hans von Bülow.
Wieck non rispetta i diritti dell’infanzia e, una volta che Clara si è allontanata dall’intransigenza paterna, la figlia inserisce nei suoi programmi pagine di Ludwig van Beethoven o Johann Sebastian Bach e, comunque, viene sempre accompagnata in tournée dal padre che si preoccupa dei contratti, della sala e dello strumento, portando con sé tutto l’occorrente necessario ad accordare e riparare i pianoforti a coda sui quali Clara suonerà.

Pare che Clara inizi a parlare verso i quattro anni, dopo avere trascorso un anno in casa dei nonni, lontana dal padre.
Ha cinque anni quando comincia i Corsi Intensivi di Pianoforte e il suo primo Concerto lo tiene il 20 ottobre 1829 presentando, con un’altra allieva di suo padre, un pezzo a quattro mani di Friedrich Kalkbrenner.
Pare che si esibisca anche di fronte a Goethe, Niccolò Paganini e Franz Liszt.

Tiene concerti in parecchie città e, all’età di 18 anni, a Vienna, riceve la Nomina di “Virtuosa da Camera dell’Imperatore”.

Da Compositrice crea:
. Le “Quatre Polonaises op. 1”: pubblicate quando ha appena dieci o undici anni.
. “Caprices en forme de Valse”, “Valses romantiques”, “Quatre pièces caractéristiques”, “Soirées musicales”, un “Concerto per pianoforte” e molte altre pagine ancora come i “Lieder per voce e pianoforte” e, soprattutto, il suo “Trio in sol minore per pianoforte, violino e violoncello op. 17”, riconosciuto come il suo capolavoro.

Ha 16 anni quando si innamora di Robert Schumann, allievo di suo padre.
12 settembre 1840: alla vigilia del proprio ventunesimo compleanno e in opposizione alla volontà del padre, lo sposa (Wieck è convinto che Schumann sia incline all’alcolismo cosa, poi, risultata in gran parte vera e che avrà scarsissimo successo come musicista, anche per via delle sue idee innovative in fatto di composizione).

I primi anni di matrimonio sono sereni: Robert si dedica alla Composizione e, inoltre, nel periodo 1843-1844, insegna nel Conservatorio di Lipsia, invitato dal suo fondatore, l’amico Felix Mendelssohn Bartholdy.
Poi, preferisce seguire la moglie nella tournée in Russia.
Dopodiché, si stabiliscono a Dresda, dove Robert si dedica unicamente alla Composizione.

Seguendo il marito negli spostamenti successivi, Clara lo assiste da quando i sintomi della sua instabilità mentale si manifestano e poi si aggravano durante gli anni seguenti, in particolare, a Düsseldorf dove – nel 1850 – il marito trova impiego come Direttore Musicale.
Robert soffre di amnesie, rimane assorto per ore e si rivela un pessimo Direttore d’Orchestra.
Il suo stato gli provoca il licenziamento e, in seguito, nel febbraio 1854, viene salvato da barcaioli durante un tentativo di suicidio nel Reno, per cui viene internato nel manicomio di Endenich, presso Bonn, dove muore due anni dopo.

 

Carriera dopo la morte del marito:

Robert Schumann muore il 29 luglio 1856, dopodiché, Clara Wieck Schumann, la sua vedova, si dedica soprattutto all’interpretazione dei lavori del marito.
Quando, per la prima volta, sempre nel 1856 – grazie all’amico Compositore William Sterndale Bennett – visita in gran parte l’Inghilterra, la Critica si pronuncia contro la musica di Schumann con disapprovazione.

1865: Clara torna a Londra e continua (eccetto il periodo 1878-1882) con le sue esibizioni, annualmente; in Inghilterra, comunque, tiene concerti ogni anno tra il 1885 e il 1888.

Le interruzioni di Clara dal proprio lavoro pianistico sono frequenti, dal momento che incontra periodi di forte affaticamento che provocano una vera e propria patologia.
1873-1875: infatti, la pianista è costretta a cancellare tutti gli impegni per i fortissimi dolori che sente.
Secondo la Medicina moderna, la cosa verrebbe identificata come “sindrome da sovraccarico”: è cosa caratteristica di alcuni musicisti che arrivano a suonare fino a 15 ore al giorno.
Per cui, Clara, soffrendo di dolori acutissimi alle braccia a causa di superlavoro, solamente nel 1875 riceve un miglioramento grazie alle tecniche innovative interdisciplinari per la lotta al dolore introdotte da Friedrich von Esmarch, a Kiel.
Il suo quadro clinico migliora grazie alle cure, ma è obbligata a diminuire l’attività concertistica e a non inserire nel suo repertorio i pezzi più impegnativi fisicamente, tra cui il “Primo” e il “Secondo Concerto per Pianoforte di Brahms”, che la lasciano senza forze.

All’inizio, prova interesse per i lavori di Liszt però, successivamente, sviluppa un visibile risentimento contro di lui, per cui smette di suonare qualsiasi suo lavoro e cancella la dedica a Liszt, fatta dal marito, della “Fantasia in do maggiore op. 17”, al lato della pubblicazione dell’opera completa.

1870: rifiuta di partecipare al “Festival per il Centenario di Beethoven” di Vienna quando viene a conoscenza che Franz Liszt e Richard Wagner vi parteciperanno, oltre a mostrarsi particolarmente spietata nelle sue critiche verso Wagner.
Infatti, dice del “Tannhäuser” che “si consuma nelle atrocità”; descrive il “Lohengrin” come “orribile”; e definisce il “Tristano e Isotta” come “La cosa più ripugnante che io abbia mai visto o sentito in tutta la mia vita”.

1878: è sua la “Prima Cattedra di pianoforte” alla “Hochschule für Musik” di Francoforte sul Meno; incarico che mantiene fino al 1892 e dove contribuisce ampiamente alla innovazione della moderna tecnica pianistica.

12 marzo 1891: a Francoforte, Clara Schumann tiene il suo ultimo concerto pubblico.
L’ultimo lavoro che presenta sono le “Variazioni su un Tema di Haydn” di Brahms, nella versione “per due pianoforti (op. 56a)”.

26 marzo 1896: viene colpita da un ictus.
20 maggio 1896: muore all’età di 77 anni.
È sepolta a Bonn, nel Cimitero “Alter Friedhof”, nella stessa tomba del marito.

 

Omaggi cinematografici e teatrali:

Cinema:

In quattro occasioni, il Cinema ha ricordato Clara Wieck Schumann:

. Nel 1944, il film “Träumerei” vede Hilde Krahl nel ruolo della pianista.

. Nel 1947, Katharine Hepburn interpreta la musicista in “Song of Love” (“Canto d’amore”); nello stesso film Paul Henreid è Robert Schumann, mentre Robert Walker impersona il giovane Brahms.

. Nel 1983, esce il film “Frühlingssinfonie” (“Sinfonia di primavera”) con Nastassja Kinski.

. Nel 2008, esce il film “Geliebte” Clara con Martina Gedeck.

 

Teatro:

2010: Imma Battista, pianista e scrittrice, scrive un testo teatrale intitolato “Casa Schumann”.
Testo che viene rappresentato il 27 luglio 2010, a Roma, a “Palazzo dei Conservatori – Musei Capitolini”, nell’ambito del progetto “Roma in Scena”.
Paola Gassman nel ruolo di Clara Schumann e Ugo Pagliai nel ruolo di Robert Schumann sono gli attori mentre, al pianoforte, l’esecutrice è la stessa Imma Battista.

Idem, 2010: Maria Grazia Calandrone, poetessa e drammaturga, scrive un testo teatrale su Clara Schumann, intitolato “Pochi avvenimenti, felicità assoluta” (interpretato, prima, da Sonia Bergamasco e, poi, da Gaia De Laurentiis), testo che viene rappresentato nei maggiori teatri italiani ed eseguito in diretta radiofonica per i Concerti del Quirinale il 30 gennaio 2011.

2008: in Italia la scrittrice romana Valeria Moretti, scrive, per il teatro, il monologo “Clara Schumann” (sottotitolato: “Il viaggio di Clara”).
2010: il lavoro debutta al Teatro “Regio” di Torino, con Giuliana Lojodice (il testo viene tradotto da Sandro Damiani per “La Mongolfiera” Edizioni, con prefazione di Guido Davico Bonino) ed è rappresentato in Croazia, avendo per protagonista l’attrice Ksenija Prohaska: si tratta di un atto unico che appartiene al repertorio dell’artista di Spalato, accompagnata dalla concertista ucraina Iryna Smirnova-Nikolenko.

 

Battuto al computer da Lauretta

 

 

 

CLARA SCHUMANN:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:E_Bendemann_-_Clara_Schumann_(Kohlezeichnung_1859).jpg

File:E Bendemann - Clara Schumann (Kohlezeichnung 1859).jpg

 

CARL MARIA VON WEBER

Carl Maria Friedrich Ernst von Weber nasce ad Eutin il 18 novembre 1786 e muore a Londra il 5 giugno 1826.

E’ un compositore, direttore d’orchestra e pianista tedesco.

Lo sviluppo della musica romantica in Germania viene molto influenzata dalla musica di Weber, in particolare dalle sue opere liriche.
Sono suoi molti lavori per clarinetto, dove effettua innovazioni e la sua musica sacra cattolica è molto conosciuta, nella Germania dell’Ottocento.

Essendo interessato alle canzoni popolari, Weber è anche giornalista musicale, oltre ad imparare l’arte litografica per stampare da sé i propri lavori.

E’ uno dei primi musicisti ad utilizzare la tecnica del “Leitmotiv”, ossia il “motivo conduttore”.

Le sue opere sono l’ispirazione per i lavori del giovane Richard Wagner, sempre suo grande estimatore, che promuove la traslazione delle ceneri weberiane da Londra a Dresda, nel 1844.

 

I primi anni di Weber e la famiglia:

Carl Maria von Weber è figlio di Franz Anton von Weber (sembra che la particella nobiliare “von” nel cognome non spetti) e della sua seconda moglie, Genovefa Brenner, un’attrice.
E’ il maggiore dei tre figli, non si conosce il giorno esatto della nascita, ma si sa con certezza che viene battezzato il 20 novembre.
Franz Anton, il padre, inizia la sua carriera come Ufficiale Militare del Ducato di Holstein, diventando, in seguito, Direttore Musicale di vari teatri.
Nel 1787, si trasferisce ad Amburgo dove fonda una compagnia teatrale.

Il fratello/zio paterno, Franz Fridolin Weber, è il padre di Constanze Weber che, il 4 agosto 1782 diventa la moglie di Wolfgang Amadeus Mozart.
Per cui, Carl Maria von Weber è cugino di secondo grado (acquisito) di Mozart.

Il padre di Weber provvede ad una vasta educazione del figlio, educazione che, però, è continuamente interrotta dai continui spostamenti della famiglia.

1796: Weber continua gli studi musicali a Hildburghausen con il suo Maestro, l’Oboista J. Peter Heuschkel.

13 marzo 1798: la madre di Weber muore di tubercolosi.

Sempre, nel 1798, Weber si trasferisce a Salisburgo per studiare con Michael Haydn.
Dopodiché, va a Monaco per studiare col Cantante Johann in Evangelist Wallishauser (meglio noto come Valesi) e con l’Organista J. N. Kalcher.

Idem, 1798: viene pubblicato il primo lavoro di Weber, “Sei fughette per pianoforte”, pubblicate a Lipsia.
Altre composizioni di questo primo periodo sono una “Messa” e la sua prima opera, “Die Macht der Liebe und des Weins” (“Il potere dell’amore e del vino”): purtroppo, andate perdute.
Una raccolta di “Variazioni per Pianoforte”, in seguito, viene litografata dallo stesso Weber, sotto la guida di Alois Senefelder, ideatore di come svolgere la cosa.

1800: la famiglia si trasferisce a Freiberg, in Sassonia, dove il quattordicenne Weber scrive un’opera intitolata “Das stumme Waldmädchen” (“La fanciulla muta della foresta”), che viene rappresentata al “Teatro di Friburgo” e, successivamente, a Vienna, Praga e San Pietroburgo.

1801: Weber comincia a scrivere articoli come critico musicale per il “Leipziger Neue Zeitung”. Idem, 1801: i Weber tornano a Salisburgo, dove Carl Maria riprende i suoi studi con Joseph Haydn che, poi, proseguirà a Vienna, con Abbé Vogler (Georg Joseph Vogler), fondatore di tre importanti Scuole Musicali (a Mannheim, a Stoccolma e a Darmstadt).
Un altro allievo famoso di Vogler è Giacomo Meyerbeer che instaurerà una buona amicizia con Weber.

1803: l’opera weberiana, “Peter Schmoll und seine Nachbarn” (“Peter Schmoll e i suoi vicini”) debutta ad Augusta e conferisce a Weber il suo primo successo come compositore popolare.

 

Il successo di Carl Maria von Weber:

Vogler è molto entusiasta del talento di Weber, per cui lo raccomanda per il posto di Direttore al “Teatro dell’Opera” di Breslavia (nel 1804), mentre lo stesso Weber occupa un posto alla Corte di Federico II – Duca di Württemberg, a Stoccarda (1807-1810).

In questo periodo, la sua vita privata è contrassegnata da una certa irrequietezza (infatti, lascia il suo posto a Breslavia in un momento di rabbia e frustrazione; in una circostanza viene arrestato per debiti e truffa ed espulso dal Württemberg; è coinvolto in vari scandali), per cui, come conseguenza, il suo successo di musicista aumenta.

Musica religiosa, soprattutto di ispirazione cattolica: gli porta l’ostilità dei riformatori che difendono il ritorno al canto tradizionale, nella liturgia.

1810: Weber visita parecchie città tedesche.
1813-1816: è Direttore dell’ “Opera di Praga”.
1816-1817: lavora a Berlino.
Dal 1817, è Direttore della prestigiosa “Opera” di Dresda, impegnandosi energicamente per l’affermazione dell’opera tedesca, in opposizione verso l’opera italiana che domina le scene musicali d’Europa sin dal XVIII secolo.

18 giugno 1821, a Berlino: la sua opera “Der Freischütz” (“Il franco cacciatore”) ottiene uno straordinario successo alla sua “prima”, tanto che l’opera viene rappresentata in tutta Europa; oggi, è l’unica delle sue opere che resta ancora nel normale repertorio.
L’opera comprende armonie variegate e orchestrazioni, temi popolari tratti dalla tradizione musicale dell’Europa Centrale e l’oscuro libretto gotico che comprende la comparsa notturna del Demonio in una foresta: tutte cose che aiutano la sua grande popolarità e ne fanno un’opera romantica per eccellenza.

1823: Weber compone “Euryanthe”, con libretto mediocre, ma con musica molto ricca.

1824: riceve un invito dalla “Covent Garden Opera House”, a Londra, per comporre e produrre “Oberon”, l’opera che il librettista J. R. Planché trae dalla traduzione inglese effettuata da W. Sotheby del poema omonimo di C. M. Wieland (derivato dalla “Chanson de geste Huon de Bourdeaux”).

1826: dopo avere accettato l’invito, Weber si reca in Inghilterra per concludere il lavoro ed essere presente alla prima del 12 aprile.
Al suo arrivo a Londra, Weber soffre già di tubercolosi, quindi la morte lo coglie là, nella notte tra il 4 e il 5 giugno 1826, all’età di 39 anni.

Viene sepolto a Londra ma, 18 anni dopo, i suoi resti vengono trasferiti e riseppelliti a Dresda su iniziativa di Richard Wagner .

 

Fortuna:

Oltre ad essere un importante Compositore, è anche un Grande Pianista e Direttore d’Orchestra.

Tecnicamente, la sua musica per pianoforte è molto difficile, e la sua bravura nella Direzione d’Orchestra è innovativa e ineguagliata, per quel periodo.
La sua “Polacca brillante”, l’ “Invito alla danza”, la “Seconda Sonata per pianoforte” e il “Konzertstück per pianoforte e orchestra”, durante il 1800, sono eseguiti e ascoltati frequentemente.
Infatti, Liszt suona spesso musica di Weber e cura edizioni delle sue sonate per piano.
Altri ammiratori del tempo sono Wagner, Meyerbeer e Hector Berlioz.
Nel 1928, Igor’ Fëdorovič Stravinskij compone il suo “Capriccio” ispirandosi alla musica di Weber.

Molte composizioni per pianoforte weberiane sono sparite dal repertorio, però le sue ouvertures orchestrali, la sua musica per clarinetto e la sua opera “Der Freischütz” sono eseguite.

Altri lavori di Weber includono due sinfonie, un concertino e due concerti per clarinetto e un quintetto per clarinetto e archi.
La vedova di Weber cede a Meyerbeer la sua opera incompiuta “Die Drei Pintos” affinché la completi; però tale lavoro viene terminato da Gustav Mahler che dirige la prima rappresentazione a Lipsia, il 20 gennaio 1888.

 

Composizioni:

Opere:

Die Macht der Liebe und des Weins (Il potere dell’amore e del vino, 1798; perduta)
Das Waldmädchen (La ragazza della foresta, 1800)
Peter Schmoll und seine Nachbarn (Peter Schmoll e i suoi vicini, 1803)
Rübezahl (1804-1805; incompiuta)
Silvana (1810)
Abu Hassan (1811)
Der Freischütz (Il franco cacciatore, 1821)
Die drei Pintos (I tre Pintos, 1820-1824; incompiuta, terminata da Gustav Mahler)
Euryanthe (1823)
Oberon (1826)

 

Musiche di scena:

Turandot (1809)
König Yngurd (Re Yngurd, 1817)
Donna Diana (1817)
Heinrich IV, König von Frankreich (Enrico IV, re di Francia, 1818)
Lieb’ um Liebe (Amore per amore, 1818)
Der Leuchtthurm (Il faro, 1820)
Preciosa (1820)
Den Sachsen-Sohn vermählet heute (Il figlio sassone si è sposato oggi, 1822)

 

Musica sacra:

3 Messe (in Mi bemolle Maggiore, J. Anhang 8, Grosse Jugendmesse, 1802; in Mi bemolle Maggiore, op. 75a, Missa sancta n. 1 Freischützmesse, 1817-1818; in Sol Maggiore, op. 76, Missa sancta n. 2 Jubelmesse, 1818-1819).

 

Musica orchestrale:

Due sinfonie (in Do Maggiore, op. 19, 1806-1807; in Do Maggiore, J. 51, 1807);
Tre Ouverture (Ouverture per Peter Schmoll, op. 8, 1807; Ouverture per Beherrscher der Geister, op. 27, 1811; Jubel-Ouverture, op. 59, 1818);
Kleiner Tusch J. 47a (1806);
Walzer J. 149 (1812);
Deutscher J. 185 (1815);
Tedesco J. 191 (1816);
Marcia vivace J. 288 (1822);
Marcia J. 307 (1826).

 

Musica concertante:

Due concerti per pianoforte e orchestra (in do maggiore, op. 11, 1810; in mi bemolle maggiore, op. 32, 1812);
Konzertstück in fa minore per pianoforte e orchestra, op. 79, 1821;
Due concerti per clarinetto e orchestra (in fa minore, op. 73, 1811; in mi bemolle maggiore, op. 74, 1811);
Concertino in mi bemolle maggiore per clarinetto e orchestra, op. 26, 1810;
Concertino per oboe e fiati in do maggiore (1809)
Concerto per fagotto e orchestra in fa maggiore, op. 75, 1811-1822;
Concertino per corno e orchestra in mi minore, op. 45, 1806-1815;
Romanza siciliana per flauto e orchestra in sol minore J. 47, 1805;
Sei variazioni in do maggiore sul tema A Schüsserl und a Reind’rl per viola e orchestra J. 49, 1806;
Grand pot-pourri in re maggiore per violoncello e orchestra op. 20, 1808;
Andante e Rondò ungarese, versione per viola e orchestra J. 79, 1809;
Tema con variazioni per violoncello e orchestra in re minore J. 94, 1810;
Adagio e Rondò in fa maggiore per harmonichord e orchestra J. 115, 1811;
Andante e Rondò ungarese, versione per fagotto e orchestra op. 35, 1813.
Nei concerti, come nelle sinfonie, Weber risente dell’influenza di Mozart, Beethoven e Hummel, che fonde in un’espressione vivacemente ritmica e ricca di contrasti drammatici.

 

Musica per pianoforte:

Quattro Sonate (in Do Maggiore, op. 24, 1812; in La bemolle Maggiore, op. 39, 1816; in re minore, op. 49, 1816; in mi minore, op. 70, 1822);
Momento capriccioso in Si bemolle Maggiore, op. 12;
Rondò Brillante, invito alla danza in Re bemolle Maggiore, op. 65, 1819;
Variazioni;
Danze;
Pezzi per pianoforte a 4 mani.
La musica pianistica risente dell’influenza brillante e virtuosistica, che era molto in voga nei primi decenni del XIX secolo.

 

Altro:

Musica da camera per vari organici;
Cantate;
Composizioni corali;
Romanze.

 

Battuto al computer da Lauretta 

CARL MARIA VON WEBER:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Caroline_Bardua_-_Bildnis_des_Komponisten_Carl_Maria_von_Weber.jpg

File:Caroline Bardua - Bildnis des Komponisten Carl Maria von Weber.jpg

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INVITO ALLA DANZA:

 

Sir WILLIAM TURNER WALTON

Sir William Turner Walton nasce a Oldham il 29 marzo 1902 e muore a Forio d’Ischia l’8 marzo 1983.

E’ un Compositore, Direttore d’Orchestra e Attore inglese.

Nasce in una famiglia di musicisti: suo padre è il Direttore del Coro della Chiesa di là.
William Tuner, cantando nel Coro, si appassiona alla “Creazione” di Haydn, al “Messiah” di Georg Friedrich Händel e a molti altri lavori di tipo ecclesiastico.

All’età di dieci anni, viene accettato come Corista nella Cattedrale Cristiana dell’Università di Oxford, costituendo, per lui, una grande occasione.
Passa moltissime ore tra i libri di Musica conservati ad Oxford, formandosi – da autodidatta – nella Composizione, studiando interi volumi di composizioni di autori come Gustav Holst, Igor’ Fëdorovič Stravinskij, Béla Bartók, Sergej Prokof’ev, Richard Strauss e Arnold Schönberg,

In quel periodo, Walton compone diversi brani.
L’Organista della Chiesa Hugh Allen e il Decano della Chiesa Cristiana Thomas Strong notano e ricordano il suo grande talento.
1918: mentre si trova ad Oxford, Walton inizia la scrittura di un “Costituendo”,”Quartetto con pianoforte”, che diventerà uno dei suoi pezzi più famosi.
Durante tale periodo, stringe una profonda amicizia con il poeta Sacheverell Sitwell.

1920: Walton lascia Oxford senza avere conseguito la Laurea e viene ospitato da Sacheverell Sitwell nella sua famiglia come un “fratello adottivo”.
Lì, Walton ha modo di incontrare molti musicisti importanti e, soprattutto, la sorella di Sacheverell, Edith Sitwell, sulle cui poesie Walton compone Façade – An Entertainment, lavoro che, oggi, è ritenuto uno dei suoi lavori più rappresentativi, nonostante – al momento del debutto, nel 1922 – tutto venga stroncato dalla Critica Musicale.

1923: a Salisburgo, presenta la stesura terminata del “Quartetto con pianoforte”.

Walton suona in una Jazz-Band, ma continua a comporre, mentre la sua fama di compositore significativo comincia a crescere; un esempio: la sua “Portsmouth Point Overture” acquista popolarità negli Stati Uniti d’America, e l’ “Orchestra Sinfonica” di Chicago, già nell’autunno del 1929, la include nel suo repertorio .

Inizio 1929: nel frattempo, Walton compone un “Concerto per viola e orchestra” per Lionel Tertis che, all’inizio, rifiuta il pezzo ma, in seguito, sarà eseguito da Paul Hindemith; pezzo che, da subito, viene considerato “un capolavoro” che Tertis eseguirà nuovamente nel 1930.

 

Le colonne sonore:

Sempre in questo periodo compone la sua prima colonna sonora per il film “Non mi sfuggirai” (“Escape Me Never”).

1935: esegue la sua “Prima Sinfonia”.

1937: compone una marcia, la “Crown Imperial”, per l’Incoronazione di Re Giorgio VI e della Regina Elisabetta.

In questo lasso di tempo, ottiene altri successi, per cui Jascha Heifetz e il British Council gli commissionano un “Concerto per violino e orchestra”: presenta tale pezzo a Heifetz nel 1939, ricevendo molto entusiasmo, ma si verifica il ritardo dell’esecuzione del Concerto a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Sempre negli stessi anni, Walton inizia la Direzione d’Orchestra, esperienza che lo matura e per cui diventerà un direttore molto stimato, specialmente per la sua Musica.

1941: Walton viene richiamato dal Servizio Militare e riceve l’incarico di comporre colonne sonore per film patriottici.
Scrive le musiche per “Enrico V”, il primo dei tre film diretti da Laurence Olivier, ispirati da William Shakespeare e per cui Walton riceve la nomina per il Premio “Oscar”.

Compone una “Sonata per violino” per Yehudi Menuhin e due lavori per commemorare l’ Incoronazione della Regina Elisabetta II.

1951: riceve il titolo di Baronetto.

1955: Walton compone le musiche per un altro film shakespeariano di Laurence Olivier, “Riccardo III”.
Scrive, poi, per Gregor Piatigorsky un “Concerto per violoncello e orchestra”, eseguito nel 1956, a cui seguono pezzi corali e orchestrali e un ciclo di canzoni d’amore.

1967: diventato ormai un compositore di chiara fama mondiale, viene ammesso nell’ “Ordine del Merito”.

Verso il termine della sua vita, la composizione diventa più difficile, per Walton.
Prova a scrivere una “Terza Sinfonia”, ma la lascia.
I suoi ultimi lavori sono per lo più rimaneggiamenti di lavori precedenti, come pezzi corali liturgici.

Walton muore nella sua residenza “La Mortella”, a Forio d’Ischia, l’8 marzo 1983.

 

Filmografia da compositore:

. Non mi sfuggirai (1935)
. Come vi piace (film 1936) (1936)
. Labbra sognanti (1937)
. Stolen Life (1939)
. Il maggiore Barbara (1941)
. The next of kin (1942)
. Audace avventura (1942)
. Il primo dei pochi (1942)
. Enrico V (1944)
. Amleto (1948)
. Riccardo III (1955)
. John and Julie (1955), musica utilizzata su sua cortesia
. Three Sisters (1970)

 

Attore:

. The next of kin (1942), docu-film, nel ruolo di una guardia
. Wagner, miniserie tv (1983)

 

Onorificenze:

Membro dell’Ordine al Merito del Regno Unito – nastrino per uniforme ordinaria Membro dell’Ordine al Merito del Regno Unito
— 20 novembre 1967

Battuto al computer da Lauretta

 

 

 

WILLIAM TURNER WALTON:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Sir_William_Turner_Walton.jpg

 

File:Sir William Turner Walton.jpg

 

BRUNO WALTER

Bruno Walter nasce a Berlino il 15 settembre 1876 e muore a Beverly Hills il 17 febbraio 1962.

E’ un Direttore d’Orchestra, Pianista e Compositore tedesco naturalizzato austriaco.
Il suo vero nome è Bruno Walter Schlesinger e la sua famiglia è ebraica e appartenente alla media borghesia.

La formazione musicale di Walter inizia al Conservatorio “Stern”, quando ha otto anni.

Pubblicamente, appare per la prima volta all’età di nove anni come Pianista.

1891: assiste ai Concerti diretti da Hans von Bülow nel 1889 e, le impressioni già ricevute a Bayreuth, qui, si rafforzano e lo convincono a scegliere la sua carriera di Direttore d’Orchestra.

1893: viene scritturato come Direttore dell’Opera di Colonia.

1894: lavora come assistente di Gustav Mahler all’ “Opera” di Amburgo.

1900: ritorna a Berlino, dopo le “Stagioni” nei teatri di Breslavia, Presburgo e Riga.
A Berlino, dirige la prima esecuzione dell’opera “Der arme Heinrich” di Hans Pfitzner.

1901: Walter, all’Opera di Corte di Vienna, si unisce in collaborazione con Gustav Mahler.
Gli anni seguenti sono formativi per la sua carriera internazionale, anni in cui è invitato a dirigere a Praga, a Londra e a Roma.

1911: Walter cambia ufficialmente il suo cognome da Schlesinger a Walter e diventa cittadino austriaco.

1913: diventa Direttore Musicale dell’ “Opera” di Monaco di Baviera, dove rimane fino alla fine del 1922; per cui lascia Vienna.

1923: viaggia negli Stati Uniti come Direttore dell’ “Orchestra Sinfonica” di New York.
In Europa, Walter dirige spesso l’Orchestra del “Concertgebouw” di Amsterdam.

1924-1931: Walter è Direttore Principale delle “Stagioni tedesche” al “Covent Garden” di Londra.

1925: a Berlino, ritorna come Direttore Musicale presso la “Städtische Oper Charlottenburg”, oltre ad iniziare la sua lunga collaborazione con il “Festival di Salisburgo”.

1929-1933: è a Lipsia come Direttore Stabile dell’ “Orchestra del Gewandhaus” di Lipsia.

1933: quando la situazione politica diventa impossibile per Walter, lui lascia la Germania per l’Austria, che diventerà il suo centro principale di lavoro per parecchi anni, pur viaggiando frequentiemente anche come Direttore Ospite dell’ “Orchestra del Concertgebouw” di Amsterdam (periodo: 1934-1939), con la “New York Philharmonic” e a Firenze nel 1936.

1935: alla “Staatsoper” di Vienna è Direttore Ospite.
Dal 1936: sempre, a Vienna, è Consulente Artistico.

A Bruno Walter, viene assegnata anche la cittadinanza francese.

In America, trascorre alcuni anni, dove dirige la “Chicago Symphony Orchestra”, la “Los Angeles Philharmonic Orchestra”, la “New York Philharmonic” (1947-1949: è anche Consulente Musicale) e l’ “Orchestra” di Filadelfia.

1941-1959: dirige la “Metropolitan Opera”.

1947: da tale anno, torna numerose volte a dirigere in Europa, e diventa una figura di riferimento al “Festival” di Edimburgo, a Salisburgo, a Vienna e a Monaco di Baviera.

Notevoli le registrazioni delle opere di Mozart e Mahler.

17 febbraio 1962: Bruno Walter muore a Beverly Hills, in California, ed è sepolto a Gentilino (Ticino, Svizzera).

 

Composizioni:

Per orchestra:

1902 Symphonische Phantasie
1908 Sinfonia nº1
1909 Sinfonia nº2

 

Per coro e orchestra:

1892 Meeresstille und glückliche Fahrt (da Goethe)
1909 Das Siegesfest con voci solisti (da Schiller)

Musica da camera:

. Quintetto con pianoforte
. Trio con pianoforte
. Sonata per violino e pianoforte in la maggiore (1908c.)

Battuto al computer da Lauretta

 

 

 

BRUNO WALTER:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Bruno_Walter_Wien_1912.jpgFile:Bruno Walter Wien 1912.jpg

 

ANTONIO VIVALDI

Antonio Lucio Vivaldi nasce a Venezia il 4 marzo 1678 e muore a Vienna il 28 luglio 1741.

E’ un compositore e violinista italiano, uno dei maggiori esponenti del “Barocco” musicale.
E’ sacerdote, ma non può celebrare la messa per motivi di salute.

E’ uno dei violinisti e uno dei più grandi compositori di musica barocca, influente, originale e importante della sua epoca perché contribuisce in modo determinato allo sviluppo del Concerto (particolarmente “solistico”), della tecnica violinistica e orchestrativa, oltre ad influire su numerosi compositori contemporanei, fra cui Johann Sebastian Bach, Pisendel, Heinichen, Zelenka, Boismortier, Corrette, De Fesch, Quantz.

Il numero dei suoi lavori è vastissimo, ma le sue composizioni più note sono i “Quattro Concerti” per violino conosciuti come “Le quattro stagioni”.

Dopo la sua morte (come per altri musicisti barocchi) viene dimenticato ma, grazie alla ricerca di alcuni musicologi del XX secolo (Arnold Schering, Marc Pincherle, Alberto Gentili e Alfredo Casella, Gian Francesco Malipiero), i suoi lavori musicali lo fanno diventare uno dei compositori più noti ed eseguiti.

 

L’infanzia e la giovinezza di Antonio Vivaldi:

Non esistono molti documenti sulla vita di Antonio Lucio Vivaldi, ma si sa che nasce di venerdì, 4 marzo 1678, a Venezia, e viene battezzato in casa da Margarita Veronese, sua levatrice, poiché è in pericolo di vita.
Il Battesimo viene perfezionato attraverso la liturgia di rito il 6 maggio, nella Chiesa di San Giovanni in Bragora, non lontano da casa Vivaldi.

Il padre è Giovanni Battista Vivaldi ma, per molti anni, circolano voci sulla sua presunta illegittimità, mentre la madre è Camilla Calicchio, di origini materane.

Nel 1685, il padre barbiere-violinista accetta l’ingaggio prestigioso di violinista della Basilica di San Marco (a quel tempo, “Cappella privata del Doge” e non ancora “Sede Vescovile”), in cui si celebra solo in occasioni particolari, dopodiché, nello stesso anno ne diventa Maestro il famoso Giovanni Legrenzi.
Insieme al collega Antonio Lotti e a Giovanni Legrenzi, Giovanni Battista Vivaldi fonda il “Sovvegno dei musicisti di Santa Cecilia”, una confraternita di musicisti veneziani: a cui aggiunge l’impegno di insegnante di violino all’Ospedale dei Mendicanti a partire dal 1689.

Probabilmente, Antonio Vivaldi impara a suonare il violino dal padre, dimostrandosi prestissimo un grande talento.
Giovanissimo, è ammesso a frequentare i musicisti della “Cappella del Doge”, dalla cui frequenza trae vantaggio e dove, a poco a poco, sostituisce il padre.

La carriera ecclesiastica del giovane Vivaldi inizia il 18 settembre 1693, quando ha l’età minima della tonsura per mano del patriarca di Venezia, il futuro Cardinale Badoero.

Prosegue gli suoi studi presso la “Chiesa di San Geminiano” e la “Chiesa di San Giovanni in Oleo” e, come da regola, vive con la famiglia nella parrocchia di “San Giovanni Battista” in Bragora, non abbandonando la Musica.
Anzi la sua abilità con il violino lo impiega già nel 1696 come violinista in eccedenza, durante le funzioni natalizie presso la “Cappella della basilica di San Marco”, dove appare per la prima volta in pubblico; allo stesso tempo, appartiene al “Gruppo dell’Arte dei Sonadori”.

4 aprile 1699: riceve gli Ordini Minori del suddiaconato nella “Chiesa di S. Giovanni in Oleo” e, il 18 settembre 1700, il diaconato.

23 marzo 1703: viene ordinato sacerdote, continuando a vivere con la famiglia e a lavorare strettamente con il padre.
Viene soprannominato “Il Prete Rosso” per il colore dei suoi capelli, anche se nascosti dalla parrucca (che è di moda nel suo periodo storico).

Dal 1704 smette di celebrare la Messa, per motivi di salute: pare che sia affetto da una forma d’asma (“strettezza di petto”) di cui ha presentato i sintomi sin dalla nascita e per cui non gli è possibile compiere tutta la funzione sacra senza doversi assentare dall’altare.

 

Vivaldi presso il Pio Ospedale della Pietà:

E’ giovane, ma acquisisce fama molto presto e, dal 1º settembre 1703, è assunto come Maestro di Violino dalle Autorità del “Pio Ospedale della Pietà”, dove rimane sino al 1720.
Lo stipendio è di 60 ducati annui,

Tale “Pio Ospedale della Pietà” viene fondato nel 1346 ed è il più prestigioso dei quattro ospedali femminili di Venezia (gli altri tre sono l’ “Ospedale degli Incurabili”, l’ “Ospedale dei Mendicanti” e l’ “Ospedale dei Derelitti ai SS. Giovanni e Paolo”), dove vengono assistiti i bambini orfani o provenienti da famiglie molto povere, in cui imparano un mestiere e lasciano l’istituto all’età di 15 anni.
Le ragazze invece ricevono un’educazione musicale e quelle di maggior talento diventano membri dell’ospedale e, fra loro, esiste una gerarchia: dalle “figlie di coro”, alle più esperte dette “privilegiate di coro”, fino alle “maestre di coro” (loro insegnano).

Agosto 1704: lo stipendio di Vivaldi diventa di 100 ducati, in quanto subentra anche nella posizione di insegnante di “Viola all’inglese”.

1705: viene incaricato della composizione e dell’esecuzione dei Concerti, con un salario aumentato a 150 ducati annui a cui si aggiunge la remunerazione delle messe quotidiane dette “per la Pietà” o “per le ricche famiglie patrizie”.

Probabilmente, il giovane Vivaldi, Maestro di Violino, comincia la sua carriera di compositore e si fa notare per le sue prime opere diffuse a mezzo manoscritto, mentre è sempre più rinomato.

Pur non essendo quasi mai sottoposto al voto del Consiglio Direttivo dell’Ospedale, nel 1709 perde il posto di lavoro per 7 voti contro 6 a favore, per cui, per un anno, esercita la libera professione di Musicista.
Però, dopo aver esercitato tale libera professione per oltre un anno, viene riassunto nel 1711 alla “Pietà”, sempre a seguito di una votazione, dal momento che la Direzione ha capito bene l’importanza del Vivaldi all’interno della Scuola.

1713: diventa il responsabile per l’attività musicale dell’istituto.

1716: è “Maestro de’ Concerti”.

Non si sa bene, ma pare che Vivaldi continui ad aprovvigionare “La Pietà” di concerti e composizioni varie durante tutta la sua vita, anche in forma privata.

1705: pubblicazione della sua prima raccolta di musiche, “Opus 1”, una collezione di dodici sonate a tre dedicata al nobile veneto Annibale Gambara, ancora in uno stile neocorelliano.

1708: pubblicazione della sua seconda raccolta di 12 sonate per violino e basso continuo (“Opus 2”), ma la rinomanza a livello internazionale la raggiunge con la sua prima collezione di 12 concerti per uno, due e quattro violini con archi, “L’estro armonico” (“Opus 3”), che viene data alle stampe ad Amsterdam.

1711: Etienne Roger è un editore all’avanguardia con le nuove tecniche di stampa rispetto agli editori veneziani Sala e Bortoli, per cui Vivaldi raggiunge la rinomanza a livello internazionale con la sua prima collezione di “12 concerti per uno, due e quattro violini con archi”, “L’estro armonico” (“Opus 3”: viene data alle stampe ad Amsterdam).
La sua uscita è pubblicizzata con un annuncio sul “The Post Man” di Londra.
Questi concerti sortiscono successo in tutta Europa e, nel 1714, sono seguiti da “La stravaganza” (“Opus 4”: raccolta di concerti per solo violino e archi).

Febbraio 1711: Vivaldi, accompagnato dal padre, si reca a Brescia, dove consegna il suo “Stabat Mater RV 621” al committente, la “Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri”.

1718: inizio di un periodo di frequenti spostamenti, anche se non pare aver mai rotto i legami con “La Pietà”.

Tra il 1723 e il 1729: dagli atti registrati, viene constatato che viene pagato per comporre almeno 140 concerti.

 

Impresario d’opera al Teatro Sant’Angelo:

Venezia della prima metà del XVIII secolo: l’opera è l’intrattenimento musicale più popolare e più redditizio per i compositori.
Parecchi teatri si fanno concorrenza.
Quello creduto il primo lavoro teatrale di Vivaldi, “Ottone in villa” (RV 729 ), viene rappresentato al “Teatro delle Grazie” di Vicenza, nel maggio del 1713.

1705: sembra che l’esordio operistico di Vivaldi avvenga in questo anno. Anno in cui Vivaldi completa “Creso tolto alle fiamme” (RV Anh. 138) di Girolamo Polani per il “Teatro Sant’Angelo di Venezia”.

1714: diventa sia impresario, sia direttore delle musiche presso tale teatro, dove allestisce la sua terza opera, l’ “Orlando finto pazzo” (RV 727).
Non riscuote il successo sperato e, per “salvare” la stagione, Vivaldi-impresario riallestisce, (ritoccando e aggiungendo di sua mano, l’ “Orlando” di Giovanni Alberto Ristori, già presentato l’anno precedente.

1715: rappresenta un pasticcio, il “Nerone fatto Cesare” (RV 724, perduto), con le musiche di vari compositori e 11 arie dello stesso Vivaldi.

1716: rappresentazione di “Arsilda, regina di Ponto” (RV 700), sicuramente un sucesso, dal momento che, per l’opera seguente (“L’incoronazione di Dario”, RV 719), vengono proposte delle repliche con lo stesso, giovanissimo cast (in primis le future stelle Annibale Pio Fabri, Anna Vicenza Dotti e Maria Teresa Cotte [o Cotti]).
Lo stesso anno fu rappresentata “La costanza trionfante degli amori e degl’odii” (RV 706), nel piccolo Teatro “San Moisè”.

In questo periodo, “La Pietà” gli commissiona diversi lavori liturgici di cui i più importanti sono due oratorî: il primo, “Moyses Deus Pharaonis” (RV 643), risulta sfortunatamente perduto e il secondo, “Juditha triumphans devicta Holofernis barbarie” (RV 644); quest’ultimo è composto nel 1716, ed è uno dei lavori sacri più noti di Vivaldi.
Fu commissionato per celebrare la vittoria della Repubblica di Venezia contro i Turchi e la riconquista dell’isola di Corfù.
Tutte le undici parti, sia maschili che femminili, furono interpretate dalle ragazze de “La Pietà” e molte arie comprendono parti per strumenti solisti come flauti dolci, oboi, clarinetti, viola d’amore, mandolini, che servono per mettere in evidenza il talento delle ragazze anche in strumenti particolarmente rari e di non facile reperibilità per l’epoca.

 

Gli anni della maturità:

1718: Vivaldi diventa Maestro di Cappella da Camera alla Corte del Principe Filippo d’Assia-Darmstadt, governatore di Mantova e noto appassionato di musica per cui si trasferìsce in tale città dove rimane per circa tre anni.

1720-1721: compone tre opere tra le quali “Tito Manlio” (RV 738) e varie cantate e serenate. Successivamente, va a Milano, dove presenta (nel 1721) il suo dramma pastorale “La Silvia” (RV 734) e nel 1722 l’oratorio “L’adorazione delli tre Re Magi al bambino Gesù” (RV 645, perduto).
Sempre nel 1722: il compositore veneziano si reca a Roma, invitato da Papa Benedetto XIII a suonare per lui.
1725: torna a Venezia, dove nello stesso anno produce quattro lavori teatrali.

In questo periodo, scrive “Le quattro stagioni”, “Quattro concerti per violino” che rappresentano le scene della natura in musica e pubblica come i primi quattro concerti di una raccolta di dodici “Il cimento dell’armonia e dell’inventione” (Opus 8): è pubblicata ad Amsterdam, nel 1725, da Michel-Charles Le Cène, succeduto ad Estienne Roger nell’attività editoriale.

Tra il 1723 e il 1740: Vivaldi allestisce almeno 15 rappresentazioni operistiche con la partecipazione di Anna Girò (sua allieva e protetta che diventerà una famosa cantante lirica).
Secondo alcuni, si ipotizza una possibile relazione amorosa tra i due, relazione che, al momento, non risulta certa da alcuna documentazione storica.

 

Gli ultimi anni e la morte:

Arrivato all’apice della sua carriera, Vivaldi riceve numerose commissioni dalle famiglie nobiliari e reali europee.
“La serenata, La Gloria, Imeneo” (RV 687) è composta per il matrimonio di Luigi XV.
L’ “Opus 9”, “La cetra”, è dedicata all’Imperatore Carlo VI.
1728: Vivaldi ‘incontra l’Imperatore in persona, arrivato a Trieste per supervisionare la costruzione di un nuovo porto.
Carlo VI ammira la sua musica che – in due anni – lo farà intrattenere più a lungo con il compositore e non con i suoi ministri.
A Vivaldi egli conferisce il titolo di Cavaliere, attribuisce una medaglia d’oro e lo invita a Corte a Vienna, per cui il musicista gli presenta una presunta copia del manoscritto de “La cetra”.
SI tratta di una raccolta di Concerti quasi completamente differente da quella pubblicata con lo stesso titolo, come Opus 9: probabilmente un ritardo di stampa aveva costretto Vivaldi a confezionare alla meglio una collezione improvvisata di concerti.

1730: va a Vienna e a Praga assieme a suo padre, dove rappresenta tra le altre, la sua opera “Farnace” (RV 711).
In questo periodo, incontra due dei maggiori librettisti italiani dell’epoca: “L’Olimpiade” e “Catone in Utica” sono su libretto dell’affermato Pietro Metastasio, nel 1730, diventato Poeta Cesareo alla Corte di Vienna.
Il libretto della “Griselda” è del giovane Carlo Goldoni, tratto da un vecchio libretto del predecessore di Metastasio, Apostolo Zeno.

 

La vita di molti compositori della sua epoca si conclude sventuratamente sotto l’aspetto umano ed economico: così è anche per lui perché le sue composizioni, a Venezia, non sono più molto apprezzate: ciò è dovuto ai cambiamenti veloci dei gusti musicali che, con l’affermazione dell’Opera Napoletana, lo considerano fuori moda, per cui decide di trasferirsi a Vienna, dove è stato invitato da Carlo VI d’Asburgo e dove, forse, spera di occupare qualche posizione ufficiale a Corte e di rappresentare alcune sue opere al “Kärntnertortheater”.

Per finanziare Il suo trasferimento Vivaldi lo concretizza a mezzo della svendita di parecchi manoscritti.

Tale trasferimento a Vienna e il lasciare per sempre l’Italia è a causa anche di uno spiacevole episodio del 1737 che lo segna ma, poco dopo il suo arrivo a Vienna, nell’ottobre del 1740, Carlo VI muore.

Succede la Guerra di Successione Austriaca che costringe la figlia (la futura imperatrice Maria Teresa d’Austria), a fuggire in Ungheria.

Tutti i teatri viennesi vengono chiusi immediatamente sino all’anno seguente, per cui Vivaldi rimane senza protezione imperiale e senza fonti di reddito ed essendo troppo malato e troppo povero, resta a Vienna dove, per tirare avanti, svende altri suoi manoscritti, fino alla notte tra il 27 e il 28 luglio 1741 in cui muore di infezione intestinale (o forse anche a causa dell’asma bronchiale di cui soffre fin dalla nascita) nell’appartamento affittato presso la vedova Maria Agate Wahlerin.

Il 28 luglio, Vivaldi viene sepolto in una fossa comune allo “Spitaller Gottsacker” di Vienna, con un funerale semplice detto “dei poveri”.
Il luogo della sepoltura si trova a fianco della “Karlskirche”; il cimitero non esiste più, ma presenziano targhe in sua memoria come anche una “Vivaldi star” nella “Musikmeile” viennese, un monumento nella Rooseveltsplatz e un memoriale nella Karlsplatz.

La sua musica cade nell’oblio e ci rimane fino a quasi la metà del XX secolo, quando la figura di Vivaldi torna ad “imporsi” nella storia della Musica Europea.

 

Vivaldi: influenze nella cultura popolare e generale:

La riscoperta della musica di Vivaldi e la creazione dei fondi Foà e Giordano sono portati a conoscenza del pubblico a mezzo del romanzo “L’affare Vivaldi” di Federico Maria Sardelli (2015), musicista, direttore d’orchestra ed esperto del compositore veneziano.

Vivaldi appare fra i personaggi del romanzo “Stabat Mater” di Tiziano Scarpa la cui protagonista è Cecilia, violinista orfana cresciuta ed educata presso l’ “Ospitale di Pietà” dove è accertato che Vivaldi abbia lavorato e diretto.

“Il respiro degli angeli” è un romanzo di Emanuela Fontana (Mondadori, 2021) che narra l’intera vita di Vivaldi, dall’infanzia a Venezia fino agli ultimi mesi a Vienna.

A Vivaldi è intitolato il cratere Vivaldi su Mercurio.

 

Cinema:

Cinematograficamente, Vivaldi è personaggio principale in “Rosso veneziano”, film “giallo” francese del 1989 diretto da Étienne Périer, il cui protagonista è il giovane Carlo Goldoni interpretato dall’attore polacco Wojciech Pszoniak.

2006: il film “Antonio Vivaldi, un prince à Venise”, è di produzione franco-italiana, è diretto da Jean-Louis Guillermou ed è interpretato da Stefano Dionisi, nei panni di Vivaldi, Michel Serrault, nel ruolo del vescovo di Venezia, Christian Vadim, nel ruolo di Carlo Goldoni, e Michel Galabru, nel ruolo del papa Benedetto XIII.

Sembra che un ulteriore film sul musicista veneziano sia in preparazione con il titolo provvisorio “Vivaldi”: sarebbe prodotto da Boris Damast, con Max Irons, figlio dell’attore Jeremy Irons, nelle vesti del musicista; inoltre, nel cast si vedono le partecipazioni di Malcolm McDowell, Jacqueline Bisset e Gérard Depardieu.

 

Battuto al computer da Lauretta 

 

 

 

 

 

Il celeberrimo ritratto a Vivaldi del 1723 circa:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Vivaldi.jpg

File:Vivaldi.jpg

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LE STAGIONI, “LA PRIMAVERA”:

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LE STAGIONI, “L’ESTATE”: https://youtu.be/IJDnj2O9yqY

 

IGOR STRAVINSKIJ

Igor’ Fëdorovič Stravinskij nasce il 17 giugno 1882, a Lomonosov/San Pietroburgo, nella Baia del fiume Neva, nel Golfo di Finlandia, e muore il … a … .

E’ un Compositore e Direttore d’Orchestra russo che, nel 1934, viene naturalizzato francese.
1945: diventa statunitense e il suo nome è anglicizzato e francesizzato in Igor Stravinsky.
Neoclassicista prima e, poi, seriale/dodecafonico, diventa celebre grazie ai tre balletti creati nel suo primo periodo con i Balletti russi: “L’uccello di fuoco”, “Petruška” e “La sagra della primavera”.

In famiglia, ha rapporti difficili e la sua infanzia subisce l’incisività del padre autoritario (e, anche, celebre basso del Teatro “Mariinskij”) che – come reazione conseguenziale – provoca iperattività psicologica e fisica, oltre a non far pensare che diventi l’artista cosmopolita che conosciamo e a cui restano impressi i ricordi felici di Ustyluh e i canti delle donne dei villaggi.

All’età di nove anni, Stravinskij si dedica alla Musica iniziando lo studio del Pianoforte sortendo progressi veloci, riuscendo ad improvvisare e a leggere spartiti d’opera.
Inizia gli studi di Giurisprudenza senza convinzione, ma laureandosi nel 1905, e continua autodidattiamente gli studi di Armonia-Contrappunto-Pianoforte con Madame Khachperova, ex alunna di Anton Rubinstein.

Frequentando l’Università, conosce Vladimir (il figlio di Nikolaj Rimskij-Korsakov) che, da buon amico, gli presenta il padre, nel 1902; musicista che gli sconsiglia di iscriversi al Conservatorio, ma che, poi, gli impartisce lezioni private, accettandolo come allievo e con il quale si instaurerà un affetto reciproco durato fino al decesso di Rimskij-Korsakov.
Come Compositore, Stravinskij si valuta sempre autodidatta e non considera tale il suo Maestro.

Fin dall’infanzia, frequenta sua cugina Katerina Nossenko, che sposa il 24 gennaio 1906 vicino a San Pietroburgo, nel villaggio di Novaja Derevnja con la presenza dei due soli testimoni, Andrej e Vladimir Rimsky-Korsakov, figli di Nicolaj.
Arrivano in viaggio di nozze a Imatra (Finlandia), famosa per le cascate, dove Stravinskij progetta la creazione di una suite di canzoni.
Hanno quattro figli, Fëdor-Theodore), Ludmila, Svjatoslav-Soulima e Marija Milena-Mika).
Artisticamente, Theodore diventerà un pittore, Soulima diventerà un musicista e accompagnerà spesso il padre nei suoi concerti.

Stravinskij è veramente addolorato per la morte di Rimskij-Korsakov, per cui compone il “Canto funebre per coro e orchestra”.

1908: due composizioni sinfoniche (“Feu d’artifice” e “Scherzo fantastique”), richiamano l’attenzione di Sergej Djagilev che le ascolterà ai “Concerti Ziloti” di San Pietroburgo, il 6 febbraio 1909.

1909: Su richiesta di Djagilev, compone un balletto originale, “L’uccello di fuoco”, tratto da una fiaba russa, e che termina l’anno seguente.

Giugno 1910: lascia la Russia alla volta di Parigi per la prima rappresentazione dei “Balletti Russi realizzati per Diaghilev” che produce grande successo ponendo Stravinskij all’attenzione del mondo musicale dell’Europa e che diventa immediatamente celebre.
Questa combinazione gli permette di conoscere Claude Debussy, importante compositore francese, suo grande amico fino al decesso avvenuto nel 1918.

Stravinskij e famiglia si trasferiscono in Svizzera e, nel 1911, con “Petruška”, i suoi tratti musicali lo rappresentano nitidamente anche se spiccherà all’attenzione mondiale con “La Sagra della primavera” la cui “prima” del 29 maggio 1913 (con la coreografia di Vaclav Nižinskij) resterà famosa come “La battaglia del Sacre”, ottenendo un successo ecezionale e strepitoso.

1914: si svolge l’ultimo viaggio in Russia di Stravinskij per cui, a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale e della Rivoluzione d’ottobre (1917), è obbligato a stabilirsi in Svizzera, a lasciare tutti i suoi beni in Russia, ritrovandosi in stato indigente e aiutato da amici, oltre alle commissioni di lavori retribuiti magnanimamente.

Dopo la creazione de “La Sagra della primavera”, Stravinskij crea lavori adatti ad un numero ristretto di esecutori perché guerra e pochissime disponibilità economiche hanno interrotto l’attività dei Balletti russi, praticamente.
Allora, con due amici , lo scrittore Charles-Ferdinand Ramuz e il Direttore d’Orchestra Ernest Ansermet, concretizza uno spettacolo ambulante, un piccolo teatro da spostare di paese in paese (tipo quello dell’opera “I Pagliacci” di Leoncavallo), originando l’opera da camera, “L’Histoire du soldat”, nel 1918.
Però, questo progetto di presentare gli spettacoli girando attraverso la Svizzera viene interrotto di colpo dall’epidemia di influenza “spagnola” che colpisce Stravinskij e parecchi dei suoi amici e collaboratori.
Durante un viaggio a Parigi, dopo la guarigione, il musicista ricontatta Djagilev che si dà da fare per farlo di nuovo collaborare con i “Balletti Russi”.

Dotato di desiderio illimitato di imparare e conoscere Arte e Letteratura, è sempre disposto a collaborare con artisti e musicisti, specialmente, a Parigi, fra cui “Pulcinella” (il balletto proposto da Diaghilev su musiche di Pergolesi), e per il quale Stravinskij collabora con Pablo Picasso per l’organizzzazione di scene costumi.
1920: “Pulcinella” viene rappresentato e segna la nascita del suo periodo “neoclassico”.

Stravinskij – dopo la “prima” di “Pulcinella” – si stabilisce in Francia e soggiorna a Carantec, in Bretagna.
A questo punto, vengono modificate vita e attività, per cui nasce un periodo molto ampio circa conoscenze, viaggi, interessi, rendendolo anche interprete di proprie composizioni in parecchi concerti.

Non è proprio bello, ha statura fisica alta ed è espressivo, per cui – da “uomo di mondo” con moltissime conoscenze, è “chiacchierato” nella buona società circa “avventure” (fra cui la Chanel).

Legatissimo alla famiglia, rimane vedovo nel 1939 e sposa Vera de Bosset, a New York, nel 1940, con la quale ha già una relazione.

Settembre 1920: Stravinskij e famiglia si trasferiscono a Garches (Parigi), ospiti della lussuosa dimora di Coco Chanel, la quale permette loro di restarci fino ad avere un alloggio positivo dove termina le Sinfonie di strumenti a fiato, scritte in memoria di Debussy.

Estate 1921: per varie settimane è a Londra per la rappresentazione de “La Sagra della primavera” e progetta con Djagilev un lavoro tratto da una novella di Puškin: l’opera buffa “Mavra” (è ultima composizione di esempio russo del musicista).

Fine estate 1921: Stravinskij si trasferisce ad Anglet (Biarritz); lavora a “Mavra”; compie vari viaggi a Parigi (alla Casa Musicale “Pleyel”) e a Montecarlo (prove di un altro suo balletto: “Renard”).

1923: prima rappresentazione de “Les noces” (opera a cui lavora da alcuni anni).
Il clima oceanico dell’Atlantico, a Biarritz, non piace a Stravinskij, per cui – nell’autunno del 1924 – si sposta a Nizza.
1925: primo viaggio di Stravinskij negli Stati Uniti, dove rimane due mesi per una serie di concerti.

1926-1927: rientra in Francia e compone l’opera-oratorio “Oedipus Rex”, collaborando per la stesura del testo con Jean Cocteau.

Stravinskij diventa presto cosmopolita, a causa dei moltissimi viaggi, tutti ne parlano come di una persona cortese, gentile e servizievole, visti il suo carattere e la sua semplicità d’animo: infatti, viene ospitato come Pianista e Direttore d’Orchestra in città come Parigi, Venezia, Berlino, Londra e New York.
I testi e le fonti per il suo lavoro sono molti, ma iniziano dal folklore russo, arrivando agli autori classici, alla liturgia latina e alla Francia contemporanea (André Gide, con “Perséphone”), alla letteratura inglese: Auden, Thomas Stearns Eliot, la poesia medievale e anche alle opere di Shakespeare.

Fra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, il suo lavoro è intensissimo.
1928: termina la stesura del balletto neoclassico, “Apollon Musagète”, con la coreografia di George Balanchine.
1930: nasce la “Symphonie de Psaumes”, una delle sue opere più conosciute.
1934: dopo tre anni passati a Voreppe, nell’Isère, si stabilìsce a Parigi e acquisìsce la cittadinanza francese.
In questo periodo nascono “Perséphone”, “Jeu de cartes”, il Concerto in mi bemolle “Dumbarton Oaks”.

1938-1939: mancano la figlia Ludmila, la madre, la moglie.
La figlia Mika passa molto tempo in sanatorio ed egli stesso è ricoverato a lungo, sempre a causa di tubercolosi.
Fortunatamente, le sue composizioni non vengono coinvolte emotivamente.

1939: Stravinskij parte alla volta degli Stati Uniti, chiamato là per tenere un Corso di Poetica Musicale, precisamente a Harvard ma, a causa della guerra, si stabilìsce a Los Angeles e, in seguito, a Hollywood: nel 1945, diventa cittadino naturalizzato statunitense fino alla sua morte nel 1971.

1919: arrangia “La Marsigliese”.
Luglio 1941: arrangia l’Inno americano “The Star-Spangled Banner”, la cui prima esecuzione si tiene a Boston il 14 ottobre dello stesso anno, ma non potrà più eseguirlo a causa delle leggi del Massachusetts (che proibiscono qualsiasi trascrizione dell’Inno) e a seguito di un intervento della polizia locale.

Adeguato professionalmente e intellettualmente a vivere in Francia, si adegua anche a vivere nello stesso modo negli U.S.A.

1951: attraverso l’opera con W.H. Auden, “The Rake’s Progress”, Stravinskij incontra il Direttore d’Orchestra e Musicologo Robert Craft: ora, il suo periodo neoclassico culmina e termina.
Nota Bene: Il primo interprete maschile di quest’opera è Raphael Arie’ del quale ho conosciuto la moglie vedova che mi ha regalato un libro che parla di alcuni episodi della sua vita col marito.

Capace di “reinventarsi”, si accosta nuovamente alla tecnica dodecafonica, soprattutto dopo avere conosciuto i lavori di Anton Webern, progredendo e arrivando a “convertirsi” scrivendo la Cantata , il Settimino, In memoriam Dylan Thomas, il Canticum Sacrum, il balletto Agon, Threni.

Viaggia moltissimo per lavoro (suoi concerti e sue composizioni) in particolare, nel 1958, anno in cui dirige un concerto di sue musiche presso il Teatro “La Fenice” di Venezia e “Oedipus Rex” alla “Wiener Staatsoper” di Vienna.

1962: ha forti radici in Occidente e si interessa alla scrittura ebraica.
1962-1963: compone la ballata sacra “Abramo e Isacco” e continua a scrivere musica per lavoro fino alla fine della sua vita.

1966: il suo ultimo lavoro importante è costituito dai “Requiem Canticles” e, dall’anno successivo, la sua salute peggiora provocandogli vari ricoveri ospedalieri.

Riesce ancora a viaggiare: Parigi, Zurigo, e a dedicarsi a trascrizioni, fra cui due lieder di Hugo Wolf.

1969: si ammala di bronchite fortissima, conseguenza riacutizzata della vecchia tubercolosi.

1970: è invitato in Italia e annuncia di voler tornare in Europa, ma è bloccato a New York da un edema polmonare, dove muore all’età di ottantotto anni nella notte fra il 6 e il 7 aprile 1971, a seguito di una crisi cardiaca.

Su sua richiesta, la sua tomba è vicina a quella di Sergej Djagilev, suo collaboratore da tantissimi anni: si trova a Venezia, nel Settore Ortodosso del Cimitero Monumentale dell’Isola di San Michele.
Secondo la convinzione di Robert Siohan, la moglie del Musicista rifiuterà la proposta del Governo Sovietico di inumare il corpo a Leningrado, sicura di rispettare il pensiero fedele ai desideri del marito.

Stravinskij racchiude molti stili musicali classico-moderni e influenza compositori sia durante la sua vita e dopo.

Una stella a suo nome si trova all’interno della “Hollywood Walk of Fame”, al numero 6340 di Hollywood Boulevard.

 

Battuto al computer da Lauretta

 

 

Stravinskij, anni ’30:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Igor_Stravinsky_LOC_32392u.jpg

File:Igor Stravinsky LOC 32392u.jpg

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La parte più conosciuta di questo Balletto si trova al minuto 2:45.

L’UCCELLO DI FUOCO:

 

 

RICHARD STRAUSS

Richard Georg Strauss nasce a Monaco di Baviera l’11 giugno 1864 e muore a Garmisch-Partenkirchen l’8 settembre 1949.

E’ un Compositore e Direttore d’Orchestra tedesco del periodo tardo-romantico.

Richard Strauss è conosciuto per i suoi poemi sinfonici e le sue opere liriche, ma non è parente degli Strauss viennesi, famosi compositori di musica da ballo.

La sua famiglia è abbastanza agiata (il padre è Primo Corno dell’ “Orchestra del Teatro di Corte” di Monaco e la madre appartiene alla famiglia dei birrai Pschorr) e con grandi interessi musicali, per cui Richard si appassiona alla Musica e inizia a comporre quando ha sei anni.
In seguito riceverà lezioni di Composizione dal Maestro di Cappella Frederick Wilhelm Meyer e, dietro la sua guida (o forse da lui ispirati), dopo le prime opere (spesso solo per pianoforte e canto) compone i “Concerti”, una “Grande Sonata”, un “Quartetto d’archi”, due “Sinfonie” e una “Serenata per fiati (Op. 7)”.

1882: inizia a studiare presso l’Università di Monaco, ma interrompe presto.

1883: compie un viaggio fra Dresda e Berlino, dove contatta personaggi importanti, tra cui il noto Direttore della “Orchestra di Corte” di Meiningen, Hans von Bülow (ex genero di Listz).

1885: Bülow assume Strauss come Maestro di Cappella del “Meininger Hof” (dove, fra gli altri, Strauss conosce Johannes Brahms); poco dopo, Bülow, lascia l’incarico e Strauss diventa il suo successore fino al termine della stagione 1885/86.

Fino a quel momento, compone con uno stile simile a Brahms o Schumann, ma la sua tendenza musicale cambia incontrando il Violinista Alexander Ritter che convince Strauss a prestare attenzione alla musica di Wagner dopo essersi cimentato con poemi sinfonici che hanno qualche idea di Franz Liszt.
Il nuovo stile di Strauss si nota nella Fantasia per Orchestra in quattro movimenti “Aus Italien”, eseguita nel 1887, al “Nationaltheater” (Monaco di Baviera); stile che si nota maggiormente nei successivi lavori per orchestra, programmatici e in un solo movimento, chiamati da Strauss “Tondichtungen” (normalmente tradotto con “Poemi Sinfonici”, anche se il termine più adatto sarebbe “Poemi Sonori”).

Inizialmente, ha difficoltà (del primo poema sinfonico, “Macbeth”, esistono tre versioni), ma Strauss trova il suo stile con “Don Juan” (del 1888-89) e soprattutto “Tod und Verklärung” (del 1888-90), che gli danno subito celebrità per la “vicinanza” con il “Tristano e Isotta” di Wagner.

Dopo alcuni anni, segue una seconda serie di Poemi Sinfonici, fra cui “Also sprach Zarathustra” (del 1896), < le cui battute iniziali, che rappresentano il sorgere del sole, acquisiscono grande notorietà grazie all’impiego nel film “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick.
Qui, lo stile straussiano appartiene al Tardo Romanticismo, ma la “Sinfonia delle Alpi” è ricordata per l’imponente organico orchestrale, simile a quello delle grandi sinfonie di Mahler.

1887: Strauss comincia la composizione della sua prima opera, “Guntram” (poco rappresentata dopo il 1894).

1899-1913: è Direttore della “Staatsoper Umaggiorenter den Linden”.
1901: “Feuersnot” è un successo; un trionfo internazionale e fama come Compositore operistico gli arrivano con “Salome” (del 1905) ed “Elektra” (del 1909): quest’ultima è la prima opera di collaborazione fra Strauss e lo Scrittore e Drammaturgo Hugo von Hofmannsthal.

In seguito i due artisti lavorano assieme, nonostante Strauss modifichi in parte il suo stile in “Der Rosenkavalier” (del 1911), opera in tre atti e < ambientata nel Settecento, ricca di riferimenti erotici e più favorevolmente accettata dal pubblico rispetto alle precedenti “Elektra” e “Salomè”, le due partiture più innovative di Strauss, classificate per il contenuto poetico e musicale come esempi di teatro orgiastico >.
“Salome” è la più nota tra le opere teatrali di Strauss e, all’esordio scandalizza la Critica mondiale anche se raggiungerà un buon successo, in seguito.
1907: a proposito, è importante ricordare la rappresentazione a New York che viene ritirata su richiesta della Chiesa per la scena in cui “Salome” bacia la testa mozza di San Giovanni, seguendo fedelmente il testo di Oscar Wilde da cui l’opera è tratta.

1930: fino a questa data, Strauss compone ancora numerose opere, però il suo stile si riduce ad un livello minore e la grande opera “La donna senz’ombra” (“Die Frau ohne Schatten”) rappresenta il punto finale di una fase drammatico-sperimentale.
I lavori seguenti hanno costruzione più leggera e in stile classicistico, come “Capriccio” e “Daphne”, la sicurezza drammaturgica per il teatro musicale rimane e, quasi tutte le sue opere liriche, sono dei successi.

 

Strauss e il Nazismo:

Nell’epoca del “Nazionalsocialismo”, non si conosce precisamente il ruolo di Strauss perché risulta dubbioso: secondo alcune opinioni, Strauss sarebbe apolitico e non avrebbe mai cooperato con il “potere”, ma è da tenere ben presente che, durante le “Olimpiadi” di Berlino del 1936, Strauss non dirige l’Inno Nazionalsocialista.
Secondo altri, l’obiezione della sua “Presidenza della Camera Musicale del Reich”, nel periodo 1933-1935, nonostante ricopra una carica elevata di rappresentanza, dovrebbe fargli prendere posizione contro il Nazionalsocialismo.

Strauss corre un rischio, pubblicando l’opera “La donna silenziosa” (“Die schweigsame Frau”) su libretto dello scrittore ebreo Stefan Zweig perché, a seguito dell’enorme successo ottenuto (la cui prima rappresentazione viene autorizzata in via eccezionale dallo stesso Hitler), Strauss è costretto a dimettersi dalla “Camera Musicale del Reich” (Zweig, 1942) in quanto viene intercettato un messaggio troppo “libero” diretto allo stesso Stefan Zweig per chiedergli la stesura di un libretto per una nuova opera,
Altre supposizioni: Strauss sfrutterebbe la sua carica per proteggere i suoi amici e colleghi ebrei.

 

Il nuovo ruolo di musicista nella società:

Richard Strauss è un compositore geniale e ha anche ridefinito il ruolo del Musicista nella Società: ha già una solida base finanziaria (per via della famiglia materna), ma dimostra anche che un compositore può vivere del suo lavoro.
Infatti, giunge alla conclusione che il comporre sia una professione vera e propria, per cui il totale del compenso sia pari a quello di un Medico o di un Giurista.
Questa idea è contraria alla funzione sempre ricoperta dall’ “Artista”, nella società, fino ad allora, per cui Strauss è cotretto a difendersi contro l’accusa di essere particolarmente tendente agli affari e molto avaro: in parte, tale cattiva fama gli resta ancora oggi.

1889: assieme a Hans Sommer e Friedrich Rösch, Strauss pensa di fondare una sorta di “Sindacato dei Compositori” per raggiungere questi suoi scopi e, da questa sua iniziativa, nel 1903, viene fondata la Società per i Diritti nelle Rappresentazioni Musicali e nella Riproduzione Meccanica (la corrispondente tedesca della SIAE italiana).
E’ importante ricordare che la villa di Garmisch, dove Strauss trascorse gli ultimi anni della sua vita, è chiamata “Villa Salome”, perché acquistata con i diritti d’autore di tale opera.

 

Opere:

Poemi sinfonici:

. Aus Italien op. 16 (1886)
. Don Juan op. 20 (1888)
. Macbeth op. 23 (1888-90)
. Morte e Trasfigurazione (Tod und Verklärung) op. 24 (1889)
. I tiri burloni di Till Eulenspiegel (Till Eulenspiegels lustige Streiche) op.28 (1895)
. Così parlò Zarathustra (Also sprach Zarathustra) op. 30 (1896)
. Don Chisciotte (Don Quixote) op. 35 (1897)
. Una vita d’eroe (Ein Heldenleben) op. 40 (1898)
. Sinfonia domestica (Symphonia Domestica) op.53 (1903)
. Sinfonia delle Alpi (Eine Alpensinfonie) op. 64 (1915)

 

Altre composizioni orchestrali:

. Romanza per clarinetto (1879)
. Concerto per violino e orchestra Op. 8 (1881)
. Concerto per corno n. 1 in mi bemolle maggiore op.11 (1882-83)
. Romanza per Violoncello (1883)
. Burlesca per pianoforte e orchestra, in re minore (1890),
. Parergon dalla Symphonia Domestica per pianoforte (mano sinistra) e orchestra, Op. 73
. Panathenäenzug, studio sinfonico in forma di passacaglia per pianoforte (mano sinistra) e orchestra, Op. 74
. Japanische Festmusik
. Concerto per corno n. 2 in mi bemolle maggiore (11 agosto 1943 al Festival di Salisburgo diretto da Karl Böhm)
. Concerto per oboe e piccola orchestra, in re maggiore (1945-46)
. Duetto-Concertino per clarinetto, fagotto, arpa e archi (1947)
. Sinfonia per strumenti a fiato “The happy workshop”
. Sinfonia in re minore
. Suite per orchestra: musica strumentale per lavori teatrali
. “Musica da film” per la pellicola Rosenkavalier (1925)
. Festliches Präludium, Op. 61, con organo in orchestra

 

Opere liriche:

. Guntram (1894)
. Feuersnot (1901)
. Salome (1905)
. Elektra (1909)
. Il cavaliere della rosa (Der Rosenkavalier) (1911)
. Ariadne auf Naxos (1912/16)
. La donna senz’ombra (Die Frau ohne Schatten) (1919)
. Intermezzo (1924)
. Elena egizia (Die ägyptische Helena) (1928)
. Arabella (1933)
. La donna silenziosa (Die schweigsame Frau) (1935)
. Il giorno della pace (Friedenstag) (1938)
. Daphne (1938)
. Die Liebe der Danae (1940; rappresentata postuma nel 1952)
. Capriccio (1942)
. L’ombra dell’asino (Des Esels Schatten) (1949; incompiuta)

 

Musiche per balletto:

. Josephslegende o La légende de Joseph (1914 al Palais Garnier di Parigi con Léonide Massine e Maria Nikolaevna Kuznetsova)
. Schlagobers (1924)

 

Cori a cappella:

. 2 cori a 16 voci op.34:
. n. 1 Der Abend
. n. 2 Hymne
. An den Baum Daphne
. Die Göttin im Putzzimmer
. Deutsche Mottette
. Altre opere per coro maschile

 

Altre opere:

. Lieder per piano e per orchestra
. Vier letzte Lieder (Ultimi quattro lieder) per soprano e orchestra
. Frühling (Primavera), su testo di Hermann Hesse
. September (Settembre), su testo di Hermann Hesse
. Beim Schlafengehen (Tempo di dormire), su testo di Hermann Hesse
. Im Abendrot (Al crepuscolo), su testo di Joseph von Eichendorff
. Musica per pianoforte (tra cui la Sonata in si minore op.5)
. Metamorphosen, per 23 archi solisti (1946)
. Der Bürger als Edelmann (Il borghese gentiluomo), Suite da musiche di scena, op. 60 (TRV 228c) (1920)

 

Musica da camera:

. Concertante per 2 violini, violoncello e pianoforte (ca.1875)
. Trio in la maggiore per violino, violoncello e pianoforte (1877)
. Trio in re maggiore per violino, violoncello e pianoforte (1877)
. Introduzione, tema e variazioni per corno e pianoforte in mi bemolle maggiore (1878)
. Introduzione, tema e variazioni per flauto e pianoforte in sol maggiore (1879)
. Quartetto per archi in la maggiore op.2 (1880)
. Ständchen per violino, viola, violoncello e pianoforte (ca.1881)
. Variazioni per quartetto d’archi su un tema di C.Negri (1883)
. Festmarsch per violino, viola, violoncello e pianoforte (1884)
. Sonata per violoncello e pianoforte in fa maggiore op.6 (1882-83)
. Quartetto per archi in do minore op.13 (1882-84)
. Sonata per violino e pianoforte in mi bemolle maggiore op.18 (1887-88)
. Andante per corno e pianoforte op. postuma (1888)
. 2 pezzi per violino, viola, violoncello e pianoforte (Arabischer Tanz, Liebesliedchen) (1893)

 

Discografia parziale:

. Strauss, R. – Strauss dirige Strauss, Mozart e Bethoveen – Staatskap. Berlin/Bayer. Staatsorchester, 1921/1941 Deutsche Grammophon
. Strauss, R. – Richard Strauss and the Piano – Costantino Catena & Quartetto Savinio – Camerata Tokyo CMCD-28309

 

Onorificenze:

Medaglia dell’Ordine di Massimiliano per le Scienze e le Arti – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia dell’Ordine di Massimiliano per le Scienze e le Arti
— 1910

 

Battuto al computer da Lauretta

 

 

 

 

Richard Georg Strauss nel 1920–1925 circa:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Richard_Strauss_(cropped).jpg

File:Richard Strauss (cropped).jpg

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COSI’ PARLO’ ZARATUSTRA: Direttore: Georg Solti & Chicago Symphony Orchestra

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DANZA DEI SETTE VELI dall’opera “Salomè”:

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IL CAVALIERE DELLA ROSA, VALZER:  https://youtu.be/yF1rh7qkQkQ

 

 

BEDŘICH SMETANA

Bedřich Smetana nasce a Litomyšl il 2 marzo 1824 e muore a Praga, 12 maggio 1884.

E’ un compositore ceco.

È conosciutissimo per il suo poema sinfonico “Vltava” (“La Moldava”).
E’ il secondo lavoro compreso in un ciclo di sei il cui titolo è “Má vlast” (“La mia patria”: 1874-1879), e per la sua opera “La sposa venduta” (del 1866), particolarmente ricca di motivi cechi.

Sin da piccolo, studia autodidatticamente Pianoforte e Violino.
Il padre gli dà la prima formazione musicale.
Il padre – nell’ambito familiare – ha già creato un quartetto d’archi dilettante, oltre a ricevere inegnamenti anche da due Maestri a Plzeň.
Studia con il Maestro Josef Proksch, al Conservatorio di Praga, il quale provvede a fargli avere alcuni lavori a Corte, generalmente di tipo didattico.

1848: fonda una Scuola di Musica sostenuta anche da Liszt.

Scrive la sua Prima Sinfonia Nazionalista per i Moti Insurrezionali del 1848, a Praga che, in quel tempo, è parte dell’Impero Austriaco, a cui partecipa brevemente.

1856: suo trasferimento a Göteborg, in Svezia.
Là, dirige la “Società Filarmonica” e inizia a comporre, intraprendendo varie tournées in Europa, ottenendo molto successo, accompagnato dalla prima moglie, la pianista Katarina Kolár; in seguito, sarà accompagnato dalla seconda moglie, Ferdinandi, dopo la morte di Katarina, nel 1859.

1861: Smetana torna a Praga qando la situazione sociale e politica si è sistemata, a seguito dei moti rivoluzionari del 1848 (la famosa “Primavera dei Popoli”), dove apre un nuovo Istituto Musicale, la “Società Filarmonica Hlahol”, che promuove la musica ceca.

Inoltre, Smetana è Critico Musicale e, dal 1866, è il Direttore d’Orchestra nel “Teatro Nazionale” di Praga, in cui le sue opere teatrali vengono rappresentate.

1874-1875: a Smetana, si manifesta una sordità sempre più grave (sente una nota acuta nella testa: cosa che, poi, scrive nel “Quartetto n.1 “Dalla mia vita”) che lo obbliga a dimettersi e a trasferirsi nel villaggio di Jabkenice.
Negli ultimi anni della malattia, compone:

. Il ciclo sinfonico “La mia Patria”, fra il 1874 e il 1879, composto di sei poemi sinfonici: Vyšehrad, Vltava, Šárka, Dai prati e dai boschi di Boemia, Tábor, Blaník

. la Polka “La contadinella” e “Il carnevale di Praga”

. Due pezzi per Violino e Pianoforte, intitolati “Dal mio paese”

. Lieder per voce e pianoforte, facenti parte del ciclo “Canti della sera”

Pur con problemi di salute, Smetana continua a comporre fino alla morte, avvenuta nel 1884, in un ospedale psichiatrico di Praga.
Viene sepolto a Praga, nel Cimitero di Vyšehrad.
Praga gli rende onore per mezzo di un monumento vicino al fiume Moldava-“Ponte Carlo”.

Smetana: lascito culturale:

1884-1892: Josef Foerster si distingue come Direttore Musicale della “National Leaf” e s’impone, come suo impegno, promuovere le opere di Smetana.

E’ importante evidenziare che Smetana pone le basi di un linguaggio musicale di carattere nazionale che, con richiami a modelli stranieri (in particolare a Hector Berlioz e a Franz Liszt), valorizza il patrimonio culturale etnico della Boemia (miti, danze, canzoni), portando la sua nazione ad un ruolo di primo piano nella musica europea del secondo XIX secolo.

Influenza grandemente Antonín Dvořák, il quale – idem – usa temi cechi, nelle sue opere, e su molti compositori posteriori, come Arnold Schönberg.

La “Primavera di Praga”, Festival di Musica Classica, si apre ogni anno il 12 maggio, Anniversario della sua morte, con un’esecuzione della “Moldava”.

Composizioni: Poema Sinfonico

• La Moldava

Opere liriche:

B T Titolo SubN. atti Libretto Data composizione Data primio Teatro
124 90 I brandeburghesi in Boemia (Braniboři v Čechách) 3 Karel Sabina 1862–1863 5 gennaio 1866 Teatro Provvisorio
143 93 La sposa venduta (Prodaná nevěsta) 3 Karel Sabina 1863–1866, revis. 1869 e 1870 30 maggio 1866 Teatro Provvisorio
133 96 Dalibor 3 Josef Wenzig 1865–1867, revis. 1870 16 maggio 1868 Teatro Nuovo
109 Le due vedove (Dvě vdovy) 2 Emanuel Züngel 1873–1874, revis. 1877 27 marzo 1874 Teatro Provvisorio
115 Il bacio (Hubička) 2 Eliška Krásnohorská 1875–1876 7 novembre 1876 Teatro Provvisorio
118 Il Segreto (Tajemství) 3 Eliška Krásnohorská 1877–1878 18 settembre 1878 Teatro Nuovo
107 Libuše 3 Josef Wenzig 1869–1872 11 giugno 1881 Teatro Nuovo
129 Il muro del diavolo (Čertova stěna) 3 Eliška Krásnohorská 1879–1882 29 ottobre 1882 Teatro Nuovo
133 Viola Eliška Krásnohorská 1874, 1883–1884 (frammenti) 11 maggio 1924 Teatro Nuovo

 

Musica per orchestra:

. Minuetto (1842)
. Bayadere Galop (1842)
. Festive Ouverture, op.4 (1848-1849)
. Festive Symphony, op.6 (1853-1854)
. Riccardo III, op.11, poema sinfonico (1857-1858)
. Doktor Faust, ouverture per una commedia di marionette (1862)
. Alle nostre ragazze (Našim děvám), Polka (1862)
. Marcia solenne per le celebrazioni di Shakespeare, op.20 (1864)
. Preludio Solenne in occasione della posa della prima pietra per il Teatro Nazionale (1868)
. La mia patria, poemi sinfonici (1874-1879)

 

Musica da camera:

.Trio per pianoforte, op.15 (1855)
. Quartetto per archi n.1 (Dalla mia vita) (1876)
. Quartetto per archi n.2 (1882-1883)
. Musiche per pianoforte
. Galop
. Galoppo di bravura (1840)
. Louisine Polka (1840) (trascritta anche per orchestra)
. Georgine Polka (1840) (trascritta anche per orchestra)
. Souvenir di Pilsen, polka (1843-1844)

 

Bagatelle e Improvvisi (1844):

. Innocenza
. Sconforto

. Idillio
. Brama
. Felicità
. Fiaba
. Amore
. Lite
. 5 Valzer (1844)
. La marcia dei soldati (1845)
. Sonata per pianoforte (1846)
. Sei preludi (1846)
. Morceau caractéristique (1847-1848)
. La Marcia della Legione Studentesca di Praga (1848)

 

. Scene di matrimonio (1849):

. Marcia Nuziale
. La sposa e sposo
. Danza
. Allegro capriccioso (1849)

 

. Sei pezzi d’album (1849-1850):

. Allegro – Prélude
. Moderato – Chanson
. Vivace
. Allegro Comodo
. Moderato con Anima
. Andante ma non troppo

. Studio da Concerto (1858-1859):

. Souvenir di Boemia in forma di polka, op.12 (1859-1860)
. In riva al mare, studio da concerto (1861)
. Fantasia su canti popolari cechi (1862)
. Quattro Dance Ceche (1877)
. Bettina Polka (1883)

. Cori e canzoni :

. Jesu meine Freude (1846)
. Scapulis suis obumbrabit tibi dominus (1846)
. Medtabitur in mandatis tuis (1846)
. Canzoni serali, op. 124 (Večerní písně, 1879, dall’omonima raccolta di Vítězslav Hálek)
. Kdo v zlaté struny zahrát zná
. Nekamenujte proroky!
. Mně zdálo se
. Hej, jaká radost v kole
. Z svých písní trůn ti udělám

Battuto al computer da Lauretta

 

 

Bedřich Smetana:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Bedrich_Smetana.jpg

File:Bedrich Smetana.jpg

.

HERBERT von KARAJAN dirige “LA MOLDAVA”:

 

 

CHRISTIAN SINDING

Christian August Sinding nasce a Kongsberg l’11 gennaio 1856 e muore a Oslo il 3 dicembre 1941.

E’ un compositore norvegese.

Nella prima età, studia il Violino e il Pianoforte, dopodiché compie corsi di studio più regolari presso il Conservatorio di Lipsia, perfezionandosi poi a Berlino, a Dresda e a Monaco.

Il “Quintetto” che entusiasma Čajkovskij, lo rivela al mondo musicale e Sinding si dedica alla composizione inserendo, spesso, nella musica, le tradizioni del suo Paese.

Compone pagine sinfoniche pregevoli da camera e vocali ed è celebre il suo pezzo pianistico esile e felice: il “Mormorio di Primavera”, del 1893, e diffuso in numerosissime trascrizioni.

Il momento più vivo della sua arte è da ricercare nella Musica da Camera, Musica Vocale (ben duecento liriche per Canto e Pianoforte) e Strumentale; musica incentrata sul breve respiro melodico e sostenuto da personali tessiture armoniche.

Battuto al computer da Lauretta

 

Christian August Sinding:

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MORMORIO DI PRIMAVERA:

 

ROBERT SCHUMANN

Robert Alexander Schumann nasce a Zwickau l’8 giugno 1810 e muore ad Endenich il 29 luglio 1856.

E’ un Compositore, Pianista e Critico musicale tedesco.

È ritenuto uno degli iniziatori e uno degli esponenti più importanti del Romanticismo Musicale: le prime composizioni sono considerate romantiche in modo vero e, infatti, le sue opere pianistiche sono pubblicate intorno al 1830.

La sua musica è profonda e individualista del Romanticismo.

Schumann è intellettuale, esteta, meditativo ed è sempre rivolto verso il futuro.
In vita, viene compreso poco, a differenza di oggi in cui la sua musica è considerata originale per l’armonia, il ritmo, la forma e la tecnica pianistica innovativa, ma sempre lontana da effetti virtuosistici.

Come Critico musicale sostiene e fa conoscere l’arte di Chopin e le composizioni di Brahms.

1840: sposa Clara Wieck, idem Pianista e Compositrice la quale, dopo la morte del marito, opera in modo incessante per la diffusione della sua musica oltre la cerchia dei suoi famosi ammiratori, tra cui Franz Liszt, Felix Mendelssohn, Ferdinand Hiller e il giovane Brahms.
Clara non risparmia feroci critiche a chi, come Wagner che, in buona o in malafede, si esprime negativamente su Robert Schumann.

 

I primi anni di Robert Schumann: 

Zwickau è il piccolo paese della Sassonia dove Schumann nasce; un paese circondato da quel tipo di natura che influenzerà molto la formazione del futuro compositore.

E’ il sesto ed ultimo figlio di August Schumann: libraio, editore e autore di racconti e romanzi.
La madre, Johanne Christiane Schnabel, è figlia di un medico ed è una discreta Pianista dilettante.

Durante la sua fanciullezza, Robert si appassiona alla Poesia e alla Musica, grazie anche alla spinta del padre che gli trasmette l’amore per la Letteratura, incentivandolo nelle letture.
Ha sette anni quando inizia a studiare Musica con Johann Gottfried Kentsch, Organista della Cattedrale.
August ha salute malferma e si reca spesso a curarsi alle Terme di Carlsbad dove, nel 1819, porta il figlio e lo accompagna ad un Concerto di Ignaz Moscheles, celebre virtuoso.
Robert rimane impressionato fortemente: decide assolutamente di diventare pianista.

1826: August Schumann muore.
Continuando a coltivare la passione per la Musica, Robert si diploma al Liceo due anni dopo per soddisfare il desiderio “fredda giurisprudenza”, (il padre, nel testamento, gli lascia una somma di diecimila talleri affinché termini gli studi) e per entrare a far parte della ditta di famiglia di cui si occupano già i suoi fratelli.

A Lipsia, Robert si interessa maggiormente alla vita musicale della città, frequenta i Concerti e affitta un pianoforte.
In questo periodo, conosce Friedrich Wieck, all’epoca, il più importante Insegnante di Pianoforte di Lipsia: ne diventa allievo, si dedica interamente alla Musica, studiando da subito, incessantemente, per riguadagnare il tempo perduto durante gli anni di Università.
Robert subisce molto l’influenza del padre August, definito un “Homme de Lettres” che gestisce la Libreria e Casa Editrice “Gebrüder Schumann” con il fratellastro, a Zwickau, specializzata nella pubblicazione in formato tascabile di narrativa, soprattutto inglese, per cui legge moltissimo, Byron, Tieck e, soprattutto, il prediletto Jean Paul Richter.

In seguito, Schumann si trasferisce a Heidelberg e intraprende un viaggio in Italia durante il quale sente cantare Giuditta Pasta, al Teatro “Alla Scala” di Milano.

1830: rientrato in Germania e, a Francoforte, ascolta suonare Paganini il cui virtuosismo incoraggia maggiormente il suo desiderio di diventare Pianista Concertista.
In una lettera alla madre (è consapevole del dispiacere che le avrebbe provocato lasciando l’Università), le palesa di essere “più risoluto che mai” nel volere intraprendere la strada artistica.

 

Gli inizi di Schumann:

Schumann ha l’età di 19 anni quando, inconsapevolmente, sogna il suo destino, la vita che avrebbe trascorso in Renania e anche il tentativo di suicidio nel fiume: “Ho sognato di affogare nel Reno”; infatti, annota subito su un foglietto questo particolare.

Robert riprende le lezioni con Wieck e, come era in uso all’epoca, si trasferisce in casa del Maestro dove, per i primi sei mesi studia intensamente il Pianoforte: suona spesso a quattro mani con Clara, la figlia del Maestro, senza compiere molti progressi.
In questo periodo scrive la sua prima composizione, le “Variazioni sul nome Abegg”, che pubblicherà come “op. 1” l’anno seguente.
Schumann non ascolta i consigli di Wieck, per cui non vuole prendere lezioni di Teoria Musicale con Carl Theodor Weinlig preferendogli Heinrich Dorn, più giovane e disponibile, che lo introduce allo studio delle partiture di Beethoven.

Schumann è convinto di non diventare un Compositore, ma un Concertista: però, lo studio dello strumento, come viene affrontato, lo insoddisfa e innervosisce.

Inverno 1831-1832: la figlia Clara è undicenne, ma è già una Pianista di talento che Wieck accompagna in un giro di Concerti, per cui Schumann approfitta per esperimentare alcuni miglioramenti della sua tecnica.
Infatti, escogita un apparecchio che allargherebbe la divaricazione fra le dita e, di conseguenza, agevolare l’estensione della mano.
In precedenza ha avuto difficoltà alla mano destra, sicuramente dovute ad un grande affaticamento: difficoltà che, in seguito, si appesantiscono.

Nel frattempo, scrive la sua seconda composizione, “Papillons” e, al rientro dei Wieck, Schumann non può fare ascoltare la nuova opera al Maestro a causa dell’aggravamento del problema alla mano che non permette l’uso del dito medio: “Papillons” viene eseguita da Clara che impara la composizione in soli tre giorni.
Schumann, allora, si dedica alla composizione e, presto, fa seguire alle “Variazioni” e ai “Papillons” altri pezzi per solo pianoforte.
Da quel momento, per il lasso di tempo di dieci anni, scrive esclusivamente per Pianoforte, incoraggiato anche dalle buone recensioni critiche ottenute dai “Papillons”.
Continua lo studio con Dorn, con il quale analizza molte “Fughe”, però si stanca presto e tronca le lezioni; dopodiché, continua da solo ad esaminare “Il clavicembalo ben temperato.

1833: il fratello Julius muore a causa di tubercolosi e la cosa gli provoca una profonda crisi depressiva che, dopo averla superata, lo lascia irrequieto e pieno di paure.
In seguito, si ammala anche di malaria, malattia di cui muore la cognata Rosalie, da lui considerata quasi una sorella: l’avvenimento lo scombussola molto e gli causa una nuova crisi nervosa.

Con Wieck e altri intellettuali, Schumann partecipa a serate durante le quali si discute delle nuove idee musicali rendendosi conto di come l’Editoria sia legatissima al Classicismo e non accetti la Nuova Musica.

Da qualche tempo, Schumann ha iniziato a pubblicare articoli di Critica musicale, scrivendo anche sui concerti di Clara, lodandola, pur rimanendo anonimo.
Fra le sue recensioni, celebre è quella sulle “Variazioni op. 2” di Chopin, ascoltate nel dicembre 1831 e pubblicate sull’ “Allgemeine musikalische Zeitung”, dove si esprime dicendo: “Giù il cappello signori, un genio!”.

Con la sua prima produzione musicale tenta di rompere con la tradizione delle forme e delle strutture classiche, secondo lui troppo restrittive.
Le sue composizioni gli attirano l’attenzione di giovani musicisti e appassionati di Musica; con alcuni di loro (compreso Wieck), nel 1834, crea una nuova rivista, la “Neue Leipziger Zeitschrift für Musik” che, purtroppo, ha una vendita limitata; per cui Schumann acquista i diritti di stampa e, da solo, si dedica alla rivista che diventa la “Neue Zeitschrift für Musik”, raggiungendo lo scopo desiderato.

La nuova pubblicazione esiste ancora oggi e si basa sul progresso musicale, opponendosi ai vecchi metodi di insegnamento che non rispettano il gusto e impediscono lo slancio dell’arte, oltre ad un certo dilettantismo invadente.

Scrive con passione e, a seconda del suo umore o stato d’animo, si firma con pseudonimi: “Eusebius”, “Florestan” o “Meister Raro”.

I “Davidsbündler” (“Lega dei compagni di David”) rappresenta gli artisti che si oppongono ai “Reazionari” e che lottano metaforicamente contro i “Filistei dell’Arte”.
Questa Lega esiste solo nella fantasia di Schumann, ma viene corrisposta dai giovani Musicisti che frequentano i caffè letterari di Lipsia, in cui si parla di Musica e a cui partecipa anche Wieck, che, reazionario in materia d’arte, non è.

1844: Schumann tiene la redazione della rivista quasi da solo, scrivendo molti articoli e studi, nonostante le sue prime composizioni trovino favore fra gli amici e appassionati come Mendelssohn e Liszt che giudicano positivi i suoi lavori che, per il grande pubblico, risultano troppo complicati.

 

Robert Schumann e Clara Wieck:

Ernestine von Fricken è una giovane boema che studia Pianoforte e che vive nell’abitazione di Wieck; è una compagna di studi di Schumann ed è il suo primo vero amore.
Il “Carnaval op. 9” gli viene ispirato da lei per una delle sue prime composizioni importanti.

In tale periodo, Schumann stende gli “Studi sinfonici” (da uno spunto musicale del Barone von Fricken, padre di Ernestine e musicista dilettante).
Con Ernestine, la storia dura poco più di un anno perché il musicista comincia ad accorgersi di Clara Wieck in un modo diverso, non più solo come pianista: infatti, Clara ha appena quindici anni e Robert l’ha conosciuta quando la bambina aveva dieci anni.
Wieck, però, vuole per lei il futuro di grande Concertista e, quando percepisce l’interesse di Schumann, le impone lunghe tournées.
Clara, è ormai, una giovane pianista affermata e, ai suoi Concerti, sono presenti Goethe, Nicolò Paganini (che l’ascolta suonare più volte e che la presenta a Critici musicali; le regala anche una composizione scritta appositamente per lei).
In seguito Clara diventerà una delle pianiste più ricercate del suo tempo.

Wieck tenta in tutti i modi di tenere separati Clara e Robert con ogni mezzo, arrivando alla maldicenza e alla proibizione alla figlia di scrivere lettere a Schumann che, comunque, continuano a comunicare in maniera clandestina.

1836: muore la madre di Schumann, causandogli sconforto e ancor più bisognoso di avere l’affetto di Clara.
In tale stato di desolazione, riesce a comporre alcune delle sue opere più intense: la “Sonata in Fa diesis minore” e il “Concerto senza orchestra”.

1837: Clara è lontana per via dei suoi Concerti da tenere e Schumann incomincia a cercare rifugio nell’alcool, pur continuando a comporre e riuscendo a terminare gli “Studi sinfonici”.
Lui e Clara si rivedono nel mese di agosto ad un Concerto che Clara tiene a Lipsia, durante il quale esegue la “Sonata op. 11” che Robert le ha dedicato.

1838: per Schumann, l’anno è più tranquillo per cui riesce a scrivere lavori più calmi e sereni come le “Kinderszenen” e le “Novellette”.

Va alla conquista dell’ambiente musicale viennese, ma rimane fortemente deluso : infatti, i viennesi non prestano la minima attenzione alle sue opere e, nonostante la tristezza dei sei mesi passati là, Schumann trova l’ispirazione e compone alcune opere tra cui “Humoreske”.

Ha occasione di conoscere anche Ferdinand, il fratello di Franz Schubert, che gli mostra molti manoscritti ancora inediti di Franz e, fra i quali, trova una sinfonia di parecchie dimensioni che, in seguito, fa eseguire a Lipsia al “Gewandhaus”: si tratta della “Sinfonia in Do maggiore, La grande”.

Dopo il ritorno in Germania, Robert trascorre un nuovo periodo scuro, angosciato da premonizioni anormali che logorano maggiormente la sua stabilità psicologica.
Chiede ancora una volta la mano di Clara a Wieck che si oppone al matrimonio duramente, dal momento che, pur riconoscendo il talento sconfinato del ragazzo, si rende conto anche dell’insufficiente equilibrio mentale, deplorando la sua tendenza all’alcolismo: addirittura pensa di diseredare Clara e tenere per sé i compensi dei suoi concerti per contrastare la loro decisione.
Ma quest’ultima mossa paterna provoca nella figlia la ricerca di soluzioni radicali, per cui, ad entrambi, per avere il consenso, rimane solamente da imboccare la via legale attraverso la Corte d’Appello.

Schumann, sempre più rattristato, per circa un anno non riesce a comporre e, solo nel 1840, crea i lieder: infatti, scrive diversi cicli su testi di Heine e di Eichendorff.

Agosto 1840: arriva il parere favorevole della Corte e i due giovani si sposano a Schönefeld, il 12 settembre, giorno precedente al ventunesimo compleanno di Clara.

 

La maturità artistica e il declino di Schumann:

Nei primi anni di matrimonio, Schumann è felicissimo e il lavoro è fecondo: ritrova una nuova vena creativa e, dopo le Composizioni per pianoforte e quelle di Lieder, si appassiona alla Musica Sinfonica e a quella da Camera, tanto da scrivere moltissimi lavori di tutti i generi.

1841: nasce la prima figlia, Marie, per cui Clara è obbligata ad interrompere la sua attività di Concertista per qualche tempo.

Nel frattempo, Robert fa conoscere alla moglie le Sonate di Beethoven con lo scopo di ampliare il suo repertorio, scoprendosi, quindi, compositore di Musica orchestrale, accostandosi alla Sinfonia.
Nasce la sua “Sinfonia n. 1, La primavera”, diretta in prima esecuzione da Mendelsshon con grande successo.

1842: accompagna Clara in una serie di Concerti che vengono tenuti a Weimar e a Brema. Presto, si sente inadeguato e rientra a Lipsia dove si cimenta nella Musica da Camera e, in soli due mesi, scrive i “Tre Quartetti op. 41”, il “Quintetto” e il “Quartetto per pianoforte e archi”.

1843: nasce Elisa, la seconda figlia e, sempre nello stesso anno, Schumann crea una composizione molto ambiziosa (è un Oratorio profano, tratto da un testo di Thomas Moore: “Il Paradiso e la Peri”) che ottiene grande successo, tanto che il vecchio Wieck si sente in dovere di tentare la riconciliazione.

Per la famiglia Schumann iniziano i problemi economici e l’amico Mendelssohn, che ha fondato il Conservatorio di Lipsia, chiama Schumann ad insegnare, conferendogli la Cattedra di Pianoforte, Composizione e Lettura della partitura.
Il musicista mantiene l’incarico per un anno, dopodiché, seguirà la moglie in una tournée impegnativa in Russia, dopo aver affidato le due figlie al fratello Carl.

Clara si esibisce a Mosca, a Riga e a San Pietroburgo, mentre Robert dirige la sua “Sinfonia n. 1”.

Maggio 1844: Schumann rientra a Lipsia e spera di poter subentrare a Mendelsshon (trasferitosi a Berlino, nella direzione della “Gewandhaus”), ma gli viene preferito Niels Gade.
Schumann è nuovamente deluso, per cui lascia Lipsia con la famiglia e si trasferisce a Dresda dove, inizialmente, non si trova a suo agio, in particolare perché la giudica molto arretrata, in campo musicale.
Decide di formare un nuovo Circolo che riunisce intellettuali e artisti, tra cui Wagner (allora, Kappelmeister al “Teatro di Corte”) col quale entra presto in disaccordo sia sul terreno musicale, sia sul terreno politico: infatti, Wagner ha idee rivoluzionarie e si interessa alle teorie di Bakunin, mentre Schumann non approva le idee che provochino agitazioni sociali e cambiamenti radicali.

I sintomi della sua instabilità mentale si aggravano: soffre di amnesie, di allucinazioni sonore, resta assorto per ore.

1844-1845: compone poco e studia Bach e, poi, scriverà le “Quattro fughe op. 72”.
Inoltre, completa quindi il “Concerto per pianoforte” e scrive la sua “Seconda sinfonia” (la dirige a Vienna, Praga e Berlino, mentre Clara si esibisce nei suoi Concerti).

1847: diventa Direttore della Società Corale “Liedertafel” in sostituzione di Ferdinand Hiller.

1848: per poter eseguire opere di portata maggiore, fonda il “Verein für Chorgesang”, una società corale “mista”.

Si cimenta nell’Opera Lirica, volendo musicare un lavoro profondamente tedesco, tipo “Fidelio” di Beethoven.
Sceglie una storia medievale, “Genoveva di Brabante”, il cui libretto è scritto dall’amico Robert Reinick: terminerà l’opera l’anno seguente, opera che viene rappresentata dopo due anni e che ottiene poco successo.
Per cui riprende a scrivere per pianoforte creando due lavori che esprimono il suo grande amore per Madre Natura, l’ “Album della gioventù” e le “Scene del bosco”.

1849: le sommosse coinvolgono anche Dresda; Wagner combatte a fianco di Bakunin mentre il tranquillo Schumann (però, personalità complessa e, a volte, contorta), preferisce ritirarsi in un paese di campagna, Kreischa.
Scrive i due “Konzertstück”, altre Composizioni da Camera e termina un Oratorio profano (“Szenen aus Goethes Faust”), già iniziato precedentemente.

1850: viene chiamato a Düsseldorf come Direttore dei “Concerti temporali e spirituali” e della “Società Corale”, dove non apprezza molto l’incarico di Direttore perché, per suo carattere, non è capace di imporsi e coordinare le persone, pur avendo la necessità di una rendita salda e impellente (ha cinque figli), in quanto è impensabile per lui che solo Clara guadagni (probabilmente, si tratta di un insegnamento della sua famiglia, poi radicato nella personalità dello stesso Schumann, oltre al modo di ragionare del tempo).

Fra i molti pezzi composti in questo periodo, spicca la sua Sinfonia più celebre, la “Terza, ossia la Renana”.
Si dimostra subito un inesperto e poco efficace Direttore e litiga spesso con gli orchestrali (probabilmente, inconsciamente, si sente escluso, abbandonato: potrebbe essere che la salute malferma del padre abbia influito negativamente sull’infanzia-adolescenza di Schumann, traumatizzandolo e creandogli paura inconscia, oltre a soffrire – forse – di disturbo bipolare).
Schumann ha una nuova crisi depressiva con allucinazioni (fenomeni psichici che fanno sembrare come reale qualcosa che, in reatà, è solo immaginato): cose che lo portano ad interessarsi di Spiritismo.
Il Comitato dei Concerti non gli rinnova l’incarico e viene licenziato.
Lo sdoppiamento della personalità di Schumann prelude, a un’instabilità mentale che lo fa vivere infelicemente, lo porta a tentare il suicidio, al ricovero in manicomio e ad una triste morte.
Ma il concetto di due anime che convivono in una stessa personalità artistica è il dualismo che, in modo diverso, rappresenta un concetto fondamentale del romanticismo ottocentesco.
L’idea schumanniana di scomporre la propria personalità in vari personaggi trova radici nella Letteratura del primo Ottocento e, in particolare, in Jean Paul, autore molto caro al giovane Robert.

1853: conoscendo Johannes Brahms, giovane Compositore (del quale indovina la grande potenzialità) e il Violinista Joseph Joachim (per cui comporrà il” Concerto per violino e orchestra in Re minore”), vive un ultimo periodo di tranquillità.

26 febbraio del 1854: tenta il suicidio buttandosi nel Reno, ma viene salvato da alcuni barcaioli a cui gli stesso chiede di essere ricoverato in Casa di Cura e da cui, in seguito, viene internato nel Manicomio di Endenich, presso Bonn.
Dopo pochi mesi nasce Felix, il suo ottavo figlio, che non potrà conoscere.

1855: migliora lievemente; va a Bonn dove rimane molte ore fermo davanti al monumento di Beethoven, nella piazza.
La situazione precipita dopo poco e, a Endenich, si trascina ancora per circa un anno: viene rischiarato da fuggevoli lampi di lucidità, sempre assistito da Clara (quando è libera dai Concerti), da Brahms e da altri amici che lo vanno a trovare spesso fino alla morte, successa il 29 luglio del 1856.
Negli ultimi due giorni di vita, Clara gli è accanto, ma non lo vede spirare.
31 luglio 1856: a Bonn, vengono tenuti i funerali.

Fra quanto è stato ipotizzato, presenzia anche l’ipotesi di una base genetica della sua famiglia circa la patologia di cui soffre: è da attribuirsi alla malattia maniaco-depressiva, ossia il disturbo bipolare.
La morte sembra che sia causata da avvelenamento da mercurio, usato all’epoca come trattamento della sifilide da cui si pensa sia affetto.

Dopo la morte del marito, Clara continua la sua carriera di Pianista per quarant’anni, tenendo Concerti in Europa, nei quali propone, accanto a Chopin e Beethoven, anche le musiche del “suo” Robert, aumentando la conoscenza verso Schumann al punto che i Diritti d’Autore, per l’esecuzione delle sue composizioni, diventeranno maggiori rispetto a quasi tutti i musicisti contemporanei.

 

Composizioni:

Antonio Rostagno sostiene che Schumann è uno dei compositori romantici per eccellenza.
< Le sue opere sono un esempio di intensa passionalità e di sentimenti intimi, delicati, sensuali, autunnali.
< Il suo stile, ricco di sfumature è espresso attraverso un uso dell’armonia molto personale che, come Chopin e Liszt, si rende immediatamente riconoscibile all’orecchio dell’ascoltatore.
< Ad ogni modo, pur, a volte, strumentalmente imperfetta, la produzione orchestrale di Schumann (compresa la tanto discussa opera “Genoveva”), occupa un posto fondamentale nella Musica.

 

Selezione delle opere principali:

Per pianoforte solo:

Op. 1, Variazioni sul nome “Abegg” (1830)
Op. 2, Papillons (1831)
Op. 3, Sei studi sui Capricci di Paganini (1832)
Op. 4, Sei Intermezzi (1832)
Op. 5, Improvvisi su una romanza di Clara Wieck (prima versione 1833, seconda versione 1850)
Op. 6, Davidsbündlertänze (prima versione 1837, seconda versione 1850)
Op. 7, Toccata in Do maggiore (1832)
OP. 8, Allegro in Si minore (1831)
Op. 9, Carnaval, scènes mignonnes sur quatre notes (1833 e inverno 1834-1835)
Op. 10, Sei studi da concerto dai Capricci di Paganini (1833)
Op. 11, Sonata n. 1 in Fa diesis minore (1832-1835)
Op. 12, Phantasiestücke (1837)
Op. 13, Studi sinfonici (1837)
Op. 14, Concerto senza orchestra in Fa minore (poi Sonata n. 3) (1836)
Op. 15, Kinderszenen (1838)
Op. 16, Kreisleriana (1838)
Op. 17, Fantasia in Do maggiore (1836-1838)
Op. 18, Arabeske (1838)
OP. 19, Blumenstück (1839)
Op. 20, Humoreske (1839)
Op. 21, Novellette (1838)
Op. 22, Sonata n. 2 in Sol minore (1838)
Op. 23, Nachtstücke (1839)
Op. 26, Faschingsschwank aus Wien (n. 1-4 1839; n. 5 forse inverno 1839-1840)
Op. 28, Tre romanze (1839)
Op. 32, Klavierstücke: Scherzo, Gigue, Romanze, Fuguette (1839)
Op. 56, Studien für den Pedal-Flügel, sei pezzi in forma di canone (1845)
Op. 58, Vier Skizzen für den Pedal-Flügel (1845)
OP. 68, Album für die Jugend (1848)
Op. 72, Quattro fughe (1845)
Op. 76, Quattro marce (1849)
Op. 82, Waldszenen (1849)
Op. 99, Bunte Blätter(1836-1849)
Op.111, Phantasiestücke (1851)
Op.118, Drei Clavier-Sonaten für die Jugend (1853)
Op.124, Albumblätter (1832-1845)
Op.133, Gesänge der Frühe (1853)
Per pianoforte a quattro mani
Op. 66, Bilder aus Osten, sei improvvisi (1848)
Op. 85, Zwölf vierhandige Klavierstücke für kleine und grosse Kinder (1849)
Op. 109, Ballszellen (1851)
Op. 130, Kinderball (1853)
Per due pianoforti
Op. 46, Andante e variazioni in Si bemolle maggiore (1843)

 

Per orchestra:

Include i concerti per strumento solista con orchestra:

Op. 38, Sinfonia n. 1 in Si bemolle maggiore Primavera (1841)
Op. 52, Ouverture, Scherzo e Finale in Mi maggiore (1841)
Op. 54, Concerto per pianoforte e orchestra in La minore (1841-1845)
Op. 61, Sinfonia n. 2 in Do maggiore (1845-1846, revisione 1846-1847)
Op. 86, Concerto per quattro corni e orchestra in Fa maggiore (1849)
Op. 92, Introduzione e Allegro appassionato in Sol maggiore per pianoforte e orchestra (1849)
Op. 97, Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore Renana (1850)
Op. 100, Ouverture in Do minore per La sposa di Messina di Friedrich Schiller (1850-1851)
Op. 120, Sinfonia n. 4 in Re minore (prima versione 1841, seconda versione 1851)
Op. 128, Ouverture in Fa minore per Giulio Cesare di William Shakespeare (1851)
Op. 129, Concerto per violoncello e orchestra in La minore (1850)
Op. 131, Fantasia per violino e orchestra in Do maggiore (1853)
Op. 134, Introduzione e Allegro in Re minore per pianoforte e orchestra (1853)
Op. 136, Ouverture in Si minore per Hermann e Dorothea di Johann Wolfgang von Goethe (1851)
Op.post, Concerto per violino e orchestra in Re minore (1853)

 

Musica da camera:

OP. 41, Tre quartetti per archi in La minore, Fa maggiore, La maggiore (1842)
Op. 44, Quintetto per pianoforte e archi in Mi bemolle maggiore (1842)
Op. 47, Quartetto per pianoforte e archi in Mi bemolle maggiore (1842)
Op. 105, Sonata per violino e pianoforte n. 1 in La minore (1851)
Op. 110, Trio n. 3 in Sol minore per pianoforte, violino e violoncello (1851)
Op. 121, Sonata per violino e pianoforte n. 2 in Re minore (1851)

 

Lavori vocali:

I lavori vocali di Schumann toccarono varie tipologie, dal Lieder fino all’opera. La tipologia è indicata dopo la data delle opere.
Op. 50, Das Paradies und die Peri (1843); oratorio per solisti, coro e orchestra
Op. 81, Genoveva (1847-1848); opera
Op. 103, Mädchenlieder (1851); Lieder per due voci femminili e pianoforte su testi di Elisabeth Kulmann
Op. 104, Sette Lieder (1851); Lieder per voce femminile e pianoforte su testi di Elisabeth Kulmann
Op. 112, Der Rose Pilgerfahrt (1851); oratorio per solisti, coro e orchestra
Op. 115, Manfred (1848); musica di scena per solisti, coro e orchestra
WoO 3, Scene dal ‘Faust’ di Goethe (1844-1853); oratorio per solisti, coro e orchestra

 

Strumenti:

Uno degli strumenti più noti che Robert Schumann suona è il pianoforte a coda di Conrad Graf, un regalo del costruttore di pianoforti in occasione del matrimonio di Robert e Clara nel 1840.
Questo strumento si trova nello studio di Schumann a Düsseldorf e sarà poi donato da Clara Schumann a Johannes Brahms.

Dopo aver cambiato alcune sistemazioni, è stato portato alla “Gesellschaft der Musikfreunde” (“Società degli Amici della Musica”) e può essere ammirato al “Kunsthistorisches Museum” di Vienna.

Registrazioni su strumenti d’epoca:

Jörg Demus. Robert Schumann, Clara Schumann. Schumann’s Clavier. Pianoforte 1839 Graf
Alexander Melnikov. Robert Schumann. Piano Concerto. Pianoforti 1837 Erard, 1847 Streicher
Penelope Crawford. Robert Schumann. Kinderszenen Op.15 – Abegg Variations Op.1. Pianoforte 1835 Graf
Andreas Staier. Kinderszenen op. 15, Waldszenen op. 82, Scherzo, Gigue, Romanze und Fughette op. 32, Abegg-Variationen op. 1, Fantasiestücke op. 12, Fantasiestücke op. 111, Gesänge der Frühe op. 133, Sonate per violino e pianoforte op. 105 e 121, etc. Piano Érard, Paris 1837
The Hanover Band, direttore Roy Goodman. Schumann. 4 Symphonies, Overture, Scherzo & Finale. Performed on period instruments, BMG 1994

 

Battuto al computer da Lauretta

 

Robert Schumann:

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FRANZ SCHUBERT

Franz Peter Schubert nasce a Vienna il 31 gennaio 1797 e muore a Vienna il 19 novembre 1828.

E’ un compositore austriaco del periodo romantico.

Schubert è vissuto appena trentun’anni, ma ha lasciato tantissime composizioni, molte delle quali pubblicate postume.
In vita, è apprezzato particolarmente per i suoi lieder, per cui è considerato l’indubbio Maestro, però l’interesse per la sua musica gli viene da pochi amici e estimatori viennesi.

Inoltre, scrive molta Musica da Camera, per Pianoforte, Musica Sacra, Musiche di Scena e, specialmente, undici Snfonie (tre di queste sono incompiute), rimaste sconosciute anche per parecchi anni, dopo la sua morte.

In seguito, l’attrazione per i suoi lavori cresce per merito di Liszt, Schumann e Brahms che li scoprono e divulgano.

E’ un musicista romantico che, < nelle sue opere rivela aspetti elegiaci, una nostalgia per il passato visto come simbolo di bellezza, momenti malinconici, ma anche di grazia e di divertimento leggero e spontaneo, il tutto unito a una grande sensibilità e profondità interiore >.

 

Infanzia e adolescenza di Schubert:

Franz Schubert nasce a Vienna, nella casa detta “Zum roten Krebsen”: oggi, si trova al n. 54 della Nußdorfer Straße ma, a quel tempo, è al n. 72 del sobborgo del Himmelpfortgrund, nella zona nord-occidentale della città.
Viene battezzato il giorno dopo nella Parrocchia del distretto di Lichtental.

Suo padre è Franz Theodor Schubert ed è figlio di un contadino di Neudorf, in Moravia, studia a Vienna e, nel 1786, diventa Maestro nella Scuola Elementare situata al n. 12 del Himmelpfortgrund (ora, Säulengasse 3), nel distretto povero di Lichtental.
La madre, Elisabeth Vietz, figlia di un fabbro di Zuckmantel (Slesia), prima del matrimonio lavora a Vienna come cuoca.

Il matrimonio dei suoi genitori ha luogo il 17 gennaio 1785 e Franz è il dodicesimo di quattordici figli, dei quali solo cinque vedono l’età adulta: Ignaz, Ferdinand, Karl, Franz e Maria Teresa.
1813: l’anno seguente alla morte della prima moglie, Franz Theodor si risposa con Anna Kleyenböck, figlia di un fabbricante di seta: è più giovane di lui di vent’anni e gli dà altri cinque figli.

Franz Theodor è devotamente religioso e fortemente monarchico.
1797: acquista l’immobile scolastico della Säulengasse e vi si trasferisce con la famiglia.
1818: viene nominato Maestro della Scuola del distretto ricco e borghese di Rossau, dove insegna, coadiuvato dai figli Ignaz e Franz.
1829: le Autorità lo ripagano concedendogli la Cittadinanza Onoraria di Vienna.
19 luglio 1830: muore poco prima di ricevere la Medaglia d’Oro al Valor Civile.

 

L’abitazione di Schubert nella Säulengasse:

Ai tempi del piccolo Franz, un Maestro delle scuole austriache deve conoscere la Musica, per cui il bambino riceve le prime lezioni dal padre e dal fratello maggiore Ignaz.
All’età di sette anni, viene affidato al Maestro del Coro della Parrocchia di Lichtental, Michael Holzer, a cui, nel 1825, Schubert dedicherà la sua “Messa in Do maggiore”; Maestro che gli impartisce lezioni di Contrappunto e gli insegna a cantare e a suonare l’organo.

Un particolare importante: Holzer ripete spesso di non aver mai avuto un simile allievo, e lo contempla spesso con le lacrime agli occhi, dicendo: «In che posso essergli utile? Quando voglio insegnargli qualcosa, la sa già» e, un giorno in cui Franz riesce ad elaborare un tema in modo eccezionale per la sua età, esclama: «Ha l’armonia nel dito mignolo!».

30 settembre 1808: Schubert supera l’esame per entrare come Corista nella Cappella Reale, quindi può frequentare l’Imperiale Convitto Civico.
Qui studia Canto con Philipp Korner, studia Violino con Ferdinand Hofmann e Pianoforte con Wenzel Ruziczka, emergendo anche in altri studi e nella condotta.
Importante: egli stesso ritiene «piacevole» la vita che conduce nel convitto, a parte il «modesto pranzo e una ben misera specie di cena».

 

Prime composizioni:

Le sue prime composizioni vengono create negli anni del Convitto:

. Aprile 1810: compone la “Fantasia in sol maggiore per pianoforte a quattro mani D 1”, un genere nel quale Schubert diventerà < il compositore più fecondo e anche il più insigne >.
Appartengono a questo genere la “Fantasia D 2e” (1811), e la “Fantasia D 48” (1813).
Attraverso la prima, viene dimostrato che Schubert ha imparato il Contrappunto senza dover aspettare le lezioni di Salieri (iniziate il 18 giugno 1812); la seconda si ispira all’Andantino della “Fantasia in do minore K 475” di Mozart.
Nonostante la sua immaturità, la “Fantasia D 48” sarà ripresa direttamente nella “Wanderer-Fantasie” e nella “Fantasia in fa minore” (1828), definita «superba».

. Schubert, i suoi compagni e la sua famiglia preferiscono l’esercizio del “Quartetto d’archi”.
1812: ne compone tre di cui il primo riesce male e immaturo; nel secondo, in “do maggiore”, manca di un vero e proprio sviluppo; il terzo è quasi una ripetizione del “Quartetto op. 76 n. 2 di Haydn”.

. 3 marzo 1813: inizia e termina in quattro giorni il quarto “Quartetto”: il cui primo movimento ricorda il “Quartetto K 465” di Mozart, il secondo movimento è nello stile di Haydn e il terzo è molto beethoveniano.
Però, nel finale, Schubert dimentica i suoi esempi, generando una piccola opera-maestra.

Il “Quartetto per archi n. 6 in re maggiore D 74”, scritto tra il 22 agosto e il 3 settembre 1813, presenta molti richiami a Mozart: nel primo movimento, si riferisce ai “Quartetti K 575” e “Hoffmeister”, e all’ouverture de “Il Flauto magico”; nel secondo, all’ “Andante” della “Sinfonia-Praga”.
Questo ripetuto ritorno al Maestro del passato, Mozart, è dovuto all’influenza di Salieri, suo nuovo insegnante al Convitto.

28 ottobre 1813: Schubert esegue la sua prima sinfonia (D 82), composta in occasione dell’ “Addio al Convitto” e dedicata al Direttore Innozenz Lang.

Il lavoro è scritto nello spirito di Mozart/Haydn, ma il primo tema ricorda l’Ouverture del “Prometeo” e il “Minuetto” lo scherzo della “Seconda Sinfonia”: entrambi di Beethoven.
In tale sinfonia, “tutto è superficiale, musicale e festoso»”, come ci si aspetta da “un giovane ricco di doti misteriose, ma intimamente sano”.

23 settembre: per la festa del padre, viene eseguita una “Cantata per due tenori, un basso e una chitarra”.
Sempre, in tale anno, compone alcuni Canoni prevalentemente su testi di Friedrich Schiller.
Da segnalare anche tre “Kyrie” e molti “Lieder”, tra cui spiccano “Thecla” e “Der Taucher”.
Scritti metastasiani li musica attraverso canzoni e dà la prova di un anno di intensa creatività componendo cinque minuetti con “Trio per Orchestra”.

1814: inizia a lavorare come Maestro di Scuola, continuando a comporre musiche; in quel periodo, quattro Singspiel, la Seconda e la Terza Sinfonia, e quattordici Lieder (“canzoni”), tra cui “Gretchen am Spinnrade” (“Margherita all’arcolaio”).
Inoltre, compone una Messa per le “Celebrazioni del Centenario della Parrocchia” nativa di Lichtenthal.
In questa occasione, conosce i Grob, commercianti in seta e, quindi, la figlia Therese, dotata di una bella voce duttile che esegue la parte del soprano.
Incomincia una relazione tra Therese e Schubert, ma il sogno matrimoniale viene annullato a causa delle ristrettezze economiche in cui versa il compositore.
21 novembre 1820: Therese sposa il panettiere Johann Bergmann, di condizioni molto più agiate.

Per qualche tempo, Schubert vive con l’amico Franz von Schober e, poi, diventa Maestro di Musica a Zelis: incarico presto abbandonato.
Per mezzo degli aiuti di pochi amici (Johann Michael Vogl e Johann Mayrhofer) e di intellettuali estimatori delle sue opere, il musicista, nonostanze si trovi in ristrettezze economiche, riesce a vivere senza impiego sicuro e a continuare a comporre.

 

Anni di maturità e morte:

Primi Anni Venti 1800: nascono i primi lavori teatrali, come “Die Zwillingbrüder” (“I gemelli”), rappresentato nel 1820.

1826: grazie ad una donazione ricevuta dalla “Società degli Amici della Musica”, la produzione artistica si rafforza e Schubert termina il ciclo liederistico “Winterreise” (“Viaggio d’inverno”, 1827).
Vengono composti circa seicento brani liederistici, tra cui i Quattordici Lieder raccolti che l’Editore Haslinger intitola, dopo la sua morte, “Schwanengesang” (“Canto del cigno”, 1828), il Ciclo Liederistico chiamato “Die schöne Müllerin” (“La bella mugnaia”), la”Sinfonia Grande in do maggiore (1828)”, il “Quintetto per archi in do maggiore”, le “Sonate per Pianoforte” e la “Fantasia in fa minore per pianoforte a quattro mani”.

1822: intorno a questa data, a Schubert, si manifesta la sifilide, una malattia venerea grave che minerà il suo fisico.
Scubert non ce la fa a resistere ad un attacco di febbre tifoide, contratta a Eisenstadt durante una visita alla tomba di Franz Joseph Haydn, per cui muore il 19 novembre 1828, all’età di 31 anni.

 

Stile e influenze:

1947: durante una discussione circa lo stile di Schubert, il musicista Ernst Krenek ammette che, all’inizio della sua carriera, credeva nell’opinione diffusa che riteneva Schubert “un fortunato inventore di melodie piacevoli” ma che, dopo aver studiato alcuni brani del compositore austriaco, si è ricreduto, per cui afferma che “al contrario, egli era artista di concetto con un forte appetito per la sperimentazione” (Krenek intende la stesura e composizione di una varietà di forme e generi musicali assai differenti tra loro).
Infatti, all’inizio, Scubert è influenzato da Beethoven e Mozart; poi, mostrerà interesse per forme e generi diversi (opera, musica sinfonica, musica liturgica e composizioni per solo pianoforte).

A cavallo fra forme classiche e tendenze romantiche, Schubert è innovativo nell’uso assolutamente sperimentale delle modulazioni, quali alcuni brani come la “Nona Sinfonia” o la “Sonata in la minore per Pianoforte e Arpeggione).

Ma è soprattutto nei Lieder che Schubert lascia il segno, esplorando il genere: oltre seicento composizioni e, con alcune di esse, arriva a risultati considerevoli come innovazione del genere stesso, con tendenza a forme più libere (anche a livello metrico), tipiche del nuovo movimento romantico.

 

Strumenti:

Schubert ha l’accesso a pianoforti fra cui un pianoforte Benignus Seidner (ora esposto alla Schubert Geburtshaus di Vienna) e un Anton Walter & Sohn (custodito al Kunsthistorisches Museum di Vienna), oltre ad avere familiaritá con gli strumenti del costruttore viennese Conrad Graf.

 

Composizioni:

Il catalogo Deutsch:

“La numerazione tradizionale delle opere di Schubert è stata via via sostituita dalla notazione fornita dal catalogo redatto da Otto Erich Deutsch e pubblicato per la prima volta nel 1951. La notazione è composta dalla lettera D seguita da un numero ed eventualmente da una lettera minuscola per inserimenti, spostamenti o ritrovamenti successivi.
Ad esempio alla “Sinfonia n. 8 Incompiuta” corrisponde il numero di catalogo “D 759”.

 

Franz Schubert = lavori musicali:

Sonate per pianoforte:

. Sonata n. 1 in mi maggiore D 157 (frammento)
. Sonata n. 2 in do maggiore D 279 (frammento)
. Sonata n. 3 in mi maggiore D 459 (Fünf Klavierstücke)
. Sonata n. 4 in la minore D 537 (op. 164)
. Sonata n. 5 in la bemolle maggiore D 557
. Sonata n. 6 in mi minore D 566
. Sonata n. 7 in re bemolle maggiore D 567
. Sonata n. 8 in mi bemolle maggiore D 568 (op. 122)
. Sonata in fa diesis minore D 571 (frammento)
. Sonata n. 9 in si maggiore D 575 (op. 147)
. Sonata n. 10 in do maggiore D 613
. Sonata n. 11 in fa minore D 625
. Sonata n. 12 in do diesis minore D 655 (singolo movimento)
. Sonata n. 13 in la maggiore D 664 (op.120)
. Sonata n. 14 in la minore D 784 (op.143)
. Sonata n. 15 in do maggiore D 840 “Reliquie” (frammento)
. Sonata n. 16 in la minore D 845 (op. 42)
. Sonata n. 17 in re maggiore D 850 (op. 53)
. Sonata n. 18 in sol maggiore D 894 (op. 78)
. Sonata n. 19 in do minore D 958
. Sonata n. 20 in la maggiore D 959
. Sonata n. 21 in si bemolle maggiore D 960

 

Altre composizioni per pianoforte:

. Improvviso op. posth. 142 n° 3 (D 935/3) in Si bemolle maggiore, variazione I, di Franz . Schubert
. Fantasia in Do maggiore “Wanderer” op. 15 D 760
. Vier Impromptus op. 90 D 899
. Vier Impromptus op. 142 D 935
. Six moments musicaux op. 94 D 780
. Drei Klavierstücke D 946
. Fantasia in Fa minore op. 103 D 940 a 4 mani
. Tre marce militari op. 51 D 733 a 4 mani
. 16 Danze tedesche D 783
. 12 Deutsche “Landler” op. 171, D 790
. 2 Scherzi D 593

 

Quartetti per archi:

. Quartetto per archi n. 1 D 18 (in diverse tonalità)
. Quartetto per archi n. 2 in do maggiore D 32
. Quartetto per archi n. 3 in si bemolle maggiore D 36
. Quartetto per archi n. 4 in do maggiore D 46
. Quartetto per archi n. 5 in si bemolle maggiore D 68
. Quartetto per archi n. 6 in re maggiore D 74
. Quartetto per archi n. 7 in re maggiore D 94
. Quartetto per archi n. 8 in si bemolle maggiore D 112
. Quartetto per archi n. 9 in sol minore D 173
. Quartetto per archi n. 10 in mi bemolle maggiore D 87 (opera postuma 125 n. 1)
. Quartetto per archi n. 11 in mi maggiore D 353 (opera postuma 125 n. 2)
. Quartetto per archi n. 12 in do minore D 703
. Quartetto per archi n. 13 in la minore Rosamunda D 804 (op. 29 n. 1)[20]
. Quartetto per archi n. 14 in re minore La morte e la fanciulla D 810
. Quartetto per archi n. 15 in sol maggiore D 887 (opera postuma 161)
. Movimento di quartetto in do minore D 103

 

Trii per pianoforte e archi:

. Trio per pianoforte, violino e violoncello n. 1 in si bemolle maggiore D 898 op.99
. Trio per pianoforte, violino e violoncello n. 2 in mi bemolle maggiore D 929 op.100
. Trio per pianoforte, violino e violoncello in si bemolle maggiore D 28 («Sonata»)
. Adagio per pianoforte, violino e violoncello in mi bemolle maggiore D 897 («Notturno»)

 

Altre composizioni da camera:

. Trio per violino, viola e violoncello in si bemolle maggiore D 581
. Trio per violino, viola e violoncello in si bemolle maggiore D 471
. Sonata in la minore per arpeggione e pianoforte D 821
. Quintetto per pianoforte e archi in la maggiore “La trota” op. 114 D 667
. Quintetto per archi in do maggiore D 956 (opera postuma 163)
. Ottetto in fa maggiore per clarinetto, fagotto, corno, due violini, viola, violoncello e contrabbasso D 803 (opera postuma 166)
. Variazioni sul tema ‘Trockne Blumen’ per pianoforte e flauto D 802 (opera postuma 160)
. Tre Sonatine per pianoforte e violino op. 137, n.1 in Re maggiore D.384, n. 2 in La minore D. 385, n. 3 in Sol minore D 408
. Sonata in La maggiore per violino e pianoforte op. 162 D574

 

Musica orchestrale:

. Sinfonia n. D 2B in re maggiore (1811)
. Sinfonia n. 1 in re maggiore D 82 (1813)
. Sinfonia n. 2 in si bemolle maggiore D 125 (1814-1815)
. Sinfonia n. 3 in re maggiore D 200 (1815)
. Sinfonia n. 4 in do minore La tragica D 417 (1816)
. Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore D 485 (1816)
. Sinfonia n. 6 in do maggiore La piccola D 589 (1817-1818)
. Sinfonia n. D 615 in re maggiore (1818)
. Sinfonia n. 7 in mi maggiore D 729 (1821)
. Sinfonia n. D 708A in re maggiore (1821)
. Sinfonia n. 8 in si minore Incompiuta D 759 (1822)
. Sinfonia n. 9 in do maggiore La grande D 944 (1825-1828)
. Sinfonia n.10 in re maggiore D 936a (1828)
. Ouverture in re maggiore per la commedia Der Teufel als Hydraulicus di Johann Ernst Friedrich Albrecht per orchestra D 4 (1812?)
. Ouverture in re maggiore per orchestra D 12 (1811)
. Ouverture in re maggiore per orchestra D 26 (1812)
. Ouverture in si bemolle maggiore per orchestra D 470 (1816)
. Ouverture in re maggiore per orchestra D 556 (1817)
. Ouverture nello stile italiano in re maggiore per orchestra D 590 (1817)
. Ouverture nello stile italiano in do maggiore per orchestra D 591 (1817)
. Ouverture in mi minore per orchestra D 648 (1819)
. Konzertstück in re maggiore per violino e orchestra D 345 (1816)
. Rondò in la maggiore per violino e orchestra d’archi D 438 (1816)
. Polacca in si bemolle maggiore per violino e orchestra D 580 (1817)

 

Musica sacra:

. Messa n. 1 in fa maggiore D 105
. Messa n. 2 in sol maggiore D 167
. Messa n. 3 in si bemolle maggiore D 324
. Messa n. 4 in do maggiore D 452
. Messa n. 5 in la bemolle maggiore D 678
. Messa n. 6 in mi bemolle maggiore D 950
. Deutsche Messe (Messa tedesca) n. 7 in fa maggiore D 872
. Stabat Mater D 175
. Magnificat D 486
. Salve Regina D 676

 

Musica vocale:

. Gretchen am Spinnrade (Margherita all’arcolaio) D 118
. Erlkönig (Il re degli Elfi) D 328
. Auf dem Wasser zu singen (Da cantare sull’acqua) D 774
. Chor der Engel (Coro degli Angeli) D 440
. Die Schöne Müllerin (La bella mugnaia) D 795
. Winterreise (Viaggio d’inverno) D 911
. Schwanengesang (Canto del cigno) D 957
. Der Hirt auf dem Felsen (Il Pastore sulla rupe) D 965
. Ave Maria D 839

 

Musica operistica:

. Der Spiegelritter (Il cavaliere specchio) D 11 (incompiuta, 1811)
. Des Teufels Lustschloß (Il palazzo del piacere del diavolo) D 84 (1814)
. Der vierjährige Posten (Il lavoro di quattro anni) D 190 (1815)
. Fernando D 220 (1815)
. Claudine von Villa Bella D 239 (incompiuta, 1815)
. Die Freunde von Salamanka (Gli amici di Salamanca) D 326 (1815)
. Die Bürgschaft (La garanzia) D 435 (incompiuta, 1816)
. Adrast D 137 (incompiuta, 1817)
. Die Zwillingsbrüder (I gemelli) D 647 (1820)
. Die Zauberharfe (L’arpa magica) D 644 (1820)
. Lazarus D 689 (incompiuta, 1820)
. Sakuntala D 701 (incompiuta, 1820)
. Alfonso und Estrella (Alfonso ed Estrella) D 732 (1821-1822)
. Die Verschworenen (I cospiratori) D 787 (1823)
. Rüdiger D 791 (incompiuta, 1823)
. Fierrabras D 796 (1823)
. Rosamunde D 797 (1823)
. Der Graf von Gleichen (Il conte di Gleichen) D 918 (incompiuta, 1827)
. Der Minnesänger (Il menestrello) D 981 (incompiuta, perduta, data sconosciuta)
. Sophie D 982 (incompiuta, 1819-1821)

 

Battuto al computer da Lauretta

 

 

 

 

Franz Schubert ritratto da Wilhelm Rieder:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Franz_Schubert_by_Wilhelm_August_Rieder_1875_larger_version_crop.png

File:Franz Schubert by Wilhelm August Rieder 1875 larger version crop.png

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“AVE MARIA”, cantata dal tenore Luciano Pavarotti, sotto la direzione del Maestro Zubin Mehta:

 

 

CHARLES CAMILLE SAINT-SAËNS

Charles Camille Saint-Saëns nasce a Parigi il 9 ottobre 1835 e muore ad Algeri il 16 dicembre 1921.

E’ un compositore, pianista e organista francese.

Da talento precoce, comincia a studiare pianoforte a tre anni; a cinque, debutta in un concerto.
In seguito, si iscrive ai Corsi di Organo e Composizione, presso il Conservatorio di Parigi.
La sua carriera inizia come Organista nelle chiese francesi, in particolare alla Chiesa della Madeleine.

Poi, con Romain Bussine, fonda la “Société Nationale de Musique” il cui scopo è di far conoscere ed eseguire le opere di autori francesi.

Come compositore, all’inizio, è influenzato da Franz Liszt e diventa un fervente wagneriano, ma, nella maturità, si allontana.

E’ aperto verso le opere di compositori giovani, ma non apprezza la musica impressionista e detesta Debussy.

Compone parecchia musica orchestrale e diverse opere teatrali, di cui la più conosciuta è “Sansone e Dalila”.
Le sue creazioni più note sono “Il carnevale degli animali” e il poema sinfonico “Danza macabra”.

 

Infanzia ed esordi di Saint-Saëns:

Il padre di Saint-Saëns è un funzionario governativo di condizioni agiate che, però, muore di tubercolosi dopo soli tre mesi dalla nascita del figlio.
Clémence, la madre, chiede aiuto alla zia Masson, che li accoglie.

Già, prima dei tre anni, il piccolissimo Camille dimostra una forte predisposizione musicale e la prozia gli insegna i primi rudimenti del pianoforte.
Musicalmente, è uno dei bambini-prodigio più dotati: possiede l’orecchio totale e, da quasi subito, comincia a comporre.
22 marzo 1839: crea la sua prima composizione, un pezzo breve per pianoforte, composizione conservata presso la Biblioteca Nazionale di Francia.
La sua precocità gli permette, già all’età di tre anni, di sapere leggere e scrivere, mentre imparerà il Latino quattro anni più tardi.

La sua prima esibizione in pubblico avviene all’età di cinque anni, quando accompagna al pianoforte una sonata per violino di Beethoven.
Quindi si dedica a studiare molto bene la partitura del “Don Giovanni”.

1842: Saint-Saëns ha sette anni quando diventa allievo di Camille-Marie Stamaty (il cui insegnante è stato Friedrich Kalkbrenner).
Idem, 1842: tiene il primo concerto, debuttando alla “Salle Pleyel”, suonando il “Concerto per pianoforte n. 15 K 450” di Mozart e altri brani di Händel, Kalkbrenner, Hummel e Bach.
Come bis, Saint-Saëns propone di suonare una delle trentadue sonate per pianoforte di Beethoven a memoria.
La notizia di tale concerto straordinario si diffonde molto presto in Europa e negli Stati Uniti, dove viene pubblicata su un quotidiano di Boston.

Fine anni ’40: entra al Conservatorio di Parigi in cui studia Organo e Composizione (quest’ultima materia la studia come allievo di Jacques Halévy).

Pur avendo vinto parecchi premi di un certo peso, nel 1852 e nemmeno nel 1864, Saint-Saëns riusce a conquistare il rinomato e rispettato “Premio di Roma”.

I riconoscimenti conquistati gli danno fama: fama che gli permette di conoscere Franz Liszt, con cui diventeranno grandi amici.

Saint-Saëns ha sedici anni quando scrive la sua prima sinfonia; la seconda, pubblicata come “Sinfonia N. 1 in mi♭ maggiore”, viene eseguita nel 1853, destando lo stupore meravigliato della critica e degli altri musicisti.
Hector Berlioz, suo futuro buon amico, commenta: “Il sait tout, mais il manque d’inexpérience” (“Sa tutto, ma manca d’inesperienza”).

Ha 25 anni quando inizia il primo dei suoi tanti viaggi verso l’Europa occidentale per far conoscere la sua musica: genio musicale che si ingigantisce appassionandosi anche allo studio delle scienze animali e vegetali.

 

Saint-Saëns nel pieno dell’attività musicale:

Saint-Saëns, per vivere, lavora come Organista in diverse chiese di Parigi.
1857: sostituisce Lefébure-Wely nell’insigne ruolo di Organista della Chiesa della Madeleine, ruolo che mantiene fino al 1877.
Il pubblico parigino è incantato dalle sue improvvisazioni che gli procurano l’encomio di Liszt che, nel 1866, definisce Saint-Saëns “il più grande organista del mondo”.

1861-1865: Saint-Saëns si dedica all’insegnamento per la prima ed ultima volta nella sua vita, occupando la Cattedra di Pianoforte alla scuola “Niedermeyer”: qui, infrange le regole tradizionali più consolidate, inserendo nei programmi i curriculum con opere di musicisti contemporanei come Liszt, Gounod, Schumann, Berlioz e Wagner, e dove si prevedono solo Scarlatti, Rameau, Couperin, Bach, Mozart, Clementi e Beethoven.

Tra i suoi allievi troviamo musicisti diventati celebri come André Messager e soprattutto, Gabriel Fauré, il suo allievo favorito, destinato a diventare anche il suo più caro amico.

Saint-Saëns è, intellettualmente, poliedrico.
Infatti, fin da bambino, dimostra inclinazione allo studio della Geologia, dell’Archeologia, della Botanica e della branca dell’Entomologia che studia i lepidotteri, oltre ad essere un eccellente Matematico.
Oltre ad essere attivo come Compositore, Esecutore e Pubblicista Musicale, in seguito, si dedica anche ad altre varie discipline, discutendo con i migliori scienziati d’Europa e scrivendo validi articoli in materia di Acustica, Scienze Occulte, Decorazioni nel Teatro dell’Antica Roma e Strumenti Antichi.
Scrive “Problèmes et Mystères”, un’opera filosofica, che tratta di come la Scienza e l’Arte possano supplire alla Religione; la sua visione atea e pessimistica di Saint-Saëns anticipa l’Esistenzialismo.

Letterariamente, pubblica un volume di poesie dal titolo “Rimes familières” e la commedia farsesca “La Crampe des écrivains”, che otiene un buon successo.

Da “Membro della Società Astronomica di Francia”, tiene conferenze sui miraggi, possiede un telescopio costruito secondo sue precise indicazioni, arrivando persino a progettare concerti che corrispondano a fenomeni astronomici (tipo le eclissi solari).

1870: Saint-Saëns viene arruolato nella Guardia Nazionale per combattere nella Guerra Franco-Prussiana che si conclude in sei mesi appena, ma gli lascia un segno forte.

1871: assieme a Romain Bussine (poeta, baritono, compositore e insegnante di canto), fonda la “Société Nationale de Musique” allo scopo di sviluppare il nuovo e originale stile musicale francese.

A Parigi, dopo la caduta della “Comune”, la “Société Nationale de Musique” organizza la prima esecuzione dei lavori degli appartenenti (Gabriel Fauré, César Franck, Édouard Lalo, Camille Saint-Saëns).
Saint-Saëns condivide la presidenza della “Société” e contribuisce in modo determinante nel modellare il futuro della musica francese.

1875: Saint-Saëns sposa Marie-Laure Truffot e, dal matrimonio, nascono due figli, André e Jean-François, che muoiono a distanza di sei settimane l’uno dall’altro (1878).
Tre anni dopo, Saint-Saëns lascia la moglie.
Non divorziano, ma vivono separati per il resto della loro vita.

 

Gli ultimi anni:

1886: sono di quest’anno “Le Carnaval des Animaux” (“Il carnevale degli Animali”) e la “Sinfonia n. 3”, dedicata alla memoria di Franz Liszt, morto poco tempo prima.

Idm, 1886: Vincent d’Indy e i suoi alleati causano l’allontanamento di Saint-Saëns dalla “Société Nationale de Musique”.

1888: muore la madre di Saint-Saëns, per cui il compositore si sente spinto a lasciare la Francia provvisoriamente e a trasferirsi alle Isole Canarie, dove adotta lo pseudonimo di Sannois.

Negli anni seguenti, gira il Mondo e visita luoghi esotici in Europa, Nord Africa, Sud-Est asiatico e Sud America, raccogliendo il diario dei suoi viaggi in alcuni libri popolari, firmandoli Sannois.
Continuerà a scrivere argomenti musicali, scientifici e storici, viaggiando spesso prima di vivere i suoi ultimi anni ad Algeri, la capitale dell’Algeria.
Il governo francese gli concede l’Onorificenza della “Legion d’Onore”.

16 dicembre 1921: Camille Saint-Saëns muore di polmonite all’ “Hôtel de l’Oasis”, ad Algeri, ma il suo corpo viene riportato a Parigi alla “Chiesa de La Madeleine” per i funerali di Stato, dopodiché viene sepolto nel Cimitero di Montparnasse, a Parigi.

 

Eredità musicale, rapporti con gli altri compositori:

In Francia, da sempre, l’opera predomina in assoluto sulle altre musiche; Saint-Saëns è fautore della musica strumentale e valorizza l’opera di Schumann contro l’opinione corrente, mentre la sua passione per Mozart anticipa la sensibilità musicale più divulgata.
Cura l’edizione dell’ “Opera omnia” di Rameau in un periodo di tempo dove non si è molto disposti verso la musica antica e, nel contempo, si dà da fare per i nuovi compositori francesi, per cui, nel 1871, fonda la “Societé Nationale de Musique”.

Sempre, in Francia, Saint-Saëns: non è un cultore delle opere wagneriane, ma è uno dei primi sostenitori della musica di Wagner: infatti, durante le lezioni alla Scuola “Niedermeyer”, propone brani dalle sue opere, facendo eseguire in “prima” francese la “Marcia” da “Tannhäuser”.
Lo stesso Wagner rimane stupito quando lo vede e lo sente suonare le intere partiture orchestrali (senza averle lette prima) di “Lohengrin”, “Tristan und Isolde” e “Siegfried”, suggerendo a Hans von Bülow di assegnargli l’appellativo della “più grande mente musicale” dell’epoca.
Nonostante questo, dopo la Prima Guerra Mondiale, Saint-Saëns si attira l’antipatia dei Francesi e dei Tedeschi attraverso articoli provocatori, intitolati “Germanophilie”, che attaccano pesantemente Wagner.

 

Opere:

Saint-Saëns compone moltissimo: musica a soggetto o teatrale, tra cui quattro poemi sinfonici e dodici opere, oltre ad essere tra i primi a scrivere per il cinema (esattamente, per il film “L’Assassinat du Duc de Guise” di Henri Lavedan)

 

Onorificenze:

. Onorificenze francesi:

Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore
— 15 agosto 1868
Ufficiale dell’Ordine della Legion d’Onore – nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell’Ordine della Legion d’Onore
— 14 luglio 1884
Commendatore dell’Ordine della Legion d’Onore – nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell’Ordine della Legion d’Onore
— 30 luglio 1894
Grand’ufficiale dell’ordine della Legion d’Onore – nastrino per uniforme ordinaria Grand’ufficiale dell’ordine della Legion d’Onore
— 18 agosto 1900
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore
— 12 gennaio 1913

 

. Onorificenze straniere:

Commendatore dell’Ordine di Vittoria (Gran Bretagna) – nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell’Ordine di Vittoria (Gran Bretagna)
— 1902
Laurea honoris causa – nastrino per uniforme ordinaria Laurea honoris causa
— Università di Cambridge, 26 giugno 1893
Laurea honoris causa – nastrino per uniforme ordinaria Laurea honoris causa
— Università di Oxford, 1907

Il 17 settembre 1900 l’Imperatore Guglielmo II di Germania gli assegna la Croce Pour le Mérite per la scienza e l’arte, che Camille Saint-Saëns restituisce il 15 novembre 1914.

 

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Camille Saint-Saëns:

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RENZO ROSSELLINI

Renzo Rossellini nasce a Roma il 2 febbraio 1908 e muore a Monaco il 13 maggio 1982.

E’ un Compositore e Critico musicale italiano in attività fra gli Anni Trenta e gli Anni Settanta.

Collabora, come Critico, al quotidiano “Il Messaggero”.

Luglio 1946: è fra i cofondatori del Sindacato Nazionale Musicisti.

E’ il padre del produttore cinematografico Franco Rossellini; è il fratello del regista Roberto Rossellini; è lo zio di Renzo Rossellini jr. (idem, produttore oltre che sceneggiatore e regista), e dell’attrice Isabella Rossellini.
E’ autore di parecchie Colonne Sonore per il Cinema.

1933: diventa Direttore presso il Liceo musicale “Giovanni Battista Pergolesi” di Varese, dopo aver studiato Composizione con B. Molinari al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma.

1940: a Roma, diventa Insegnante di Composizione.

1970: assume la Direzione dell’Orchestra del “Teatro dell’ Opera” di Monte Carlo.

E’ anche autore delle musiche di diversi film del fratello Roberto, fra cui “Roma città aperta”, “Germania anno zero” ed “Europa ’51”.
Scrive musiche per film di altri registi come “I bambini ci guardano” di Vittorio De Sica e “Il segno di Venere” di Dino Risi.

Suoi sono Balletti, Cantate, Oratori, Sinfonie, brani di Musica da Camera e Canzoni, oltre a comporre alcune opere liriche: “La guerra” (1956), “Il vortice” (1958), “Le campane” (1959, per la televisione), “Uno sguardo dal ponte” (1961, rappresentata nel Teatro dell’ “Opera” di Roma con Alfredo Kraus; è un dramma lirico in 2 atti, con libretto del compositore), “Il linguaggio dei fiori” (1963) “L’Annonce faite à Marie” (1970).

8 febbraio 1963: nel Teatro della “Piccola Scala” di Milano, viene rappresentata la “prima” di “Il linguaggio dei fiori (‘Donna Rosita nubile’)”, opera in 3 atti, su libretto dello stesso Rossellini, sotto la Direzione di Piero Bellugi, con la regia di Margherita Wallmann.
E’ interpretata da Rosanna Carteri, Adriana Maliponte, Fedora Barbieri, Rolando Panerai, Alvinio Misciano e Franco Calabrese.

 

Riconoscimenti:

Nastro d’Argento alla migliore musica per “Paisà” (1947) e per “I fratelli Karamazoff” (1948).

 

Filmografia:

Film di cui Rossellini curò o compose le musiche (lista parziale):

. L’angelo azzurro (solo per l’edizione italiana), regia di Josef von Sternberg (1930)
. Il signor Max, regia di Mario Camerini (1937)
. I fratelli Castiglioni, regia di Corrado D’Errico (1937)
. La principessa Tarakanova, regia di Fëdor Ozep e Mario Soldati (1938)
. Sotto la croce del sud, regia di Guido Brignone (1938)
. Due occhi per non vedere, regia di Gennaro Righelli (1939)
. Il ladro sono io!, di Flavio Calzavara (1940)
. Rose scarlatte, regia di Giuseppe Amato e Vittorio De Sica (1940)
. Teresa Venerdì, regia di Vittorio De Sica (1941)
. La nave bianca, regia di Francesco De Robertis (1941)
. Un pilota ritorna, regia di Roberto Rossellini (1941)
. Le due orfanelle, regia di Carmine Gallone (1942)
. I 3 aquilotti, regia di Mario Mattoli (1942)
. Giarabub, regia di Goffredo Alessandrini (1942)
. Luisa Sanfelice, regia di Leo Menardi (1942)
. Cenerentola e il signor Bonaventura, regia di Sergio Tofano (1942)
. I cavalieri del deserto, regia di Gino Talamo e Osvaldo Valenti (1942)
. Un garibaldino al convento, regia di Vittorio De Sica (1942)
. Noi vivi, regia di Goffredo Alessandrini (1942)
. Addio Kira!, regia di Goffredo Alessandrini (1942)
. Il viaggio del signor Perrichon, regia di Paolo Moffa (1943)
. I bambini ci guardano, regia di Vittorio De Sica (1943)
. L’uomo dalla croce, regia di Roberto Rossellini (1943)
. Non sono superstizioso… ma!, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1943)
. Roma città aperta, di Roberto Rossellini (1945)
. Desiderio, di Marcello Pagliero e Roberto Rossellini (1946)
. Felicità perduta, di Filippo Walter Ratti (1946)
. Paisà di Roberto Rossellini (1946)
. L’altra di Carlo Ludovico Bragaglia (1947)
. Eugenia Grandet di Mario Soldati (1947)
. I fratelli Karamazoff di Giacomo Gentilomo (1947)
. Germania anno zero di Roberto Rossellini (1948)
. Assunta Spina, di Mario Mattoli
. Rocambole, di Jacques de Baroncelli (1948)
. L’amore, di Roberto Rossellini (1948, episodi Una voce umana e Il miracolo)
. Francesco, giullare di Dio, di Roberto Rossellini (1950)
. Stromboli (Terra di Dio), di Roberto Rossellini (1950)
. Messalina, di Carmine Gallone (1951)
. Amore e sangue, regia di Marino Girolami (1951)
. Senza bandiera di Lionello De Felice (1951)
. Buon viaggio, pover’uomo, regia di Giorgio Pàstina (1951)
. L’eroe sono io, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1952)
. Pentimento, di Mario Costa (1952)
. Europa ’51, di Roberto Rossellini (1952)
. Dov’è la libertà…?, di Roberto Rossellini (1952)
. Noi peccatori, regia di Guido Brignone (1953)
. Spartaco – Il gladiatore della Tracia, di Riccardo Freda (1953)
. Donne proibite di Giuseppe Amato (1953)
. Napoletani a Milano, di Eduardo De Filippo (1953)
. Per salvarti ho peccato, di Mario Costa (1953)
. Delirio, di Pierre Billon e Giorgio Capitani (1954)
. Orient Express, di Carlo Ludovico Bragaglia (1954)
. La paura, di Roberto Rossellini (1954)
. Viaggio in Italia, di Roberto Rossellini (1954)
. Teodora, di Riccardo Freda (1954)
. Adriana Lecouvreur, di Guido Salvini (1955)
. Il segno di Venere, di Dino Risi (1955)
. Torna piccina mia!, di Carlo Campogalliani (1955)
. Porta un bacione a Firenze, di Camillo Mastrocinque (1955)
. Difendo il mio amore, di Giulio Macchi (1956)
. La ragazza del Palio, di Luigi Zampa (1957)
. Il corsaro della mezza luna, di Giuseppe Maria Scotese (1957)
. Il generale Della Rovere, di Roberto Rossellini (1959)
. Il magistrato, di Luigi Zampa (1959)
. Le legioni di Cleopatra, regia di Vittorio Cottafavi (1960)
. Era notte a Roma, di Roberto Rossellini (1960)
. Viva l’Italia, di Roberto Rossellini (1961)
. Caligola, di Tinto Brass (1979)

 

Film:

1996: il regista tedesco Georg Brintrup racconta la vita del musicista e la sua collaborazione con il fratello Roberto nel film “Raggio di sole” (produzione: WDR 3, Cologna, regia: Georg Brintrup).

 

Composizioni:

Opere:

. Alcassino e Nicoletta
. La guerra dramma lirico Libretto proprio 25 febbraio 1956 Napoli, Teatro San Carlo diretta da Oliviero De Fabritiis con Marcella Pobbe, Magda Olivero, Piero De Palma, Nicola Filacuridi, Plinio Clabassi, Giangiacomo Guelfi e Saturno Meletti
. Il vortice opera seria Libretto proprio 8 febbraio 1958 Napoli, Teatro San Carlo diretta da De Fabritiis con Clara Petrella, Pia Tassinari e De Palma
. La piovra 1958
. Le campane opera televisiva Libretto proprio 9 maggio 1959
. Uno sguardo dal ponte Libretto proprio 11 marzo 1961 Roma, Teatro dell’Opera Tratto da “A view from the bridge” di Arthur Miller
. Il linguaggio dei fiori ossia Donna Rosita nubile opera Libretto proprio 8 febbraio 1963 Milano, Teatro della Piccola Scala Tratto da Federico García Lorca
. La leggenda del ritorno poema drammatico Diego Fabbri 10 marzo 1966 Milano, Teatro alla Scala Tratto da La leggenda del Grande Inquisitore di Fëdor Dostoevskij
. L’avventuriero opera Diego Fabbri e Renzo Rossellini 1968 Milano
. L’annonce faite à Marie opera prologo e 4 atti Paul Claudel e Renzo Rossellini 30 ottobre 1970 Parigi, Opéra-Comique
. La reine morte opera Libretto proprio 7 luglio 1973 Monte Carlo, OpéraTratto da Henri Millon de Montherlant

 

Balletti:

. La danza di Dâssine, 24 febbraio 1935, Sanremo, Teatro del Casinò Municipale
. Racconto d’inverno, 22 aprile 1947, Roma, Teatro dell’Opera (da Dostoevskij)
. Canti del Golfo di Napoli, 26 dicembre 1954, Roma, Teatro dell’Opera
. Poemetti pagani, 1960, Roma

 

Musica orchestrale:

. Suite in 3 tempi, 1931
. Hoggar, 1932
. Preludio all’Aminta del Tasso, 1933
. Canti di marzo, 1935
. Stornelli della Roma bassa, 1936
. Stampe della vecchia Roma, 1937
. Canzoni della Roma alta, 1948
. Berceuse italiana, 1955
. Ore trisiti e serene, 1964

 

Musica vocale:

. Roma cristiana, 1940
. La suora degli emigranti, oratorio, 1947
. Santa Caterina da Siena, oratorio, 1947
. Prière de St François, 1974

 

Musica da camera:

. Poemetti pagani, per pianoforte, 1933
. Trio con pianoforte, 1935
. Aria dell’Ottocento, per violino e pianoforte, 1941
. Sonata per pianoforte, 1943

 

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RENZO ROSSELLINI nel 1947 circa:

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JOAQUÍN RODRIGO VIDRE

Joaquín Rodrigo Vidre, Marchese dei Giardini di Aranjuez, nasce a Sagunto il 22 novembre 1901 e muore a Madrid il 6 luglio 1999.

E’ un Compositore e Pianista spagnolo.
Musicista classico, tra le sue composizioni vi è il celebre “Concerto d’Aranjuez”.

Rodrigo diventa cieco all’età di tre anni come conseguenza della difterite, ma studia Musica con Francisco Antich a Valencia e, poi, con Paul Dukas a Parigi.
Ritorna brevemente in Spagna; poi, si trasferisce a Parigi per il completamento degli studi e per specializzarsi in Musicologia, prima con Maurice Emmanuel e poi con André Pirro.

1925: grazie all’opera “Cinco Piezas Infantiles”, Rodrigo vince il “Premio Nazionale Spagnolo per Orchestra”.

1933: a Valencia, sposa Victoria Kamhi, una pianista turca di origini ebraiche.

1939: è a Parigi, dove il lavoro più conosciuto di Rodrigo è un Concerto per Chitarra e Orchestra: il famoso “Concerto d’Aranjuez”.
Il secondo movimento, l’ “Adagio”, è uno dei brani musicali più conosciuti della Musica Classica del XX secolo, con il dialogo “Chitarra con Corno inglese”.

Grazie al successo di questa composizione, a Rodrigo, vengono commissionati brani da parte di importanti solisti, fra cui il Flautista James Galway e il Violoncellista Julian Lloyd Webber.

Celedonio Romero gli commissiona per se stesso e i tre figli il “Concerto Andaluso” che Rodrigo compone per Quattro Chitarre e Orchestra.

27 gennaio 1941: nasce la figlia Cecilia.

Dal 1947: è Professore di Storia della Musica presso la Cattedra di Musica ‘Manuel de Falla’ della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Complutense di Madrid.

1991: Re Juan Carlos gli conferisce il titolo nobiliare di “Marchese dei Giardini di Aranjuez”.

1996: vince l’importantissimo Premio “Principe delle Asturie”.
1998: dal Governo francese, viene nominato “Commendatore” dell’ “Ordre des Arts et des Lettres”.

1999: muore a Madrid.
Joaquín Rodrigo e la moglie Victoria sono sepolti nel Cimitero di Aranjuez.

 

Composizioni:

. Violoncello e orchestra:
. Concierto en modo galante (1949)
. Concierto como un divertimento (1978-1981)

 

Flauto e orchestra:

. Concierto pastoral (1978)

 

Chitarra:

. Zarabanda Lejana(1934)
. Tres piezas espanolas
. Por los campos de Espagna
. Invocación y Danza (1961 – Primo premio Coupe International de Guitare dell’ORTF (radio televisione francese)

 

Chitarra e orchestra:

. Concierto de Aranjuez (1939)
. Concierto Andaluz (1967 – per quattro chitarre)
. Concierto para una fiesta (1982)
. Fantasía para un gentilhombre (1954)
. Concierto Madrigal (1968 – per due chitarre)

 

Arpa e orchestra: 

. Concierto serenata (1954)

 

Pianoforte e orchestra:

. Juglares (1923 – 2-pianos; 1st public work, 1924 Orquesta Sinfónica de Valencia)
. Concierto heroico (1943)

 

Violino e orchestra:

. Concierto de estío (1944)

 

Canzoni e opere corali:

. Per la Flor del Lliri Blau (1934 – Primo premio Círculo de Bellas Artes)
. Ausencias de Dulcinea (1948 – Primo premio concorso Cervantes)
. Tres viejos aires de danza (1994)
. Villancicos y Canciones de Navidad (1952 – Ateneo de Madrid Prize)
. Cántico de San Francisco de Asís (1982, per coro misto e orchestra).

 

Colonne sonore parziali:

. La guerra di Dio (La guerra de Dios), regia di Rafael Gil (1953)
. L’eretico (El hereje), regia di Francisco de Borja Moro (1958)

 

Onorificenze:

Gran Croce dell’Ordine Civile di Alfonso X il Saggio – nastrino per uniforme ordinaria Gran Croce dell’Ordine Civile di Alfonso X il Saggio
— 1953
Premio Principe delle Asturie per l’arte – nastrino per uniforme ordinaria Premio Principe delle Asturie per l’arte
— 1996

 

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Joaquín Rodrigo Vidre:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Joaquin_Rodrigo_en_Rosario.JPG

File:Joaquin Rodrigo en Rosario.JPG
.

JOAQUIN RODRIGO VIDRE, CONCIERTO DE ARANJUEZ: https://youtu.be/khBAeq_fIVY

 

 

SVJATOSLAV RICHTER

Svjatoslav Teofilovič Richter nasce a Žytomyr il 20 marzo 1915 e muore a Mosca il 1º agosto 1997.

E’ un Pianista sovietico il cui nonno paterno è di origine tedesca.

Richter è uno dei più importanti Pianisti del XX secolo ed è celebre per la profondità con cui interpreta, per la sua straordinaria tecnica virtuosistica e per il suo vasto repertorio.

Figlio di Teofil Danilovič Richter, Pianista, Organista e Compositore e di Anna Pavlovna Moskaleva (proveniente da una nobile famiglia di proprietari terrieri russi), il suo primo interesse artistico è rivolto alla Pittura che lo accompagna per tutta la vita e che lo incoraggia a dipingere numerosi quadri.

La sua passione per la Musica inizia dal 1920 come autodidatta, imparando presto a suonare quello che più gli piace, soprattutto Musica Operistica (comprese le partiture per pianoforte dei drammi musicali di Wagner).

1930: ha quindici anni quando comincia ad accompagnare al pianoforte cantanti lirici, prima al “Club dei Marinai” di Odessa, poi nel Teatro dell’Opera di là.
Inizio degli Anni Novanta: in un’intervista pubblicata, Richter racconta che, durante la sua movimentata adolescenza ad Odessa, è molto più interessato alla Direzione d’Orchestra che al Pianoforte, che la sua vera passione è costituita dalle opere liriche di Giuseppe Verdi, Richard Wagner e Giacomo Puccini e non dai lavori pianistici dei grandi autori ottocenteschi che, poi, sarebbero diventati una tappa fondamentale del suo repertorio.
Oltre alla Pittura e alla Musica, gli altri interessi di Richter sono il Teatro, il Cinema e la Letteratura.

1934: mentre lavora all’ “Opera” di Odessa, Richter si esibisce nel suo primo Concerto in pubblico, come Pianista, ma il vero e proprio studio del Pianoforte lo inizia tre anni dopo, quando si iscrive al Conservatorio “Čajkovskij” di Mosca, che permette al giovane prodigio di saltare l’esame di ammissione.
“Heinrich Neuhaus” è il suo Insegnante ed Èmil’ Gilel’s, idem Insegnante, indica Richter come “lo studente geniale, il cui arrivo aveva atteso per tutta la vita”.
Di Richter si viene a sapere che salta delle lezioni obbligatorie al Conservatorio e che viene espulso per due volte, durante il primo anno.

1940: ancora studente, suona – in prima esecuzione – la “Sesta Sonata per pianoforte” di Sergej Prokof’ev, il compositore alle cui opere sarà spesso associato.

1943: esegue in prima mondiale a Mosca la “Settima Sonata”.

1943: Richter conosce il soprano Nina Dorliak che sposa nel 1945; vivono insieme sino alla morte del Pianista.
Nina Dorliak sopravvive al marito solo nove mesi in più e si spegne il 18 maggio 1998.

1949: Richter vince il “Premio Stalin”, cosa che gli porta parecchi Concerti in Russia, nell’Europa dell’Est e in Cina.

Idem, 1949: nella “Malyj Sal” del Conservatorio “Čajkovskij” di Mosca suona nella prima esecuzione assoluta privata della “Sonata op. 119 in do maggiore” di Sergej Prokof’ev con Mstislav Rostropovič.

Richter comincia ad essere conosciuto in Occidente e diventa famoso grazie a registrazioni eseguite durante gli Anni Cinquanta.
Non gli viene permesso di recarsi in Tour negli Stati Uniti fino al 1960, ma quando la cosa succede, le sue tournées sono memorabili.

Da citare che le grandi Sale da Concerto non sono molto amate da Richter, che preferisce un ambiente più intimo: infatti, in tarda età, suona quasi sempre in piccole sale, quasi oscurate, a volte con una sola piccola lampada che illumina pianoforte e leggio.

Possiede una memoria prodigiosa e orecchio infallibile assoluto ma, negli ultimi anni, è costretto a suonare con lo spartito dal momento che, a causa dell’età, la percezione dei suoni gli si è alterata di quasi un tono, per cui non vuole rischiare di suonare tasti sbagliati.

1969: suona nella prima esecuzione assoluta pubblica nella “Malyj Sal” del Conservatorio “Čajkovskij” di Mosca della “Sonata op. 134 in sol maggiore” di Dmitrij Dmitrievič Šostakovič con David Fëdorovič Ojstrach.

1982: con il “Quartetto Borodin”, al Teatro “Alla Scala” di Milano, esegue due “Quintetti” di Dvořák.

Sta preparando una tournée concertistica, quando viene colpito da un attacco cardiaco.
Muore a Mosca all’età di ottantadue anni.
La sua tomba si trova nel Cimitero di Novodevičij di Mosca.

 

Tecnica pianistica di Richter:

Il sicurissimo controllo tecnico dello strumento permette a Richter di affrontare tutto il repertorio pianistico, mentre le sue esecuzioni sono sempre caratterizzate da un modo interpretativo originale e molto personale che lo rendono celebre fra il pubblico e fra i critici di tutto il Mondo, oltre ad altri Pianisti suoi contemporanei: Arthur Rubinstein, Vladimir Horowitz, Ėmil’ Gilel’s, Glenn Gould e Arturo Benedetti Michelangeli.
In più di un’occasione, costoro esprimono la loro ammirazione per le straordinarie doti di Richter.
Il suo repertorio è molto ampio e spazia dal periodo barocco alla musica contemporanea.
Tra le incisioni più famose sono da ricordare le sue registrazioni delle opere di Franz Schubert, Ludwig van Beethoven, Johann Sebastian Bach, Fryderyk Chopin, Franz Liszt, Aleksandr Nikolaevič Skrjabin, Sergej Prokof’ev, Sergej Rachmaninov.

Secondo la Critica, è uno dei più raffinati ed efficaci interpreti delle opere per Pianoforte di Robert Schumann.
Fra parentesi, suona la prima esecuzione della “Sonata N. 7” di Prokof’ev, imparandola in soli quattro giorni prima di eseguirla in pubblico e Prokof’ev gli dedica la sua “Sonata N. 9”.

Oltre al repertorio solista, Svjatoslav Richter ama la Musica da Camera, interpretandola, spesso, assieme a musicisti quali David Ojstrach, Benjamin Britten, Pierre Fournier e Mstislav Rostropovič.

Il suo repertorio è ampio ed è dovuto alla straordinaria abnegazione con cui si applica nello studio: sembra che studi, in media, 10-12 ore al giorno (anche se smentisce, dicendo che non supera mai le tre ore).

Da non dimenticare che < Grazie alla vastità dei suoi interessi musicali e all’originalità delle sue interpretazioni, Richter ha esercitato una profonda influenza sui pianisti delle generazioni successive >.

 

Repertorio di Richter:

Avendo un repertorio sconfinato, Richter si cimenta con Musica Barocca, Classica, Romantica, del ‘900 (compresa quella Dodecafonica) e, fra i compositori affrontati abitualmente in concerto da Richter, presenziano Bach, Händel, Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, Chopin, Dvořák, Liszt, Schumann, Brahms, Grieg, Debussy, Ravel, Musorgskij, Skrjabin, Prokof’ev, Rachmaninov, Šostakovič, Hindemith.
Tale immenso repertorio comprende Musica per Pianoforte solo, Concerti per Pianoforte e Orchestra, Musica Cameristica e un ampio corpus di Musica Liederistica.

 

Giudizi critici:

Ritenuto unanimemente uno dei più grandi pianisti di tutti i tempi, il Pianista russo Svjatoslav Richter ha qualità e capacità tecniche e interpretative, per cui, secondo il Critico Piero Rattalino, insieme a Franz Liszt e Ferruccio Busoni, Svjatoslav Richter sarebbe < il “terzo uomo” ad avere segnato profondamente e in modo definitivo l’interpretazione al pianoforte >.

Per il Pianista e Critico Charles Rosen, “Richter è il pianista più intelligente che io abbia mai conosciuto”.

Il Pianista canadese Glenn Gould, grande ammiratore dell’arte pianistica di Svjatoslav Richter, nel 1957, assiste ad un Récital di Richter e, in seguito, dice che Richter “è uno degli uomini con la più forte capacità comunicativa che il mondo musicale avesse mai espresso”.

Al pianista Vladimir Horowitz, tra i pianisti russi, solo Svjatoslav Richter gli piace.

Durante la sua tournée negli Stati Uniti, agli ammiratori e ai critici che lo acclamano come il più grande pianista vivente, il Pianista russo Ėmil’ Gilel’s, risponde che “devono attendere di sentire Richter …” : infatti, a Richter, al momento della dichiarazione di Gilel’s, non era ancora stato permesso di suonare al di fuori dell’Unione Sovietica.

< Il Pianista Arthur Rubinstein rimane letteralmente sbalordito dai Concerti di Richter e afferma che il suo suono è di una bellezza prodigiosa e di non avere mai sentito prima un pianoforte suonare in quel modo >.
Aggiunge che Richter è “Un Titano, con una grande intelligenza”.
Successivamente, conosciuto Richter, Rubinstein, dice che “E’ il miglior pianista tra noi”.

Per il Pianista russo Vladimir Sofronickij, Richter è un genio.

Il pianista e didatta Heinrich Neuhaus, Maestro dello stesso Richter, di Ėmil’ Gilel’s e di Radu Lupu, “sostiene di non conoscere una mano migliore per suonare il pianoforte di quella di Svjatoslav Richter, dato che questa riesce a prendere con naturalezza l’intervallo della dodicesima, specificando altresì che l’estensione tra le dita del suo allievo è enorme”.

< Il pianista russo Evgenij Kissin, in un’intervista, ha dichiarato che il virtuosismo di Svjatoslav Richter era trascendentale, ma mai fine a se stesso >.

< Il critico Luca Segalla ha scritto che Svjatoslav Richter è stato il pianista del XX secolo, come Liszt è stato quello del XIX >.

Battuto al computer da Lauretta

 

 

 

SVIATOSLAV RICHTER, 1966:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:RICHTER_Sviatoslav_(cropped).jpg

 

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OTTORINO RESPIGHI

Ottorino Respighi, Accademico d’Italia, nasce a Bologna il 9 luglio 1879 e muore a Roma il 18 aprile 1936.

E’ un Compositore, Musicologo e Direttore d’Orchestra italiano.

Ottorino Respighi, Alfredo Casella, Franco Alfano, Gian Francesco Malipiero e Ildebrando Pizzetti appartengono alla “Generazione dell’Ottanta”, ossia al Gruppo di musicisti che sono il rinnovamento della musica italiana di quegli anni.

Respighi compone parecchi lavori di vario genere (sonate, concerti, suites, opere liriche, cicli per voce e pianoforte e altro) ma, soprattutto, è conosciuto per la serie di Poemi Sinfonici dedicati a Roma (la “Trilogia romana”) di cui, il secondo, “I pini di Roma”, è il più celebre e il più inciso.

E’ anche Trascrittore e Musicologo: antiche arie e danze per Liuto (suites I, II e III), orchestrazione di brani rinascimentali, trascrizioni per orchestra della “Passacaglia BWV 582” di Johann Sebastian Bach, Études-Tableaux di Rachmaninov e brani originariamente scritti per pianoforte da Gioachino Rossini.
Ha interesse per la Musica Gregoriana, per cui crea un “Concerto gregoriano per violino e orchestra” (1921) e la Suite sinfonica “Vetrate di chiesa” (1926), ispirata a melodie gregoriane.

Ottorino Respighi è il terzo ed ultimo figlio di Giuseppe, a sua volta figlio di un Organista del Duomo di Borgo San Donnino, e di Ersilia Putti, discendente da una famiglia di importanti scultori.

Inizia gli studi musicali di Pianoforte e Violino col padre Giuseppe, dopodiché frequenta la classe di Composizione di Giuseppe Martucci e la classe di violino di Federico Sarti presso il Conservatorio di Bologna.
Suona nell’ Orchestra del “Teatro Comunale” e, poi, si reca in Russia come Prima Viola dell’Orchestra del “Teatro Imperiale” di San Pietroburgo per la “Stagione d’Opera Italiana”.
In quel periodo, conosce Nikolaj Rimskij-Korsakov e, per cinque mesi, studia con lui, da cui apprende a fondo l’arte della “Sinfonia Orchestrale” e del “Poema Sinfonico”.

1908: il famoso soprano ungherese di fama internazionale Etelka Gerster lo chiama a Berlino come Pianista Accompagnatore della sua Scuola di Canto.
Qui, conosce Arthur Nikisch, Ferruccio Busoni e studia Composizione con Max Bruch.

Fino a questo momento, la sua attività principale è di Violista (appartiene anche al “Quintetto Mugellini” con i violinisti Mario Corti e Romualdo Fantuzzi, il Violoncellista Antonio Certani e il Pianista Bruno Mugellini).
Successivamente, si dedica completamente alla Composizione.

1913: Respighi si trasferisce a Roma dove vivrà per il resto della sua vita.
E’ Docente di Composizione del “Conservatorio di Santa Cecilia”, di cui è direttore dal 1923 al 1926.

23 marzo 1932: Respighi viene eletto “Membro dell’Accademia d’Italia” fondata da Benito Mussolini.

E’ membro della Massoneria.

 

1919: Respighi sposa Elsa Olivieri Sangiacomo, Compositrice-Cantante-Pianista, già sua allieva al Conservatorio.
Elsa, assieme ad Ennio Porrino (idem, suo allievo a Roma), completa l’ultima opera lirica di Respighi, “Lucrezia”, lasciata incompiuta a causa di decesso causato da un’endocardite nel 1936, all’età di cinquantasei anni e otto mesi, nella sua villa romana “I Pini”, in via della Camilluccia (tale proprietà verrà acquistata dai Principi Colonna e risistemata su consiglio dell’Architetto Marcello Piacentini che, fra l’altro, disegna il caminetto nello studio).

Ottorino ed Elsa Respighi sono sepolti insieme nel Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna e il loro sarcofago si trova nel Campo “Carducci”, nel lato ovest, al numero 12/2, vicino al monumento a Giosuè Carducci.

 

Così, è stato riferito:

< Il 19 giugno, dopo la morte del Maestro Sinfonista, il tratto di Via de’ Castagnoli a fianco del Teatro Comunale dove egli visse da ragazzo con la sua famiglia viene intitolato “Largo Respighi” >.

 

La musica:

< «Fra i compositori italiani del Novecento storico, Ottorino Respighi (1879-1936) è sicuramente quello che ha avuto e ha meno bisogno di spinte esterne, festival promozionali, convegni e occasioni monografiche per trovare quella diffusione, la fortuna e la fama internazionale che all’autore dei tre poemi sinfonici romani arrise praticamente da subito, sulla scorta di bacchette quali Toscanini, De Sabata e Karajan ieri l’altro o ieri, Maazel, Muti, o Sinopoli oggi.»
(Alberto Cantù, Respighi compositore, Torino, Eda, 1985) >

< Ottorino Respighi fu anche musicologo, particolarmente devoto alla musica italiana del periodo tra il XVI ed il XVIII secolo; pubblicò e revisionò musiche di Claudio Monteverdi, Antonio Vivaldi e Benedetto Marcello, e si interessò in modo particolare al canto gregoriano; tali interessi erano destinati a lasciare una traccia molto profonda sulla sua attività compositiva, al punto che molte delle sue opere hanno un’impostazione decisamente modale (“Concerto in modo misolidio”, “Quartetto dorico”, “Metamorphoseon XII Modi”, solo per citare gli esempi più eclatanti, in cui il titolo stesso delle composizioni si riferisce ai modi gregoriani).
Insieme a Sebastiano Arturo Luciani, poi, pubblicò Orpheus manuale di storia e forme della musica occidentale >.

< Maestro dell’orchestrazione, Respighi ha trascritto numerose delle melodie antiche su cui studiò e lavorò in versione orchestrale: vanno citati in merito i tre cicli intitolati Antiche arie e danze per liuto, orchestrazione di brani risalenti al XVI e XVII secolo, e “Gli uccelli”, trascrizione ed elaborazione di brani di Bernardo Pasquini, Jacques Gallot, Jean Philippe Rameau e altri. Egualmente degne di nota sono inoltre le trascrizioni orchestrali della “Passacaglia” per organo di Bach, degli Études-Tableaux di Rachmaninov, e dei pezzi pianistici di Rossini per il balletto “La boutique fantasque”, che testimoniano la sua straordinaria versatilità e restano tra i migliori esempi del genere >.

< Compose inoltre numerosi lavori per il teatro, tra cui otto Opere (da ricordare soprattutto “Belfagor”, “La campana sommersa”, “Maria Egiziaca”, “La fiamma”) e numerosi balletti; scrisse anche numerosi cicli di Liriche per voce e pianoforte, spesso da lui interpretati in Concerti assieme alla moglie Elsa, e molta Musica da camera.

 

Eredità artistica:

In generale, l’influenza di Respighi viene riscontrata, in particolare, nella musica nata per il cinema, specialmente, in due grandi nomi legati alla Composizione di colonne sonore: John Williams ed Ennio Morricone.
Quest’ultimo ha definito la “Trilogia Romana” come «il disco italiano più venduto in America».

 

Il giudizio della critica:

Il celebre Critico Paolo Isotta, per anni firma musicale del “Corriere della Sera”, considera Respighi «uno dei più grandi compositori del Novecento: non italiano, mondiale».

1944: lo scritto più celebre è certamente quello del Critico Massimo Mila che, nel suo breve saggio, constata una «inspiegabile diffidenza» della Critica nei confronti dell’opera di Respighi, «quasi una sorta di gelosia» per la grandissima popolarità raggiunta dalle sue composizioni.
Per descrivere tale successo Mila individua nella musica di Respighi la dote dell’«autorità» formale che suscita istintivamente il rispetto del pubblico.
Praticamente, «il gusto di Respighi è gusto di ieri e non di oggi, tipico del primo Novecento e proprio di quella parte di esso rimasta fino all’ultimo estranea alle correnti di pensiero che condussero al capovolgimento di valori morali ed estetici».

 

Le opere:

Musica sinfonica:

. Preludio, corale e fuga per orchestra P 30 (1901)
. Aria per archi P 32 (1901), revisione critica di S. Di Vittorio
. Leggenda per violino e orchestra P 36 (1902), revisione critica di Roberto Diem Tigani
. Concerto in la minore per pianoforte e orchestra P 40 (1902)
. Suite per archi P 41 (1902), revisione critica di S. Di Vittorio
. Concerto in la maggiore per violino e orchestra P 49 (1903), completato da Salvatore Di Vittorio
. Fantasia Slava per pianoforte e orchestra P 50 (1903)
. Humoreske per violino e orchestra P 45 (1903), revisione critica di Roberto Diem Tigani
. Serenata per piccola orchestra P 54 (1904), revisione critica di S. Di Vittorio
. Suite in sol maggiore, per archi ed organo P 58 (1906), revisione critica di S. Di Vittorio
. Overtura Burlesca per orchestra P 59 (1906)
. Il Lamento di Arianna per mezzosoprano e orchestra P 88 (1908), revisione critica di S. Di Vittorio
. Tre Liriche per mezzosoprano e orchestra P 99a (1913), orchestrazione completata da Salvatore Di Vittorio
. Sinfonia drammatica per orchestra P 102 (1914)
. Le fontane di Roma, poema sinfonico per orchestra P 106 (1916)
. Antiche arie e danze per liuto (prima suite), per orchestra P 109 (1917)
. Ballata delle gnomidi, poema sinfonico per orchestra P 124 (1919)
. Adagio con variazioni per violoncello e orchestra P 133 (1921)
. Concerto gregoriano per violino e orchestra P 135 (1921)
. Antiche arie e danze per liuto (seconda suite), per orchestra P 138 (1923)
. I pini di Roma, poema sinfonico per orchestra P 141 (1924)
. Concerto in modo misolidio per pianoforte e orchestra P 145 (1925)
. Poema Autunnale per Violino e Orchestra (1925)
. Rossiniana, suite per orchestra da Les riens di Rossini P 148 (1925)
. Vetrate di chiesa, quattro impressioni sinfoniche P 150 (1926)
. Trittico botticelliano per piccola orchestra P 151 (1927)
. Impressioni brasiliane, suite su temi brasiliani per orchestra P 153 (1928)
. Gli uccelli, suite per piccola orchestra P 154 (1928)
. Toccata per pianoforte e orchestra P 156 (1928)
. Feste romane, poema sinfonico per orchestra P 157 (1928)
. Preludio e Fuga in re maggiore, su musica di J.S. Bach P 158 (1929)
. Cinque Studi-Tableaux, trascrizione per orchestra dalle op. 33 e 39 di S. Rachmaninov P 160 (1930)
. Metamorphoseon –Modi XII, tema e variazioni per orchestra P 169 (1930)
. Antiche arie e danze per liuto (terza suite), per orchestra d’archi P 172 (1931)
. Concerto a cinque per oboe, tromba, violino, contrabbasso, pianoforte e archi P 174 (1933)

 

Musica da camera:

. Sonata in fa minore per pianoforte P 16 (1897)
. Quintetto a fiati in sol minore, per flauto, oboe, clarinetto, corno e fagotto (incompiuto) P 21 (1898)
. Preludio per pianoforte P 23 (1898)
. Sei pezzi per pianoforte solo (1903-1905)
. Doppio quartetto in re minore, per due quartetti d’archi P 27 (1900)
. Quintetto in fa minore per pianoforte e archi P 35 (1902)
. Quartetto in re minore per archi P 91 (1909)
. Sonata in si minore per violino e pianoforte P 110 (1916-1917)
. Tre preludi sopra melodie gregoriane per pianoforte P 131 (1921)
. Quartetto dorico per archi P 144 (1924)
. Suite della tabacchiera per strumenti a fiato e pianoforte a quattro mani P 168 (1930)
. Belkis, regina di Saba, suite dal balletto in cinque quadri P 171 (1931)
. Concerto a cinque per oboe, tromba, violino, contrabbasso, pianoforte e archi P 174 (1933)

 

Musica vocale:

. Cinque canti all’antica per canto e pianoforte, testi di Boccaccio, Donini, Re Enzo P 71 (1906)
. Il Lamento di Arianna per mezzosoprano e orchestra P 88 (1908), revisione critica di S. Di Vittorio
. Sei liriche, prima serie per canto e pianoforte, testi di D’Annunzio, Moréas, Aganoor Pompilj P 90 (1909)
. Aretusa, poemetto per voce e orchestra, testo di P.B. Shelley P 95 (1911 al Teatro Comunale di Bologna)
. E se un giorno tornasse…, recitativo per mezzosoprano e pianoforte, testo di V. Aganoor Pompilj, da Maeterlinck P 96 (1911)
. Sei liriche, seconda serie per canto e pianoforte, testi di Negri, Shelley, Samain, Rocchi P 97 (1912)
. Tre Liriche per mezzosoprano e orchestra P 99a (1913), orchestrazione completata da Salvatore Di Vittorio
. Il tramonto, poemetto lirico per mezzosoprano e quartetto d’archi, testo di P.B. Shelley P 101 (1914)
. La sensitiva, poema lirico per voce e orchestra, testo di P.B. Shelley P 104 (1914-1915)
. Deità silvane, per soprano e pianoforte, testi di Antonio Rubino P 107 (1917)
. Cinque liriche per soprano e pianoforte, testi di Shelley, de Fersen e Tagore P 108 (1917)
. La donna sul sarcofago, lirica per canto e pianoforte, versi di Gabriele D’Annunzio P 121 (1919)
. La statua, lirica per canto e pianoforte, versi di Gabriele D’Annunzio P 122 (1919)
. Quattro liriche su testi di Gabriele D’Annunzio P 125 (1920)
. Quattro liriche su parole di poeti armeni per canto e pianoforte P 132 (1921)
. Deità silvane, per soprano e orchestra da camera (trascrizione di P 107), testi di Antonio Rubino P 147 (1925)
. Lauda per la natività del Signore per soli, coro e strumenti, testo attribuito a Jacopone da Todi P 166 (1930)

 

Opere teatrali e balletti:

. Re Enzo, opera comica, libretto di Alberto Donini P 55 (1905)
. Semirâma, poema tragico in tre atti, libretto di Alessandro Cerè P 94 (1910)
. Marie Victoire, opera in quattro atti e cinque quadri, libretto di Edmond Guiraud P 100 (1912-1914)
. La boutique fantasque, balletto su musiche di Rossini P 120 (1918)
. La pentola magica, azione coreografica in due quadri su temi popolari russi P 129 (1920)
. Scherzo veneziano, commedia coreografica P 130 (1920)
. Belfagor, commedia lirica, libretto di Claudio Guastalla, dalla commedia di Ercole Luigi Morselli P 137 (1921-1922)
. La campana sommersa, opera in quattro atti, libretto di Claudio Guastalla dal dramma di Gerhart Hauptmann P 152 (1925-1926)
. Maria Egiziaca, mistero in un atto e due episodi, libretto di Claudio Guastalla P 170 (1931)
. Belkis, regina di Saba, balletto in cinque quadri P 171 (1932) al Teatro alla Scala di Milano diretto da Franco Ghione
. La fiamma, melodramma in tre atti e quattro quadri, libretto di Claudio Guastalla da un romanzo di Hans Wiers-Jenssen P 175 (1933)
. La bella dormente nel bosco, fiaba musicale in tre atti, libretto di Gian Bistolfi, da Perrault P 176 (1933)
. Lucrezia, istoria in un atto e tre momenti, libretto di Claudio Guastalla P 180 (1935/1936, completata da Elsa Respighi)

 

Libri:

. Orpheus, manuale di storia e forme della musica, scritto insieme a Sebastiano Arturo Luciani (1926; edizione moderna: 2020).

 

Discografia:

. Fontane di Roma/Pini di Roma – Orchestra Filarmonica di Trieste / Francesco Mander, (RCA Victrola)
. I Pini di Roma/Fontane di Roma/Ancient Airs and Dances I-III (Antiche Arie e Danze) – Berlin Philharmonic Orchestra / Herbert von Karajan, (Deutsche Grammophon)
. I Pini di Roma/Feste Romane/Fontane di Roma – Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia/Antonio Pappano, (EMI Classics)
. I Pini di Roma/Fontane di Roma – Chicago Symphony Orchestra / Fritz Reiner, (RCA) (on JVC in Japan)
. I Pini di Roma/Feste Romane/Fontane di Roma – Montreal Symphony Orchestra / Charles Dutoit, (Decca)
. I Pini di Roma/Feste Romane/Fontane di Roma – NBC Symphony Orchestra / Arturo Toscanini, (RCA)
. I Pini di Roma/Feste Romane/Fontane di Roma – Royal Philharmonic Orchestra / Enrique Bátiz, (Naxos)
. I Pini di Roma/Fontane di Roma/Feste Romane – Philadelphia Orchestra / Riccardo Muti, (EMI Digital)
. Brazilian Impressions/Metamorphoseon – Philharmonia Orchestra/ Geoffrey Simon, (Chandos)
. Ancient Airs and Dances I-III (Antiche Arie e Danze) – Philharmonia Hungarica/ Antal Doráti, (Mercury Records)
. Ancient Airs and Dances I-III (Antiche Arie e Danze) – RTÉ National Symphony Orchestra/ Rico Saccani, (Naxos)
. I Pini di Roma/Fontane di Roma/The Birds (Gli Uccelli) – London Symphony Orchestra/ István Kertész, (Decca)
. Church Windows (Vetrate di Chiesa) – Cincinnati Symphony Orchestra / Jesús López-Cobos, (Telarc)
. Three Botticelli Pictures (Trittico Botticelliano)/The Birds – Academy of St. Martin in the Fields, Los Angeles Chamber Orchestra / Sir Neville Marriner, (EMI Classics)
. Belkis, Queen of Sheba – Suite / Metamorphoseon – Theme & Variations – Philharmonia Orchestra / Geoffrey Simon, (Chandos)
. Suite in G for Organ and Strings – Robert Boughen / Queensland Symphony Orchestra / Vanco Cavdarski, (ABC Classics)
. Pines of Rome/ Fountains of Rome/ Metamorphoseon Modi XII – Cincinnati Symphony Orchestra/ Jesús López-Cobos (Telarc)
. Belfagor Overture / Pines of Rome / Fountains of Rome – London Symphony Orchestra / Lamberto Gardelli; The Birds / Trittico Botticelliano – Academy of St. Martin in the Fields / Sir Neville Marriner; Ancient Airs and Dances I-III – Los Angeles Chamber Orchestra / Sir Neville Marriner, (EMI Classics)
. Gli uccelli / Vetrate di Chiesa – Philadelphia Orchestra / Eugene Ormandy, with Scarlatti/Tommasini: Le donne di buon umore – Orchestra di Cleveland / Louis Lane, (Sony Classical)
. Sinfonia Drammatica – Slovak Philharmonic Orchestra / Daniel Nazareth, (Naxos)
. La Primavera / Quattro liriche su poesie popolari armene – Slovak Philharmonic Chorus/Slovak Radio Symphony Orchestra / Adriano, (Marco Polo)
. Variazioni sinfoniche / Preludio, corale e fuga / Burlesca / Ouverture carnevalesca / Suite in E major – Slovak Radio Symphony Orchestra / Adriano, Ferdinand Klinda, organo, (Naxos)
. Humoreske / Leggenda / Sei piccoli pezzi (transcription for orchestra by Adriano) / Rossiniana – Orchestra Sinfonica di Sassari / Roberto Diem Tigani, Marco Rogliano, violino, (Inedita CD)
. Concerto per Violino (in La Maggiore) / Aria per archi / Suite per archi / Rossiniana – Chamber Orchestra of New York / Salvatore Di Vittorio, Laura Marzadori-violino, (Naxos)

 

Omaggi e riconoscimenti:

< I maestosi 40 secondi finali di Vetrate di Chiesa – S. Gregorio il Grande sono utilizzati dal celebre gruppo rock “Emerson Lake & Palmer” come “sigla finale” dei loro concerti dal vivo.
< Per il suo film d’esordio Fireworks (1947) il regista underground Kenneth Anger scelse per il commento musicale parti della Trilogia romana di Ottorino Respighi.
< Nel film d’animazione Fantasia 2000 della Disney il secondo episodio è basato sul poema sinfonico “Pini di Roma”.

< A Ottorino Respighi è stato intitolato nel 1991 il Conservatorio Statale di Musica di Latina, Istituzione di Alta Cultura, appartenente al sistema dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM).

Battuto al computer da Lauretta

 

 

Ottorino Respighi:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Respighi_1935.jpg

File:Respighi 1935.jpg

.

Riccardo Muti dirige la “Philadelphia Orchestra”: FESTE ROMANE, “LA BEFANA”

 

 

NAPOLÉON HENRI REBER

Napoléon Henri Reber nasce a Mulhouse il 21 ottobre 1807 e muore a Parigi il 24 novembre 1880.

E’ un compositore francese.

Napoléon Henri nasce da una famiglia notabile alsaziana: suo padre è Henri Reber, Cancelliere del Tribunale di Commercio, e sua madre è Elisabeth Weissbeck.

Il giorno in cui la città di Mulhouse viene riunita alla Francia (nel 1798), nasce sua sorella Henriette; alla quale verrà dedicata la rue Henriette, nel Centro Storico cittadino.
In tale città, i Reber presenziano dal tempo dello scabino Johann Reber (1575-1624).

Napoléon Henri Reber studia al Conservatorio di Parigi con Reicha e Lesueur.

Compone la Musica da Camera e musica gli ultimi poemi dei migliori autori francesi.

Orchestra il terzo movimento della “Marcia funebre della Sonata n. 2” di Fryderyk Chopin, eseguita nel 1849 al funerale del musicista polacco.

1851: è Professore d’Armonia al Conservatorio parigino e

nel 1853, viene eletto al posto di Onslow all’ “Académie des Beaux-Arts”.

Dal 1862, è Professore di Composizione, ma diventa Ispettore del Conservatorio nel 1871.

Scrive un “Trattato d’Armonia” (1862).

La tomba di Napoléon Henri Reber si trova al Cimitero di Père Lachaise.

 

Composizioni:

Quartetto d’archi n. 1 (1832)
Quartetto d’archi n. 2 (1832)
Quartetto d’archi n. 3 (1832)
À l’orient (corale 1834)
Quintetto per pianoforte e archi op. 1 (1836-1837)
Trio n. 1 (1836-1837)
Trio n. 2 (1840)
Le diable amoureux (balletto 1840)
La nuit de Noël (opera lirica 1848)
Le père Gaillard (opera lirica 1852)
Les papillotes de Monsieur Benoist (opera lirica 1853)
Les dames capitaines (opera lirica 1857)
Sinfonia n. 1 (1858)
Sinfonia n. 2 (1858)
Sinfonia n. 3 (1858)
Sinfonia n. 4 (1858)
Trio n. 3 (1862)
Trio n. 4 (Trio-Sérénade) (1864)
Trio n. 5 (1872)
Trio n. 6 (1876)
Trio n. 7 (1880)
Varie melodie su testi di Tebaldo di Champagne, Carlo d’Orléans, Marot, Malherbe, Corneille, Desbordes-Valmore, Bertin, Hugo.

 

Battuto al computer da Lauretta

 

 

Napoléon Henri Reber:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Nhr.jpg

 

File:Nhr.jpg

 

 

MAURICE RAVEL

Joseph Maurice Ravel nasce a Ciboure (città basca vicino a Biarritz, a 18 chilometri dal confine spagnolo) il 7 marzo 1875 e muore a Parigi il 28 dicembre 1937.

E’ un Compositore, Pianista e Direttore d’Orchestra francese.

Con Claude Debussy, spesso è stato collegato all’ “Impressionismo”, anche se entrambi i musicisti respingono la cosa.
Il “Boléro”: è il suo brano più celebre per orchestra e si richiama al genere musicale spagnolo del “Bolero”.
Riguardo al suo “Boléro”, così Ravel lo descrive: «Non c’è forma propriamente detta, non c’è sviluppo, non c’è o non c’è quasi modulazione. Com’è possibile che questo brano sia così amato, quando in realtà non c’è musica?».

Da evidenziare che le orchestrazioni di Ravel sono da apprezzare in modo particolare per l’utilizzazione delle diverse sonorità e per la complessa strumentazione.

Anni 1920 e 1930: Ravel è ritenuto il più grande compositore vivente della Francia, a livello internazionale.

.

Giovinezza di Ravel:

La sua famiglia è amante della Musica, per cui Ravel frequenta la più importante Scuola di Musica Francese, il Conservatorio di Parigi, dove non è ben considerato dalla sua Istituzione conservatrice e il cui comportamento di prevenzione, verso di lui, genera uno scandalo.

Ravel, lasciato il Conservatorio, imbocca la strada della composizione, sviluppando grande chiarezza, inserendo elementi di Modernismo, Barocco, Neoclassicismo e, nelle sue opere successive, di Jazz.
La sperimentazione della forma musicale si nota molto in “Boléro” (del 1928), dove la ripetizione prende il posto dello sviluppo; inoltre, arrangia a mezzo di orchestra la musica di altri compositori, tra i quali è famosa l’orchestrazione di “Quadri di un’esposizione” di Musorgskij del 1922.

Ravel lavora lentamente e scrupolosamente, compone meno pezzi di molti suoi contemporanei e, tra i suoi lavori entrati in repertorio, figurano brani per Pianoforte, Musica da Camera, due Concerti per Pianoforte, Musica per Balletto, due Opere e otto Cicli di Canzoni; però, non scrive Sinfonie o Musica Sacra.
Molte delle sue composizioni sono in due versioni: prima composizione per pianoforte e, poi, orchestrazione.
Secondo quanto constatato: < Parte della sua musica per pianoforte, come “Gaspar de la nuit” (1908), è eccezionalmente difficile da suonare e le sue complesse opere orchestrali come “Daphnis et Chloé” (1912) richiedono un abile equilibrio nell’esecuzione >.

Ravel è tra i primi compositori che si rendono conto della capacità reale delle registrazioni per portare la sua musica alla conoscenza di un pubblico maggiore.
Dagli anni 1920: pur essendo la tecnica limitata come Pianista o Direttore d’Orchestra, partecipa alle registrazioni di parecchi suoi lavori, ma altri vengono eseguiti sotto la sua supervisione.

 

Primi anni di Ravel:

Suo padre è Pierre-Joseph Ravel: è un ingegnere colto e di successo, un inventore e un produttore, nato a Versoix, vicino al confine franco-svizzero.
Sua madre, Marie (nata Delouart), è di origini basche, ma è cresciuta a Madrid.
XIX secolo: Joseph la sposa nonostante lei sia al di sotto del proprio status.
Infatti, Marie è illegittima e appena istruita, però il matrimonio si rivela felice.

Alcune delle invenzioni di Papà Ravel ottengono successo: un primo motore a combustione interna e
< una famigerata macchina da circo, il “Whirlwind of Death”, un “Giro della Morte” che fu una grande attrazione fino a un incidente mortale al Circo “Barnum e Bailey”, nel 1903 >.

I genitori di Ravel appartengono alla Religione Cattolica Romana e Marie è una libera pensatrice, particolare biologico ereditato da Maurice.

Sei giorni dopo la sua nascita, Maurice viene battezzato nella Chiesa Parrocchiale di Ciboure.

Tre mesi dopo, la famiglia si trasferisce a Parigi, dove nasce il secondo figlio, Édouard, che diventerà ingegnere come il padre e a cui Maurice rimarrà legato.

Particolarmente devoto alla madre, l’eredità basca-spagnola influenza Maurice, la sua vita e la sua musica: infatti, tra i suoi primi ricordi trovano posto canzoni popolari che lei gli cantava quando era piccolo.
Pur non essendo una casa ricca, l’ambiente domestico è caldo e funzionale e i due ragazzi trascorrono l’infanzia felice.

Papà Ravel è felice di portare i suoi figli nelle fabbriche a vedere gli ultimi dispositivi meccanici, ma possiede anche un vivo interesse per la Musica e la Cultura in generale.

All’età di sette anni, Ravel inizia a prendere le lezioni di Pianoforte da Henri Ghys, un amico di Emmanuel Chabrier.
1887: cinque anni dopo, inizia gli studi di Armonia, Contrappunto e Composizione con Charles-René, allievo di Léo Delibes.
Non è un bambino prodigio, ma un ragazzo eccezionalmente portato per la Musica.
Charles-René scopre che la Musica di Ravel è cosa naturale, per lui, “e non, come nel caso di tanti altri, il risultato di uno sforzo”.
A questo periodo, risalgono le prime composizioni conosciute di Ravel e, a noi, arrivate solo in forma frammentaria: “Variazioni su un Corale di Schumann”, “Variazioni su un tema di Grieg” e un “Unico movimento di una Sonata per Pianoforte”.

1888: Ravel conosce il giovane Pianista Ricardo Viñes, che diventa amico per tutta la vita, uno dei principali interpreti dei suoi lavori e un importante collegamento tra Ravel e la Musica Spagnola.
I due sono concordi sull’apprezzare Wagner, la Musica Russa e gli scritti di Poe, Baudelaire e Mallarmé.
1889: a proposito di Musica Russa, all’Esposizione Universale di Parigi, Ravel è colpito dai nuovi Concerti Sinfonici russi diretti da Nikolai Rimsky-Korsakov (cosa duratura su Ravel e su Claude Debussy) e dal sound esotico del “gamelan” giavanese, udito sempre durante l’Esposizione.

Idem, 1889: Émile Decombes subentra come Insegnante di Pianoforte di Ravel e, nello stesso anno, Ravel – per la prima volta – si esibisce pubblicamente.

All’età di quattordici anni, alla “Salle Érard”, partecipa ad un Concerto assieme ad altri allievi di Decombes, tra cui Reynaldo Hahn e Alfred Cortot.

 

Al Conservatorio di Parigi:

Ravel è incoraggiato dai genitori verso lo studio della Musica, per cui inoltra domanda per entrare nel Conservatorio di Parigi, il più importante Istituto Musicale Francese.

Novembre 1889: supera l’esame di Ammissione alla Classe Preparatoria di Pianoforte tenuta da Eugène Anthiome, eseguendo musica chopiniana.

1891: Ravel vince il Primo Premio al Concorso per Pianoforte del Conservatorio, ma non si distinguerà come studente.
Questo è un periodo di grande progresso nello sviluppo come compositore e il Musicologo Arbie Orenstein scrive che gli anni 1890, per Ravel, sono un lasso di tempo “di immensa crescita… dall’adolescenza alla maturità”.

1891: per quanto riguarda il Pianoforte, Ravel passa alle Classi di Charles-Wilfrid de Bériot; per quanto concerne l’Armonia, passa alle Classi di Émile Pessard.
I progressi sono molto buoni, c’è un grande incoraggiamento da Bériot ma, secondo la studiosa musicale Barbara L. Kelly, “gli si poteva insegnare solo alle sue condizioni”.
Il suo Insegnante seguente, Gabriel Fauré lo capisce molto bene, ma l’atteggiamento tradizionalista del Conservatorio degli anni 1890 non è accettabile.
1895: non avendo più vinto premi, Ravel viene espulso da tale Conservatorio.
Per sopravvivere, in questo periodo da studente, compone le sue prime opere: “Sérénade grotesque, per pianoforte”, e “Ballade de la Reine morte d’aimer”, una melodia creata su una poesia di Roland de Marès (entrambi del 1893).

Ravel non si mostra mai uno studente diligente come i compagni Viñes e Cortot: come Pianista non sarebbe mai alla loro altezza, ma lui desidera diventare un compositore e, infatti, da quel momento, si concentra sulla Composizione.
Tra le opere di quel periodo, si citano le Canzoni “Un grand sommeil noir” e “D’Anne jouant de l’espinette” su versi di Paul Verlaine e Clément Marot, e le ‘ Pièces per Pianoforte “Menuet antique e Habanera” ‘ (a quattro mani); quest’ultima verrà incorporata nella “Rapsodie espagnole”.
In tale periodo, Joseph Ravel presenta il figlio a Erik Satie, che si guadagna da vivere come pianista di “Café” e, come Debussy e altri, Ravel è uno dei primi musicisti che riconosceranno l’originalità e il talento di Satie (i cui costanti esperimenti nella forma musicale ispirano Ravel, che li considera “di inestimabile valore”).

 

Gabriel Fauré, insegnante e sostenitore di Ravel:

1897: Ravel viene riammesso al Conservatorio, dove studia Composizione con Fauré e prende lezioni private di Contrappunto da André Gedalge.
Fra i due insegnanti, Fauré, in particolare, ha un’alta considerazione di lui, ma sono entrambi che influenzano basilarmente la sua crescita come compositore.

Al Conservatorio, Ravel subisce l’ostilità del Direttore, Théodore Dubois, che non accetta la sua visione musicalmente e politicamente progressista, diventando “un bersaglio, contro il quale tutte le armi sono buone”.

Mentre studia con Fauré, compone opere-base fra cui l’Ouverture “Shéhérazade”, “Ouverture de féerie” e una “Sonata per violino”, ma non vince Premi per cui, nel 1900, viene espulso nuovamente ma, come ex studente, è autorizzato a frequentare le lezioni di Fauré come “auditeur” non partecipante; dopodiché, nel 1903, abbandona definitivamente il Conservatoire.

1899: Ravel compone il suo primo pezzo (che diventerà molto conosciuto), ossia “Pavane pour une infante défunte” (“Pavane per una principessa morta”) che, in origine, è un lavoro per Pianoforte Solista, commissionato dalla Princesse de Polignac.

1897: dirige la prima esecuzione dell’ Ouverture “Shéhérazade”, che viene accolta con fischi e applausi, oltre a recensioni della Critica non molto buone.

Sin dall’inizio, Ravel sembra indifferente al biasimo o all’elogio e, chi lo conosce bene, crede fermamente che questo sia un atteggiamento assolutamente genuino, in quanto sa di essere perfezionista e severamente autocritico.

 

Les Apaches e Debussy:

1900 circa: Ravel e una serie di giovani Artisti, Poeti, Critici e Musicisti innovativi creano un Gruppo informale e diventano famosi come “Les Apaches” (“I Teppisti”), un nome coniato da Viñes per rappresentare il loro status di “emarginati artistici”.
Si incontrano regolarmente fino all’inizio della Prima Guerra Mondiale e i membri usano argomenti intellettuali e rappresentazioni delle loro opere e, a volte, includono Igor’ Stravinskij, Manuel de Falla e i loro amici francesi.

La musica di Debussy entusiasma “Gli Apaches” e Ravel, più giovane di lui di dodici anni, lo conosce un po’ dal 1890 continuando un’amicizia mai veramente stretta, ma tenuta per più di dieci anni.
1902: André Messager dirige la prima dell’opera “Pelléas et Mélisande” di Debussy, all’ “Opéra-Comique”, condividendo le opinioni musicali debussiane .
Inutilmente, Dubois proibisce agli studenti del Conservatorio di partecipare e Camille Saint-Saëns – amico del Direttore ed ex insegnante – è il primo a detestare il pezzo.
Gli “Apaches” sono sostenuti fortemente e la prima esecuzione dell’opera consiste in quattordici spettacoli: Ravel partecipa a ciascuno di essi.

Debussy è considerato un compositore “impressionista” (definizione che non gli piace affatto) anche dallo stesso Ravel e molti appassionati di Musica cominciano a definire così anche Ravel, tanto che le opere dei due compositori spesso sono considerate un solo genere, nonostante Orenstein osserva che Debussy è più spontaneo e disinvolto nelle sue composizioni, mentre Ravel è più attento alla forma ed alla fattura.

Inizi 1900: tra le nuove opere di Ravel, presenziano il Pezzo per Pianoforte “Jeux d’eau” (1901), il “Quartetto per archi” e il Ciclo di canzoni Orchestrali “Shéhérazade” (entrambi del 1903).

Intorno alla metà del primo decennio del 1900, per motivi musicali e forse personali, Ravel e Debussy troncano i rapporti amichevoli, per cui i loro ammiratori formano fazioni, con i seguaci di un compositore che denigra l’altro.
Come anti-Ravel, spicca il Critico Lalo, e la tensione pubblica provoca un allontanamento personale.

1904: altro motivo di dissapori è dato dal fatto che Debussy lascia sua moglie, Lily Texier, e va a convivere con Emma Bardac.
Ravel, insieme a Misia Edwards ed a Lucienne Bréval, la Star dell’ “Opéra”, contribuiscono ad un modesto e regolare reddito per “Lily, abbandonata” e che tenta il suicidio sparandosi un colpo di pistola: motivo che, secondo Nichols, potrebbe essere un’irritazione per suo marito.

Scandalo e successo:

Inizi 1900: Ravel tenta cinque volte di vincere il prestigioso “Prix de Rome” per compositori che, in passato, era andato a Berlioz, Gounod, Bizet, Massenet e Debussy.
1900: Ravel viene eliminato al primo turno.
1901: vince il Secondo Premio della gara.
1902 e 1903: non vince e, secondo il musicologo Paul Landormy < i giudici sospettavano che Ravel si prendesse gioco di loro presentando cantate così accademiche da sembrare parodie >.
1905: il trentenne Ravel partecipa per l’ultima volta, destando un grandissimo entusiasmo. Viene eliminato al primo turno; l’indignazione della stampa cresce quando si viene a sapere che il Professore Senior del Conservatorio, Charles Lenepveu, fa parte della Giuria e che solo i suoi studenti sono stati selezionati per il turno finale, per cui la sua insistenza sul fatto che si tratti di pura coincidenza non viene accolta bene.
“L’affaire Ravel” diventa uno scandalo nazionale, causando il pensionamento anticipato di Dubois e la sua sostituzione con Fauré, incaricato dal Governo di effettuare una radicale riorganizzazione del Conservatorio.

Così ci viene riferito: < Tra quelli che si interessavano molto alla controversia c’era Alfred Edwards, proprietario ed editore di “Le Matin”, per il quale Lalo scriveva.
Edwards era sposato con Misia, l’amica di Ravel; la coppia portò Ravel in una crociera di sette settimane sul Reno, sul loro yacht, nel giugno e luglio 1905: Ravel, per la prima volta, viaggiava all’Estero >.

Ravel crea un modello di scrittura di composizioni per pianoforte che, in seguito, arrangia per orchestra completa e, da lavoratore lento e scrupoloso, rielabora le sue prime composizioni per pianoforte, cosa che gli permette di aumentare il numero di brani pubblicati ed eseguiti, ma senza motivo venale: infatti, Ravel è indifferente alle questioni finanziarie.
I brani che iniziano come Composizioni per Pianoforte, poi eseguiti in forma orchestrale sono “Pavane pour une infante défunte” (orchestrato nel 1910), “Une barque sur l’océan” (1906, dalla “Suite per pianoforte Miroirs” del 1905), la sezione “Habanera” della “Rapsodie espagnole” (1907-1908), “Ma Mère l’Oye” (1908–1910, orchestrata nel 1911), “Valses nobles et sentimentales” (1911, orchestrata nel 1912), “Alborada del gracioso” (da “Miroirs”, orchestrata nel 1918) e “Le tombeau de Couperin” (1914–1917, orchestrata nel 1919).
Altre opere, come “La Valse”, vengono composte prima, per orchestra, e trascritte poi da Ravel come “lavori per pianoforte” (spesso, “a quattro mani”).

 

Ralph Vaughan Williams, uno dei pochi Allievi di Ravel:

Ravel ha l’inclinazione per insegnare, ma impartisce lezioni a pochi giovani musicisti che giudica possedere talento, verso i quali è molto esigente: Manuel Rosenthal è uno di loro.
Infatti, Ravel si comporta come Fauré, il suo Insegnante: < I suoi allievi devono trovare la propria voce individuale e non devono essere molto influenzati dai Maestri affermati >.

Quando, negli Anni Venti, George Gershwin gli chiede lezioni, Ravel, dopo avere riflettuto seriamente, rifiuta, convinto che “probabilmente lo avrebbe indotto a scrivere come un cattivo Ravel e avrebbe perduto il suo grande dono di melodia e spontaneità”.

Il musicista più noto che studia con Ravel, probabilmente, è Ralph Vaughan Williams, suo allievo per tre mesi nel periodo 1907-1908: infatti, Vaughan Williams ricorda che Ravel lo aiuta a fuggire dalla ‘ pesante modalità contrappuntistica teutonica … “Complexe, mais pas compliqué” è il suo motto” ‘.

I ricordi di Vaughan Williams fanno conoscere un po’ la vita privata di Ravel, la cui personalità chiusa e riservata, provoca molte speculazioni:
. Vaughan Williams, Rosenthal e Marguerite Long documentano che Ravel frequenta i bordelli e, per molto tempo, la causa di questo comportamento sarebbe una reazione al suo nervosismo nei confronti delle donne, per via dell’essere consapevole circa la sua bassa statura.
. Secondo altri racconti (non si sa bene), Ravel è innamorato di Misia Edwards, o vuole sposare la violinista Hélène Jourdan-Morhange.
. Secondo Rosenthal: Ravel, uno scapolo permanente, potrebbe essere omosessuale.
Anno 2000: biografia di Ravel di Benjamin Ivry dove tale speculazione è presente ma, studi successivi, traggono la conclusione che la sessualità e la vita personale di Ravel rimangono un mistero.

1909: fuori dalla Francia, si tiene Il primo concerto di Ravel.
Come ospite dei coniugi Williams, visita Londra, dove suona per la “Société des Concerts Français”, dove ottiene successo e migliora la sua crescente fama nell’ambito internazionale.

 

Il periodo dal 1910 alla Prima Guerra Mondiale:

1871: viene fondata la “Société Nationale de Musique”, per incoraggiare la musica dei nuovi compositori francesi e, dalla metà del 1880, è sotto il dominio di una fazione conservatrice guidata da Vincent d’Indy.
Ravel, con altri ex allievi di Fauré, fonda una nuova organizzazione modernista, la “Société Musicale Indépendente”, di cui Fauré è Presidente.
20 aprile 1910: viene tenuto il Concerto Inaugurale con i sette brani del programma che comprendono le anteprime del Ciclo di canzoni di Fauré “La chanson d’Ève”, il “Brano per Pianoforte d’un cahier d’esquisses” di Debussy, “Six Pièces pour piano” di Zoltán Kodály e la versione originale del Duo per Pianoforte di “Ma Mère l’Oye” di Ravel.
Tra gli interpreti: Fauré, Florent Schmitt, Ernest Bloch, Pierre Monteux e, nel lavoro di Debussy, Ravel.

1911: viene rappresentata per la prima volta la prima delle due opere di Ravel, la Commedia in un atto “L’Heure espagnole”, lavoro completato nel 1907, ma rimandato varie volte da Albert Carré, il Direttore dell’ “Opéra-Comique”.
Teme che la farsa da “camera da letto” verrebbe accolta male da madri e figlie ultra rispettabili: una parte importante del pubblico dell’ “Opéra-Comique”.
Il successo, alla sua prima produzione, è modesto e, solamente negli Anni Venti, diventa popolare.

1912: in anteprima, Ravel rappresenta tre balletti, il primo di cui è sulla versione orchestrata ed ampliata di “Ma mère l’Oye” e debutta al “Théâtre des Arts”, in gennaio, con recensioni eccellenti (per il “Mercure de France”, la partitura è “assolutamente incantevole, un capolavoro in miniatura”).
Entra presto nel repertorio concertistico, viene dato alla “Queen’s Hall” di Londra, a poche settimane dalla prima di Parigi, e viene ripetuto ai “Proms” più tardi, nello stesso anno.
“The Times” elogia “la magia del lavoro… l’effetto di un miraggio, per cui qualcosa di assolutamente reale sembra galleggiare nel nulla”.
Idem, 1912: anche per il pubblico neworkese c’è ascolto.

1912: il secondo balletto raveliano è “Adélaïde ou le langage des fleurs”, ballato sulla musica di “Valses nobles et sentimentales”, che esordisce, in aprile, al “Châtelet”.
Sempre al “Chatelet”, in giugno, debutta “Daphnis et Chloé” e, per questo suo lavoro orchestrale più ampio, affronta grandi problemi, oltre a necessitare vari anni per completarlo.
Tale balletto, nel 1909, gli viene commissionato dall’impresario Sergej Djagilev per la sua compagnia, i “Ballets Russes”.
A questo punto, Ravel inizia a lavorare con il Coreografo di Diaghilev, Michel Fokine, che ha raggiunto la fama per il suo accostamento moderno alla Danza, con numeri individuali sostituiti da musica continua.
Lavora anche con lo scenografo Léon Bakst.

Nonostante i frequenti disaccordi tra Ravel e Fokine, per la prima, si verificano poche prove generali a causa del completamento tardivo del lavoro, mentre l’accoglienza è poco entusiasta, per cui il balletto viene subito ritirato e verrà ripreso un anno dopo a Monte Carlo e a Londra, ottenendo successo.
Lo sforzo per completare il balletto si ripercuote sulla salute di Ravel, provocandogli un esaurimento nervoso che lo obbliga a riposare per diversi mesi seguiti alla “prima”.

1913: Ravel compone poco, ma collabora con Stravinskij per la messa in scena di una versione dell’opera incompiuta “Khovanshchina” di Musorgskij.
Tra i suoi lavori si ricordano i “Trois poèmes” di Mallarmé “per Soprano e Ensemble da Camera” e “Due brevi pezzi per Pianoforte: “À la manière de Borodine” e “À la manière de Chabrier”.

Idem, 1913: Ravel e Debussy sono fra i musicisti presenti alla “prima” de “La Sagra della Primavera” di Igor Stravinskij che, in seguito, dirà che Ravel < è stata l’unica persona che ha capito immediatamente la musica >; Ravel che, comunque, sostiene che la “prima” della “Sagra” è un evento di importanza storica pari a quello di “Pelléas et Mélisande”.

 

La guerra:

1914: la Germania invade la Francia e Ravel tenta di entrare nell’Aeronautica francese grazie alla sua piccola statura e al suo peso leggero, particolari ideali per un aviatore; Ravel che viene respinto a causa dell’età e di un lieve disturbo cardiaco.
In attesa di arruolamento, Ravel compone “Trois Chansons” (suo unico lavoro per “Coro a Cappella”), sulla base di propri testi, scritti nella tradizione delle “Chansons francesi del XVI secolo” e, tali “Tre canzoni” le dedica a persone che avrebbero potuto aiutarlo ad arruolarsi.
Marzo 1915: all’età di quarant’anni, dopo vari tentativi di arruolamento, Ravel entra nel “Tredicesimo Reggimento di Artiglieria” come Camionista.
Stravinskij lo ammira per il suo coraggio: “Alla sua età e con il suo nome avrebbe potuto avere un posto più facile, o non fare nulla”.
Ravel corre un pericolo mortale attraverso i compiti affidatigli: si tratta di trasportare munizioni di notte, sotto pesanti bombardamenti tedeschi e, contemporaneamente, è preoccupato per la salute di sua madre che peggiora.
Però, lo stesso Ravel soffre di insonnia e problemi digestivi, oltre a subire un’operazione intestinale a seguito di dissenteria amebica (nel settembre 1916), e a soffrire di congelamento ai piedi durante l’inverno seguente.

Durante la Guerra, Saint-Saëns, Dubois, d’Indy e altri, formano la “Ligue Nationale pour la Defense de la Musique Française”, tenendo una campagna per vietare l’esecuzione della musica tedesca contemporanea.
1916: Ravel rifiuta di unirsi, dicendo al Comitato della Lega che “Sarebbe pericoloso per i compositori francesi ignorare sistematicamente le produzioni dei loro colleghi stranieri e costituirsi quindi in una sorta di consorteria nazionale: la nostra arte musicale, che è così ricca nel momento attuale, degenererebbe presto, rimanendo isolata in formule banali”.
Risposta della Lega: la musica di Ravel viene vietata dai suoi Concerti.

Gennaio 1917: la madre di Ravel muore, provocando al musicista “un’orribile disperazione” che aggrava l’angoscia verso la sofferenza subita dalla gente del suo Paese durante la Guerra, nei cui anni, compone alcune opere.
Tra il 1914 e il 1917: la sua opera più importante, “in tempo di Guerra” è costituita da “Le tombeau de Couperin”; lavoro che celebra la tradizione di François Couperin, il compositore francese vissuto nel XVIII secolo, secondo cui, ogni movimento è dedicato ad un amico di Ravel morto in Guerra.

 

Anni ’20:

Periodo post-bellico: le persone vicine a Ravel si rendono conto che ha perso gran parte della sua resistenza fisica e mentale e, secondo il Musicologo Stephen Zank, < l’equilibrio emotivo di Ravel, così duramente piegato nel decennio precedente, era stato seriamente compromesso >.
Infatti, la sua non molta produzione cala ma, dopo la morte di Debussy (1918), in Francia e all’Estero, Ravel viene considerato, il principale compositore francese del periodo.
Fauré gli scrive: “Sono più felice di quanto tu possa immaginare della solida posizione che occupi e che hai acquisito in modo così brillante e così rapido. È una fonte di gioia e di orgoglio per il tuo vecchio professore”.

1920: a Ravel, viene offerta la “Legione d’Onore” (che rifiuta).
Viene giudicato dalla nuova generazione di compositori – rappresentata dai protégés di Satie – “Les Six” – come una figura importantissima.
E’ importante citare che Satie “attacca” Ravel, commentando: “Ravel rifiuta la Legion d’Onore, ma tutta la sua musica la accetta”, ma Ravel continua ad ammirare le prime musiche di Satie e riconosce sempre l’influenza che l’uomo più anziano ha giocato sul suo stesso sviluppo.
Ravel “vede” bene “Les Six”, appoggiando la loro musica e difendendola dagli attacchi dei giornali, ritenendo la loro reazione naturale e preferibile a che possano copiare il suo stile.

Per mezzo della “Société Musicale Indépendente”, incoraggia “Les Six” e i compositori di altri Paesi: Aaron Copland, Virgil Thomson e George Antheil, Vaughan Williams e i suoi colleghi inglesi Arnold Bax e Cyril Scott.

Orenstein e Zank riconoscono che Ravel, con una media di una sola composizione all’anno, comprende alcune delle sue opere più belle.

1920: termina “La Valse”, in risposta ad una commissione di Diaghilev.
Per alcuni anni, ha lavorato ad intermittenza, progettando un Pezzo da Concerto: < Una sorta di apoteosi del valzer viennese, mescolato con, nella mia mente, l’impressione di un fantastico, vortice fatale >.
Diaghilev lo respinge, dicendo: “È un capolavoro, ma non è un balletto. È il ritratto di un balletto”.
Ravel venuto a sapere del giudizio di Diaghilev, non protesta, lascia perdere e non ha più rapporti con lui, dopodiché Nichols commenta che Ravel ha la soddisfazione di vedere il balletto messo in scena due volte da altri Dirigenti prima della morte di Diaghilev.

Novembre 1920: un balletto danzato sulla versione orchestrale di “Le tombeau de Couperin” viene rappresentato al “Théâtre des Champs-Élysées” e, a dicembre, segue la “prima” de “La Valse”.

1921: all’ “Opéra” di Parigi, l’anno seguente, “Daphnis et Chloé” e “L’heure espagnole” sono ripresi con successo.

Dopoguerra: si ha una reazione contro le composizioni di vaste dimensioni di Compositori come Gustav Mahler e Richard Strauss, per cui Stravinskij, la cui “La Sagra della Primavera” è stata scritta per un’orchestra grande, comincia a lavorare su scala molto più piccola.
1923: La partitura del balletto “Les noces” è scritta per voci e ventuno strumenti.
Ravel, nonostante l’inizio di deterioramento dei rapporti di amicizia con Stravinskij, scrive in una sua lettera del 26 giugno 1923, che è entusiasta del lavoro in sintonia con la moda del “dépouillement” (lo “spogliamento” della stravaganza prebellica per rivelare gli elementi essenziali).
Anni Venti: parecchi suoi lavori hanno una struttura molto più sobria dei pezzi precedenti e, influenze su di lui, le esercitano il Jazz e l’atonalità.
Ravel preferisce il “Jazz” alla “Grand-Opéra e la sua influenza si può ascoltare nella sua musica successiva.

Idem, Anni 1920: altre opere importanti sono l’arrangiamento orchestrale della Suite per Pianoforte “Quadri di un’esposizione di Mussorgsky” (1922), l’Opera “L’Enfant et les sortilèges” su libretto di Colette (1926), “Tzigane” (1924) e la “Sonata per Violino” (1927).

Per Ravel, la vita cittadina diventa faticosa, per cui si trasferisce in campagna.

Maggio 1921: si stabilisce a “Le Belvédère, una casetta alla periferia di Montfort-l’Amaury, a 50 chilometri ad Ovest di Parigi, nel dipartimento di Yvelines.
Ravel viene accudito dalla signora Revelot, una governante “fedele”, e vive lì per la sua vita restante.
A “Le Belvédère”, Ravel compone e pratica giardinaggio, quando non va a Parigi o all’Estero per tenere dei Concerti.
Anni 1920: le sue tournées aumentano notevolmente per via dei Concerti in Gran Bretagna, Svezia, Danimarca, Stati Uniti, Canada, Spagna, Austria e Italia.

La vita in America:

1928: in Nord America, Ravel intraprende una tournée di quattro mesi, dove suona il Piano e dirige Orchestre.
La sua retribuzione è garantita per un minimo di $10.000 e una fornitura continuata di sigarette “Gauloises”.

Ha occasione di esibirsi in venticinque città con molte delle più importanti orchestre di Canada e Stati Uniti, il cui pubblico dimostra entusiasmo e le critiche sono molto buone.

A New York: durante un programma “Tutto-Ravel”, diretto da Serge Koussevitzky, mentre il compositore prende posto, tutto il pubblico si alza in piedi ed applaude, lasciando Ravel toccato da questo gesto spontaneo che osserva: “Sapete, questo non mi succede, a Parigi”.

Questa tournée segna l’apice della fama internazionale di Ravel e Orenstein nota che il musicista elenca i suoi momenti salienti non musicali: una visita alla casa di Poe, a New York; escursioni alle Cascate del Niagara ed al Grand Canyon.
Ravel non si lascia impressionare dalla sua nuova fama internazionale e riconosce che l’entusiasmo recente dei Critici non ha maggiore importanza dei loro primi giudizi, quando lo avevano definito “l’esempio più perfetto di insensibilità e mancanza di emozione”.

E’ da citare l’importante particolare secondo il quale Ravel rimane affascinato < dal dinamismo della vita americana, dalle sue grandi città, dai suoi grattacieli e dalla sua tecnologia avanzata > e che è colpito < dal suo “Jazz”, dagli “Spiritual” degli Afroamericani e dall’eccellenza delle Orchestre Americane (ma la cucina americana è tutta un’altra cosa) >.

“Boléro”:

Sempre, negli Anni 1920: la sua ultima composizione terminata è “Boléro”, la composizione che diventa il suo lavoro più famoso.
E’ una commissione per la Compagnia di Balletto di Ida Rubinstein; il brano diventa un successo di massa che lascia Ravel sorpreso, e non molto contento.
Alla “première”, un’anziana signora del pubblico esclama: “Voi siete pazzo!”; Ravel constata: “Quella vecchia signora ha capito il messaggio!”.

Tale lavoro viene reso popolare dal Direttore d’Orchestra Arturo Toscanini e viene registrato centinaia di volte ed è conosciuta la polemica sorta fra Ravel e lo stesso Toscanini dopo che il celebre Direttore < dirige il “Boléro” a New York, in prima esecuzione, il 4 maggio 1930, affrettando esageratamente il tempo e allargando il movimento nel finale >.
Ravel ricorda a Toscanini che la sua opera va eseguita con un unico tempo dall’inizio alla fine e nessuno può prendersi certe libertà.
Quando il Direttore gli risponde: “Se non la suono a modo mio, sarà senza effetto”, Ravel gli dice: “I virtuosi sono incorreggibili, sprofondati nelle loro chimere come se i compositori non esistessero”.

Da allora, tantissimi Direttori vogliono cimentarsi, non sempre con risultati eclatanti.
< L’autore aveva dato indicazioni precise sull’esecuzione del suo lavoro: “Mi auguro vivamente che nei riguardi di quest’opera non ci siano malintesi. Essa rappresenta un esperimento di una direzione particolarissima e limitata… Dopo la prima esecuzione ho fatto preparare un avviso in cui si avvertiva che il brano da me composto durava diciassette minuti.”

Ravel dice ad Arthur Honegger, uno de “I Sei” (“Les Six”), < Ho scritto un solo capolavoro: “Boléro”. Sfortunatamente non c’è musica in esso >.

 

Ultimi anni:

Inizio degli Anni Trenta: Ravel sta lavorando a due Concerti per Pianoforte e completa, per primo, il “Concerto per Pianoforte in re maggiore per la mano sinistra”.
Tale concerto gli viene commissionato dal Pianista austriaco Paul Wittgenstein che, purtroppo, ha perso il braccio destro durante la Guerra, per cui Ravel si sente incoraggiato dalle sfide tecniche del progetto: < In un’opera di questo tipo è essenziale dare l’impressione di una struttura non più esile di quella di una parte scritta per entrambe le mani >.
Ravel, non abbastanza abile da eseguire il lavoro con la sola mano sinistra, lo dimostra suonandolo con entrambe le mani.
All’inizio, Wittgenstein rimane deluso dal brano ma, dopo un lungo studio, ne resta affascinato e lo definisce un grande lavoro.
Gennaio 1932: lo presenta per la prima volta a Vienna, ottenendo un successo immediato; dopodiché, l’anno successivo, a Parigi, lo esegue sotto la direzione di Ravel.
Da segnalare: il critico Henry Prunières scrive: < Dalle battute di apertura siamo immersi in un mondo in cui Ravel ci ha introdotto solo raramente >.

Anno seguente: Ravel termina il “Concerto per Pianoforte in sol maggiore” e, nel
gennaio 1932, viene eseguito dalla solista Marguerite Long che riceve molti elogi per la partitura di Ravel, anche se non proprio per la sua direzione.
Marguerite Long, dedicataria, suona il Concerto in più di venti città europee, sotto la direzione di Ravel.
Progettano di registrarlo insieme ma, durante le sessioni, Ravel ritiene di supervisionare i procedimenti, dirottando la Direzione a Pedro de Freitas Branco.

Anni finali:

Ultimi anni: perde gradualmente la memoria e alcune capacità coordinatorie, essendone ben consapevole.

Ottobre 1932: in un incidente di taxi, Ravel riceve un colpo alla testa, ma la lesione non risulta grave all’epoca però, in uno studio condotto per il British Medical Journal nel 1988, il Neurologo R.A. Henson giunge alla conclusione che potrebbe aver aggravato una condizione cerebrale già esistente.
1927: già, gli amici intimi, sono preoccupati per l’aumento di distrazione di Ravel.
1933: dopo un anno dall’incidente, iniziano sintomi che sembrano un’afasia.
Prima dell’incidente, inizia a lavorare alla musica per un film, “Don Chisciotte” (1932), ma non può rispettare il programma di produzione, per cui Jacques Ibert scrive la maggior parte della partitura.
Per tale film, Ravel completa tre canzoni per baritono e orchestra che vengono pubblicate come “Don Quichotte à Dulcinée” con la partitura orchestrale del manoscritto scritta a mano da Ravel, ma nell’aiuto-trascrizione di Lucien Garban e Manuel Rosenthal.

1935: dopo quanto sopra, Ravel non compone più nulla e riesce solamente a realizzare ancora l’orchestrazione di “Ronsard à son âme”.

Non si conosce esattamente la natura della sua malattia; gli specialisti escludono un tumore e sospettano demenza frontotemporale, malattia di Alzheimer e malattia di Creutzfeldt-Jakob.
Nonostante non possa più scrivere Musica o esibirsi, fisicamente e socialmente, Ravel è attivo fino all’ultimo e Henson si rende conto che Ravel ha conservato la maggior parte o tutte le sue immagini uditive e può ancora sentire la Musica, nella sua testa.

1937: Ravel comincia a soffrire di dolori, per cui viene esaminato da Clovis Vincent, un noto neurochirurgo parigino che suggerisce il trattamento chirurgico.
Secondo tale luminare, è improbabile un tumore e si aspetta di trovare una dilatazione ventricolare a cui la Chirurgia può impedire di progredire.
Edouard, il fratello di Ravel, accetta questo consiglio e, dopo l’intervento chirurgico, sembra che si manifesti un miglioramento ma, purtroppo, dopo poco, cade in coma.
28 dicembre 1937: muore all’età di 62 anni.
30 dicembre 1937: ai Funerali solenni, partecipano molti artisti, tra cui Stravinskij, Poulenc, Milhaud e personalità delle Istituzioni tra cui il Ministro dell’Educazione Jean Zay.
Ravel viene sepolto accanto ai suoi genitori, in una tomba di granito, nel Cimitero di Levallois-Perret, a Nord-Ovest di Parigi.
Essendo ateo, non si tengono cerimonie religiose.

 

Incisioni:  

< Le interpretazioni di Ravel di alcune sue opere per pianoforte furono immortalate su un piano roll tra il 1914 e il 1928, anche se alcuni rulli che si suppone suonati da lui possano essere stati realizzati sotto la sua supervisione da Robert Casadesus, un pianista migliore >.

 

Onorificenze ed eredità:

< Ravel declinò non solo la “Legione d’Onore”, ma tutte le onorificenze di stato dalla Francia, rifiutando di permettere che il suo nome procedesse per l’elezione all’Institut de France.
Accettò premi stranieri, tra cui l’adesione onoraria alla “Royal Philharmonic Society” nel 1921, l’ “Ordine di Leopoldo” belga nel 1926 e un “Dottorato Onorario” presso l’Università di Oxford nel 1928.
< Dopo la morte di Ravel, suo fratello e legatario, Edouard, trasformò la casa del compositore a Montfort-l’Amaury in un Museo, lasciandola sostanzialmente come la conosceva Ravel. Dal 2018 la Maison-Musée de Maurice Ravel rimane aperta per le visite guidate.
< Negli ultimi anni, Edouard Ravel dichiarò la sua intenzione di lasciare la maggior parte del patrimonio del compositore alla città di Parigi per l’assegnazione di un “Premio Nobel per la Musica” ma, evidentemente, cambiò idea.
Dopo la sua morte nel 1960, la tenuta passò attraverso diverse mani.
Nonostante le consistenti royalties pagate per l’esecuzione della musica di Ravel, nel 2000 la rivista “Le Point” riferì che non era chiaro chi fossero i beneficiari.
Il quotidiano britannico “The Guardian” riferì nel 2001 che non erano stati raccolti soldi per i diritti d’autore per la manutenzione del “Museo Ravel” di Montfort-l’Amaury, che era in cattivo stato di conservazione.

Battuto al computer da Lauretta

 

 

Maurice Ravel nel 1925:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Maurice_Ravel_1925.jpg

File:Maurice Ravel 1925.jpg

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FILARMONICA DE “LA SCALA” diretta da Riccardo Muti esegue “BOLéRO” di MAURICE RAVEL:

 

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