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TURISTICAMENTE, LA REALTA’ NELLA POESIA: nell’Italia di altri tempi, nella Libia di Gheddafi, nella Tunisia di Bourghiba, nel Marocco di Re Hassan II, nella Russia di Eltsin, nella Grecia dopo i Colonnelli, …

 

GRECIA E CORFU’ “POST COLONNELLI”
(Agosto 1981)

Viaggio e soggiorno organizzati dalla Valtur, Tour Operator convenzionato
con il mio datore di lavoro/C.R.A. – Quale “Deus ex machina”, ho prenotato.

Il volo Milano-Atene è abbastanza tranquillo fino a quando ci troviamo
sopra la Grecia: il vento della zona sbatte contro l’aereo e sembra che stiamo

rollando. La temperatura è di 37 grandi. In aereo, conosciamo un signore italiano
che simpatizza e ci invita, per la stessa sera, come rappresentanti dell’ospite nostrano

nella Chiesa dove si sposerà. Atterrati ad Atene, la temperatura risulta riscaldata.
Lasciato l’aeroporto, che ci porterà all’albergo, saliamo sul pullman con aria condizionata.

Hotel “Alexandra Divani Zafolia”: la camera è sull’interno, di fronte ad un ostello.
Dopo cena, i turisti sono portati allo spettacolo di Dora Stratos con balletti e Sirtaki. Bello!

Al termine, non troviamo la nostra accompagnatrice, Sofia: non la vediamo
All’autista del pullman, chiedo, in lingua francese, se ci porta all’albergo dove alloggiamo.

Mattina seguente: ci portano in una piazza centrale, dopodiché, io e mio marito optiamo
per prendere un taxi che ci porti a fare un giro per la città di Atene. Passiamo

davanti all’ex palazzo reale e andiamo in banca per il cambio valuta.
Il cassiere ci serve molto gentilmente, canticchia “Arrivederci, Roma” e ci saluta.

Scendiamo nel ristorante con un lieve ritardo perché, tornati in albergo, ci laviamo:
un appartenente al gruppo si arrabbia: gli rispondo, gentilmente, che noi ci riordiniamo.

Ivo e la moglie sono nostri compagni di tavolo, per cui Ivo ci difende, dicendo
che “NON SIAMO PIU’ ALL’EPOCA DEI COLONNELLI”. Ringraziamo, sorridendo.

Nel pomeriggio, Sofia, accompagna i turisti all’Eretteo e al Partenon:
davanti a tali costruzioni, sta un ampio teatro greco, il “Teseion”.

Sofia accompagna alla Tomba di Socrate, su una collinetta, la cui strada è un’estensione
della via centrale di Atene che divide la città in due parti. Una interessante costruzione

è il Museo Centrale di Atene: non si può fotografare, ma si riesce con qualche scatto:
statue bellissime e vere opere d’arte che mio marito immortala: ecco fatto.

“Alexander Divani Zafolia” non è molto lontano dal Colle del Licabetto.
Beviamo un whisky presso la piscina situata all’ultimo piano: c’è un bel baretto.

La mattina dopo, ci portano a visitare il Pireo, dove pranziamo
vicino al Porto. Pomeriggio: al Capo Sounion. Sulla strada, vediamo

le bancarelle: sono degli ambulanti e vendono carne e alimentari del luogo;
qui, con l’imbarazzo della scelta, la gente dà libero sfogo.

Il ritorno è nel tardo pomeriggio e vediamo le strade molto illuminate.
A cena, esprimiamo l’argomento senza fatica, con le parole adeguate.

Mattino del giorno seguente: c’è “libertà”; senza ansia di correre, lo passiamo.
Io e mio marito approfittiamo per ricordare tanti particolari di viaggio: ne parliamo.

Pomeriggio, per il volo Atene/Corfù, all’ “Athens International”: ci facciamo portare.
A Kerkyra, l’aeroporto è piccolissimo: quando parte, l’aereo deve addirittura aspettare

il “via libera” del semaforo. L’aereo si muove piano e l’ala esterna invade lo spazio
della strada. Bravissimi i piloti che compiono tali manovre, ma io Dio ringrazio.

A Kerkyra, di sera, agitazione in alto delle mani e coretto vocale: buona accoglienza.
Dal giorno dopo, conosciamo il villaggio: verde e fiori. Bellissima residenza.

La nostra stanza: sul lato collina, ha 4 metri per 7, un bagno con doppio lavandino.
Vivacità e ogni ben di Dio, nella colazione del mattino.

Piscina interna all’albergo-blocco centrale, piscina esterna e riproduzioni
delle varie statue, e bassorilievi, fra cui quello della famosa Iglisso’. Creazioni

davvero artistiche, gli originali. Si scende attraverso un sentiero che ci porta
alla spiaggia: ombrelloni di paglia, kayak. bagnini: gente esperta, accorta.

Passatempi: i diurni sono molti, fra cui la votazione-preferenza di una canzone.
Serali: una musica è stata ripresa da Pippo Franco, in una sua rappresentazione.

Non partecipiamo alla gita per la città di Achilleion e dintorni:
dopotutto, stiamo trascorrendo solamente dieci giorni.

 

E’ arrivato il giorno della partenza: i “ragazzi” salgono sul pullman; ci abbracciamo.
Un bel periodo che, con molto piacere e una punta di nostalgia ricordiamo.

Laura

 

 

 

GREECE AND CORFU “POST COLONELS”
(August 1981)

Trip and stay organized by Valtur, a partner Tour Operator
with my employer/C.R.A. – Which “Deus ex machina”, I booked.

The Milan-Athens flight is quite uneventful until we are
over Greece: the wind from the area beats against the plane and it seems that we are

rolling. The temperature is 37 great. On the plane, we meet an Italian gentleman
who sympathizes and invites us, for the same evening, as representatives of the local guest

in the Church where he will marry. Landed in Athens, the temperature is heated.
Leaving the airport, which will take us to the hotel, we board the air-conditioned coach.

Hotel “Alexandra Divani Zafolia”: the room is on the inside, in front of a hostel.
After dinner, tourists are taken to the Dora Stratos show with ballet and Sirtaki. Handsome!

At the end, we don’t find our escort, Sofia: we don’t see her
I ask the bus driver, in French, if he will take us to the hotel where we are staying.

Next morning: they take us to a central square, after which my husband and I opt
to take a taxi to take us on a tour of the city of Athens. We pass

in front of the former royal palace and we go to the bank for the currency exchange.
The cashier serves us very kindly, hums “Arrivederci, Roma” and greets us.

We go down to the restaurant with a slight delay because, back at the hotel, we wash:
a member of the group gets angry: I kindly reply that we will tidy up.

Ivo and his wife are our table mates, so Ivo defends us, saying
that “WE ARE NO LONGER AT THE TIME OF THE COLONELS”. We thank, smiling.

In the afternoon, Sofia takes tourists to the Erechtheion and the Parthenon:
in front of these buildings, there is a large Greek theater, the “Teseion”.

Sofia accompanies the Tomb of Socrates, on a hillock, whose road is an extension
of the central street of Athens which divides the city into two parts. An interesting construction

it’s the Central Museum of Athens: you can’t take a photograph, but you can take a few shots:
beautiful statues and true works of art that my husband captures: that’s it.

“Alexander Divani Zafolia” is not very far from Colle del Lycabetto.
We drink a whiskey by the swimming pool located on the top floor: there is a nice little bar.

The next morning, they take us to visit Piraeus, where we have lunch
near the port. Afternoon: to Cape Sounion. On the way, let’s see

the stalls: they are street vendors and sell local meat and food;
here, spoiled for choice, people give free rein.

The return is in the late afternoon and we see the brightly lit streets.
At dinner, we express the argument effortlessly, with the right words.

Morning of the following day: there is “freedom”; without anxiety to run, we pass it.
My husband and I take the opportunity to remember many travel details: we talk about them.

Afternoon, for the Athens/Corfu flight, to the “Athens International”: we get carried away.
In Kerkyra, the airport is very small: when it leaves, the plane even has to wait

the “green light” of the traffic light. The plane moves slowly and the outer wing invades the space
of the road. The pilots who perform these maneuvers are very good, but I thank God.

In Kerkyra, in the evening, waving of the hands and corrected vocals: good reception.
From the next day, we know the village: greenery and flowers. Beautiful residence.

Our room: on the hill side, it is 4 by 7 meters, a bathroom with double sinks.
Liveliness and every good thing in the morning breakfast.

Indoor swimming pool at the central block hotel, outdoor swimming pool and reproductions
of the various statues, and bas-reliefs, including that of the famous Iglisso’. Creations

really artistic, the originals. We descend through a path that leads us
to the beach: straw umbrellas, kayaks, lifeguards: expert, shrewd people.

Hobbies: there are many daytime pastimes, including the preference vote for a song.
Evenings: a piece of music was taken up by Pippo Franco, in one of his performances.

We do not participate in the trip to the city of Achilleion and its surroundings:
after all, we are only spending ten days.

The day of departure has arrived: “girls and boys” get on the bus; we hug.
A beautiful period that we remember with great pleasure and a nostalgic touch.

Laura

TURISTICAMENTE, LA REALTA’ NELLA POESIA: nell’Italia di altri tempi, nella Libia di Gheddafi, nella Tunisia di Bourghiba, nel Marocco di Re Hassan II, nella Russia di Eltsin, nella Grecia dopo i Colonnelli, …

ARNOLD SCHÖNBERG

Arnold Franz Walther Schönberg nasce a Vienna, il 13 settembre 1874 da famiglia colta ebraica da cui riceve le prime nozioni musicali.
Samuel, il padre, ha un piccolo negozio di scarpe, per cui – nel settore “Lettere” – Arnold viene educato dal modesto insegnante di francese che è conosciuto a Vienna, in particolare, come poeta dilettante.
Ottilie ed Heinrich, i suoi due fratelli, ben presto, provano a cimentarsi con la Musica ed MA PARTE MIO COMMENTO: Heinrich diventerà un famoso basso, interpretando anche alcuni lavori del fratello.

Per mezzo di un compagno di scuola, quando ha otto anni, Schönberg scopre il violino: inizia a studiarlo entusiasticamente e le uniche musiche su cui studia sono piccoli studi per uno o due violini di Pleyel e di Viotti che, in pochi anni, è in grado di suonare, mentre inizia a cimentarsi nella composizione di piccoli pezzetti per duo.
Conosciuto un altro compagno di scuola che suona la viola, si spinge oltre, nella composizione, e scrive dei piccoli trii per due violini e viola.

1889: Schönberg ha 15 anni e, a causa di un tracollo economico familiare, è costretto a lasciare la scuola.
Infatti, essendo morto il padre, per sopravvivere, lavora da commesso in una piccola banca privata viennese ma, cinque anni dopo, lascia l’impiego (consigliato dall’amico pianista Joseph Labor) e si trasferisce per un breve lasso di tempo a Berlino, dove ha modo di sviluppare le proprie possibilità creative presso alcuni locali pubblici del tempo conosciuti (il cabaret dello “Überbrettl” è il suo primo “trampolino di lancio”), sostenuto da intellettuali berlinesi di tendenze rivoluzionarie.
Tale compositore austriaco naturalizzato statunitense che, nel XX secolo è uno tra i primi a scrivere musica al di fuori dalle regole del sistema tonale, con Josef Matthias Hauer, teorizza il Metodo Dodecafonico, metodo basato su una sequenza (detta serie = musica seriale) e comprendente tutti i dodici suoni della scala musicale cromatica temperata.

1903: a Vienna, comincia ad insegnare (e insegnerà per tutta la vita) armonia e contrappunto: fra i suoi allievi, presenziano Anton Webern, Alban Berg e John Cage ed è buon amico del compositore e direttore d’orchestra Alexander von Zemlinsky (considerato l’erede direttoriale di Gustav Mahler).

Si trasferirà in Francia dove, nel 1912, compone il “Pierrot Lunaire”, un ciclo musicale basato su 21 poesie ispirate alla celebre maschera francese e in cui il compositore inserisce un tipo di canto già parzialmente introdotto nei precedenti “Gurrelieder” e “La Mano felice”: si tratta dello “Sprechgesang”, il canto parlato dove l’esecutore non intona le parole, ma le declama con un vago accento musicale.

Schönberg si diletta anche nella Pittura; in questi anni, viene in contatto con Vasilij Kandinskij ed espone anche con il gruppo “Der Blaue Reiter”.

Verso il 1920, compone iniziando ad usare il metodo della Dodecafonia.

Nel 1933, a causa delle persecuzioni antisemitiche naziste, è costretto, a trasferirsi negli Stati Uniti d’America, prima a Boston e poi a Los Angeles: in quest’ultima città, muore a Los Angeles il 13 luglio 1951.

 

Dodecafonia:

Schönberg definisce la Dodecafonia il “metodo di composizione con dodici note poste in relazione soltanto l’una con l’altra” e prevede che tutti i dodici suoni della scala cromatica appaiano lo stesso numero di volte nell’esposizione, affinché nessun suono prevalga sugli altri; le composizioni non sono pertanto basate sul rapporto tonica-dominante e non presentano più la struttura gerarchica tipica del sistema tonale.

 

Secondo Schönberg, i principi fondamentali del metodo dodecafonico sono:

. Uso del “totale cromatico”, per cui la scala diatonica è sostituita da quella cromatica: quindi è previsto l’uso di tutti i dodici suoni disponibili nella divisione dell’ottava secondo il temperamento equabile.

. Onde evitare la prevalenza di un suono sugli altri, bisogna che nessuno di essi si ripeta prima che tutti gli altri siano comparsi.
All’inizio viene quindi stabilita una serie, per fissare l’ordine in cui le note devono succedersi in una determinata composizione.

. Per evitare un’eccessiva uniformità, si può ricorrere ad alcuni artifici, come l’utilizzo della versione retrogradata della serie originale, o l’inversione di questa (con tutti gli intervalli disposti per moto contrario), o ancora l’inversione della versione retrogradata.
Si ottengono così quattro ordini principali della serie; in più, è possibile trasporre la serie originale e le sue tre “versioni” su tutti i restanti 11 gradi della scala cromatica.

. La successione degli accordi costruiti sui gradi IV, V e I di una scala maggiore o minore (formula cadenzale) fornisce all’ascoltatore il senso della tonalità di un brano.
Sostituendo l’accordo di tonica con un altro grado della scala (oppure con un accordo di un’altra tonalità), si ottiene una cadenza evitata.

. Modulazioni e cadenze evitate sempre più frequenti e ardite hanno portato storicamente a un affievolimento del senso tonale. Anche perché, se in un brano di cinque minuti la ripetizione del tema iniziale, nella stessa tonalità, può essere percepita come un “ritorno all’origine”, in uno molto più lungo difficilmente produce il medesimo effetto.
Il massimo sviluppo del sistema tonale (fine del XIX secolo) ha coinciso con l’inizio della sua crisi.

. Si consideri che i termini < atonale > e < dodecafonico > non sono sinonimi: il primo indica qualunque musica priva di riferimenti tonali, mentre il secondo si riferisce al metodo sopra descritto.
Diversi compositori nel corso del Novecento hanno adottato il metodo dodecafonico.

Il sipario tagliafuoco del Teatro dell’Opera “Carlo Felice” di Genova è un omaggio al compositore viennese: intitolato “Viva Schönberg” viene realizzato dallo scultore Nerone Ceccarelli in occasione della ricostruzione dell’edificio ad opera degli architetti Aldo Rossi, Ignazio Gardella e Angelo Sibilla.

Sembra che Giacomo Puccini sia uno dei musicisti che si sono ispirati al Metodo Dodecafonico per la composizione della sua ultima e postuma opera: “Turandot”.

Battuto al computer da Lauretta

 

 

Arnold Schönberg a Los Angeles nel 1948:

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Arnold_Schoenberg_la_1948.jpg

 

File:Arnold Schoenberg la 1948.jpg

 

APPELLO: CLAUDIO DEL MONACO, IL SECONDO FIGLIO DI MARIO DEL MONACO STAVA PER MORIRE –> NOTICE: CLAUDIO DEL MONACO, THE SECOND SON OF MARIO DEL MONACO WAS ABOUT TO DIE

S E G N A L O  che la settimana passata, Claudio Del Monaco (il secondo figlio del tenore Mario Del Monaco) è stato ricoverato d’urgenza all’Ospedale di Treviso, dove i Medici disperavano di poterlo salvare.

Il giorno dopo, grazie ai bravissimi Medici, Claudio ha cominciato a riprendersi e, dopo alcuni giorni, è stato trasferito all’Ospedale di Conegliano Veneto, nel Reparto “RIANIMAZIONE”.

Vorrei comunicare che lui e la moglie, da qualche anno, hanno problemi economici (a causa di circolazione del Covid e conseguente mancanza di lavoro): E’ URGENTE aiutarli dal momento che SI TROVANO IN GRAVISSIME DIFFICOLTA’.

Sono una persona anziana, ma li ho aiutati più che ho potuto e NON MI SENTO DI ESSERE COMPLICE DELLA LORO SITUAZIONE DISASTROSA in quanto SONO DUE ESSERI UMANI,
per cui       C H I E D O    A I   L E T T O R I   
DI CONTATTARE LA MOGLIE DANIELA  all’indirizzo e-mail     [email protected]  .
La Signora Daniela spiegherà come fare.

UN RINGRAZIAMENTO A TUTTI.

Laura Rocatello

JOHANN SEBASTIAN BACH

Johann Sebstian Bach nasce ad Eisenach il 31 marzo 1685 e muore a Lipsia il 28 luglio 1750.

E’ un compositore e musicista tedesco del periodo Barocco (dal nome spagnolo “Barueco”) e, nella storia musicale, è ritenuto uno dei più grandi geni: infatti, è stato detto “le sue opere sono notevoli per profondità intellettuale, padronanza dei mezzi tecnici ed espressivi e per bellezza artistica”.
La sua fama è legata al vasto e magnifico sapere fare uso del contrappunto e alla strutturazione armonica e tematica delle sue opere, oltre all’inserimento di temi e motivi sacri (specialmente dalla musica sacra del culto luterano) e profani.
Ha la capacità di padroneggiare i diversi stili nazionali (principalmente lo stile tedesco, quello italiano e quello francese, che approfondisce).
E’ ritenuto uno dei massimi Maestri di forme musicali come il canone, la cantata e la fuga ed è noto come organista, polistrumentista (suona strumenti a tastiera e ad arco), musicista, insegnante di musica.
Dal 1723 fino alla morte, è il 17° Thomaskantor di Lipsia.

Compositore fortemente produttivo di musica sacra, didattica, assoluta, profana e secolare, raccoglie le sue opere nell’Indice “Bach-Werke-Verzeichnis o BWV”: tale Indice supera il migliaio di titoli sia di musica strumentale, sia di musica vocale e, fra le sue composizioni, troviamo la Passione secondo Matteo, la Passione secondo Giovanni, i Concerti Brandemburghei, il celeberrimo BWV 1068, …
E’ considerato da Mozart, Beethoven e Mendelssohn (che riproporrà l’elevata particolarità compositiva di Bach) e non è da dimenticare che una sua composizione molto bella è la famosa “Ave Maria”, ripresa poi dal francese Charles Gounod.

Johann Sebastian Bach: Musicista di Corte, discende da una famiglia di musicisti da ben sette generazioni.
Fra il primo e il secondo matrimonio, nascono 20 figli, di cui parecchi muoiono appena nati e una bambina, invece, decede a 5 anni.

A lui sono dedicati l’asteroide “1814 Bach”, il cratere “Bach” e la maglia “Bach” sulla superficie di Mercurio.

Battuto al computer da Lauretta

AVVISO: SBLOCCO DEI COMMENTI E RIPRISTINO presso https://laurarocatello.altervista.org

1 July 2022

Dear all!
I am pleased to be able to contact you again!

I think the comment service has just been restored after unlocking.
IF you wish to comment, you can resume doing it.
I’m sorry because three and a half years have gone by without you being able to comment.

Thanks and a big hello.

Laura

Traduzione In lingua italiana:

1 luglio 2022

Gentilissimi tutti!
Sono lieta di potere ricontattarvi!

Io penso che il servizio commenti sia appena stato ripristinato dopo lo sblocco.
SE desiderate commentare, potete riprendere a farlo.
Mi dispiace perché sono trascorsi tre anni e mezzo senza che voi poteste commentare.

Un ringraziamento e un grande saluto.

Laura

AUTOESENZIONE

AVVISO  CHE, CON MIA e-mail dello scorso 26 maggio, HO A V V E R T I T O CLAUDIO DEL MONACO che

MI AUTOESENTO DAI COMPITI DA LUI AFFIDATIMI IL 16 SETTEMBRE 2019 (e che figurano nei miei blogs),

GRAZIE, CLAUDIO – UGUALMENTE – PER LA FIDUCIA ACCORDATAMI TRE ANNI FA.

Laura Rocatello

.
.

< 16 settembre 2019

< Cara Laura Rocatello,

< Quale persona che possiede un’etica professionale ed onesta, ti autorizzo a pubblicare prodotti internet ed articoli sul tenore Mario del Monaco, sul soprano Daniela d’Arminio e su me Claudio del Monaco.

< Ti ringrazio.

< In fede
Claudio del Monaco

AUGURI DI BUONA PASQUA!

Apri foto

MARILENA GUADAGNO: MOSTRA PERSONALE 7-21 aprile 2022

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Mimmo Lucano: “Magistrato e politico di razza dietro la mia condanna”

Mimmo Lucano: “Magistrato e politico di razza dietro la mia condanna”

Mimmo Lucano non si arrende: “Per ora hanno vinto loro, ma siamo solo al primo grado. Ci sarà l’appello”

13 anni e 2 mesi di carcere, una condanna pesantissima per l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano che, in un’intervista al Corriere della Sera, ha commentato in modo dettagliato l’evoluzione del processo ‘Xenia’, puntando il dito contro “un magistrato molto importante” e “un politico di razza” che “hanno dall’inizio cercato di offuscare la mia immagine, il mio impegno verso gli immigrati, i più deboli”.

Lucano non fa i nomi perché sostiene che “adesso è ancora presto”. “Più avanti – aggiunge -. Voglio prima leggere le motivazioni della sentenza. Mi aspettavo un’assoluzione piena. Io non mi sono mai lasciato intimidire da nessuno. Per ora hanno vinto loro, ma siamo solo al primo grado. Ci sarà l’appello“.

Secondo Lucano, le trame oscure di cui parla e di cui si sente vittima avrebbero iniziato ad essere tessute quando ha acquisito popolarità. “Li ha infastiditi – afferma -. Hanno voluto (e vogliono) che si parlasse solo di loro, delle loro attività, dei loro libri, delle loro inchieste. Io non ho avuto la notorietà perché me la sono cercata. Il mio impegno, il mio modo di aiutare il prossimo, sono stati gli argomenti che mi hanno reso popolare”.

E ancora: “A loro dava fastidio che i media, la politica, s’interessassero di quello che io facevo. Invidia pura. Diventata probabilmente anche rabbia quando la rivista Fortune mi ha assegnato quel riconoscimento e, soprattutto, quando la Rai ha voluto realizzare la fiction su Riace con Beppe Fiorello protagonista. Lì è scattato qualcosa che è alla base delle mie sventure giudiziarie”.

Parole forti a cui Lucano dà ulteriori sfumature: “Dico solo che il giudice delle indagini preliminari aveva bollato questa inchiesta come un “acritico recepimento delle prove”, non “integranti alcuno degli illeciti penali contestati in alcuni capi d’imputazione”. La Cassazione ha rinviato gli atti al Tribunale della Libertà, annullando il mio esilio. Eppure, oggi subisco questa sentenza senza precedenti”.

SONDAGGIO: Mimmo Lucano condannato a 13 anni, cosa ne pensi?

AIUTIAMO ORISTANO!

Come aiutare Oristano: le raccolte fondi attive e come donare
Dopo i devastanti roghi che hanno raso al suolo migliaia di ettari di territorio nell’oristanese è subito partita la corsa alla solidarietà e si sono moltiplicate le raccolte di fondi e di beni di prima necessità per aiutare la popolazione colpita a rialzarsi. Vediamo come donare e come partecipare ad alcune raccolte.

Una delle prime raccolte di fondi a sostegno delle popolazioni colpite dall’incendio è quella messa in piedi dai geometri di Oristano che hanno voluto partecipare “a nome di tutta la categoria dei geometri”, come ha voluto precisare il presidente del Collegio Geometri e Geometri Laureati della provincia di Oristano, Fulvio Deriu. Attraverso i fondi raccolti si potranno “aiutare direttamente le persone bisognose, mediante l’acquisto di beni di prima necessità, tubature idriche, materiali da costruzione, foraggio per gli animali, piante e qualsivoglia altro bene necessario, compatibilmente con le risorse donate da ognuno di voi e, comunque, fino a esaurimento fondi”. Per partecipare alla raccolta fondi sarà sufficiente un bonifico:

Conto corrente bancario: Intesa San Paolo
Intestato: al Collegio dei Geometri della Provincia di Oristano.
IBAN: IT10L0306909606100000140245
Causale di versamento: Contributo Emergenza Incendi Provincia di Oristano

AUGURI PER UN SERENO ANNO NUOVO!

Auguri di Buone Feste Natalizie | Rapallo Today

A causa di problemi informatici, solamente ora posso lasciare I MIEI PIU’ GRANDI AUGURI AFFINCHE’ IL 2021 PORTI EQUILIBRIO E SERENITA’ IN TUTTO IL MONDO.

https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fimages.app.goo.gl%2FPe4CGqp1gYw3N87d6%3Ffbclid%3DIwAR1usKvIYytZbPPjV4gNxMLU4FsSdIcfKxnl5DV6OEo-pGiufa1P4w9HPYg&h=AT2aZumSVfBKnqBHb8d1yokDsFJP1rno0f3smxp9T4f1t9AB7P5EGUeWrNsZq5ZYXCv_5c5EnbLn1e1oVK7MCFFkrDlDRqjd8eskdSwDSy1s6rcWkKC8Gvl6KFqIONwt&__tn__=H-R&c[0]=AT0OV0dyymzxdvmNqOF_5pb_IbRiBEOTPlQ8RYpBPARCK86mORia8PTjWiFOkycZI-IolIIlrZZbyBGqDwsmaOn6V12iDNYYdKRVI9ykJRWwtJpOwGBBUPbBqncVMW9lvdWZZv87cwjS4I_8e2m5gvg-pkk

VIDEO RELATIVO AL CONCERTONE TENUTO L’11 gennaio 2020 a SANTA LUCIA DI PIAVE 

VIDEO RELATIVO AL CONCERTONE TENUTO L’11 gennaio 2020 a SANTA LUCIA DI PIAVE 
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Il tenore ENRICO PERTILE esegue la famosa “AVE MARIA” di Bach/Gounod

 

https://www.facebook.com/pertile.enrico/videos/10222877533994829/

FELICE PASQUA A TUTTI!

Auguri di Buona Pasqua a tutti i nostri ascoltatori e lettori [VIDEO]

SEGNALAZIONE IMPORTANTE PER CHI DESIDERA COMMENTARE

Essendomi stato SEGNALATO che, chi desidera commentare riceve la risposta “NON SI ACCETTANO COMMENTI”, RENDO NOTO che NON SONO IO CHE SCRIVO TALE RISPOSTA ma, probabilmente, E’ UN MECCANISMO AUTOMATICO  DA PARTE DEL PRESENTE BLOG (NON SO A CHE COSA SIA DOVUTO). 

PROVERO’ – ENNESIMAMENTE – A CONTATTARE L’ASSISTENZA. 

PREGO TUTTI DI SCUSARE L’INCONVENIENTE. 
RINGRAZIO. 

Laura Rocatello 

11 gennaio 2020: “SERATA IN OMAGGIO DI MARIO DEL MONACO E DI ETTORE BASTIANINI” tenuta nella Sala Comunale “FILANDA”, in SANTA LUCIA DI PIAVE 

 

Si tratta di una sala capiente contenente 600 POSTI A SEDERE, con un’ACUSTICA PERFETTA e dove I GIORNALISTI DELLA STAMPA DEL TRIVENETO SONO FELICISSIMI DI PRESENZIARE per raccontare questo EVENTO INTERNAZIONALE con CANTANTI DI UNA CERTA BRAVURA.
L’ORCHESTRA “FILARMONIA VENETA” è diretta dal bravissimo Maestro MANLIO BENZI.

– Sono felicissima di trovarmi qui, questa sera, dove lo spettacolo inizia facendo ascoltare “IL CANTO DEGLI ITALIANI/FRATELLI D’ITALIA” di Mameli-Novaro cantato da MARIO DEL MONACO, sotto la Direzione di FRANCO FERRARA, in una REGISTRAZIONE STORICA presso il Palazzo del QUIRINALE, nell’anno 1961: mi commuovo e  tutti noi del pubblico ci alziamo in piedi in segno di OMAGGIO e RISPETTO VERSO LA NOSTRA NAZIONE ITALIANA.
https://youtu.be/tuMeL_zyL_0

– Due artisti di notevole talento di cui ho già avuto modo di apprezzare: l’arpista CLAUDIA CIULLO e il Maestro al pianoforte MICHELE BOLLA de “La Scala”.
Due persone veramente “IN GAMBA”.

– All’inizio, udiamo il preludio da “Macbeth” di Verdi e, fra la prima e la seconda parte dello spettacolo, ci deliziamo ascoltando l’Intermezzo da “Cavalleria Rusticana” di Mascagni. 

– Due tenori: GIANNI MONGIARDINO e ALESSANDRO MOCCIA si esibiscono in brani del repertorio lirico spinto di Mario Del Monaco come “Il Trovatore”, “André Chénier”, “Tosca”, “I Pagliacci”.

– Il soprano lirico-spinto DANIELA D’ARMINIO è Ortruda, in “Lohengrin”: Ortruda è un personaggio corrotto che trama per riscattare l’onore di Telramondo, suo marito, idem persona immonda.
Ebbene, Ortruda è un personaggio validissimo sotto l’aspetto psicologico e musicale dal momento che è un tassello importante, nell’opera, perché LEI è il Deus ex machina che conduce la vicenda, LEI è “la vera protagonista”, nel secondo atto: Daniela D’Arminio “SA comandare” la tendenza della sua voce e le conferisce il giusto stile creato da Wagner attraverso l’aria estremamente difficile e complessa fin da subito per mezzo degli acuti iniziali.
Amando le cose difficili, si amano il personaggio di Ortruda e la purissima voce possente di Daniela d’Arminio.

– Il mezzosoprano FRANCESCA SASSU interpreta il brano dell’umano e dolcissimo ringraziamento della Cieca, in “La Gioconda” di Ponchielli, “A te, questo rosario”: si tratta di una povera donna che è stata difesa da Laura, moglie di Alvise Badoero e innamorata di Enzo Grimaldo (Principe di Santafior).

– Prima del GRANDE FINALE, il baritono FRANCO GIOVINE, quale ospite d’onore, esegue con grande successo l’aria-preghiera di Nabucco dal IV atto: ” Dio di Giuda! L’ara e il tempio a te sacri, a te sacri  sorgeranno…  ”

Il GRANDE FINALE viene eseguito da tutti i cantanti intervenuti: “NESSUN DORMA”, da “Turandot” di Giacomo Puccini.
Si manifesta una STANDING OVATION di ben 600 PERSONE che gridano “BIS!”.
Il “BIS!” viene eseguito e viene richiesto un altro “BIS!” (ossia, un “TRIS!”): a questo punto, si  manifesta un altro STANDING OVATION.
(Da ricordare: 600 persone …).

– Dopo tale ” TRASMISSIONE DI ELETTRICITA’ “, il rappresentante dell’Associazione “ETTORE BASTIANINI”  consegna al baritono FRANCO GIOVINE e a CLAUDIO DEL MONACO il RICONOSCIMENTO da parte di tale Associazione.
Claudio Del Monaco, con l’occasione, cita il suo legame con Bastianini che, per lo stesso Claudio, era come un secondo padre.

CONCLUSIONE:
Dopo “la pioggia” di complimenti a questo CONCERTO “STRATOSFERICO”, il Sindaco della Città di Santa Lucia di Piave dichiara pubblicamente che “EVENTI COME QUELLO DI QUESTA SERATA SARANNO RIPROPOSTI (da notare che si tratta di Cultura, Musica, Turismo).
Infatti, sono arrivati parecchi pullman da Venezia, da Cagli (Marche), da Siena (Toscana) e da Berlino (Germania).

DA NON DIMENTICARE IL MERITO SPETTANTE AL “TECNICO” DELLE LUCI: CLAUDIO DEL MONACO che – essendo anche REGISTA di opere liriche – regola la giusta dose di colori sul palcoscenico  (guarda caso, visibili solamente a Vienna), in modo che venga creata la giusta atmosfera magica in funzione dell’argomento che viene trattato: blu-rosso (le Streghe, il Sangue, i Fantasmi della mente di Lady Macbeth); “André Chénier”: il verde della speranza, mentre il blu rappresenta “l’azzurro spazio”. 
Nel finale, a mezzo di “Turandot”, il colore ambra trasmette il senso dell’amore e del “romantico”. – Inoltre, il GRAN FINALE – attraverso lo scoppio di luci bianche – simboleggia la vittoria sulla vita, sulla felicità e sulla morte. 

Laura Rocatello

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ALLUVIONE A VENEZIA

PIANGO PER LA MIA CITTA’ D’ORIGINE, PER IL POLESINE, PER TUTTI I DISASTRI SUCCESSI, per cui SEGNALO i dati relativi al Conto Corrente (attivato da La7) sul quale si può versare qualche euro in AIUTO ALLE TANTE PERSONE CHE HANNO PERDUTO TUTTO:

UN AIUTO SUBITO PER VENEZIA 

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GRAZIE.
Laura

 

 

 

E’ MORTO FRANCO ZEFFIRELLI, GRANDE REGISTA ITALIANO

Il genio del teatro italiano è morto nella sua casa a Roma, aveva 96 anni.

È morto Franco Zeffirelli, regista, attore e sceneggiatore italiano.
Aveva 96 anni, la scomparsa è avvenuta alla fine di una lunga malattia.
Lo riporta “Il Messaggero”. Ne ha dato l’annuncio la Fondazione Franco Zeffirelli: “Il regista si è spento serenamente pochi minuti fa”.
Decisa già l’ultima dimora del Maestro: “Riposerà nel cimitero delle Porte Sante di Firenze”.

Il sindaco della città, Dario Nardella, saluta così il regista fiorentino: “Addio caro Maestro, Firenze non ti dimenticherà mai.
E’ stato un onore averti conosciuto e aver condiviso con te il sogno del tuo Centro internazionale per le Arti dello Spettacolo a San Firenze”.
Uomo di grande cultura, Zeffirelli è morto nella sua casa sull’Appia Antica, a Roma.
Insieme a lui erano presenti i figli adottivi Pippo e Luciano, un medico e il parroco della chiesa di San Tarcisio che ha benedetto la salma. “Si è spento serenamente dopo una lunga malattia, peggiorata negli ultimi mesi”, raccontano i famigliari.
La cerimonia della camera ardente avrà luogo lunedì in Campidoglio, hanno annunciato i figli.
Zeffirelli è nato a Firenze nel 1923.
Tra i suoi maestri anche il grande Luchino Visconti, con cui lavorò come aiuto regista per “La terra trema” e “Senso”, e Antonio Pietrangeli, con cui collaborò a “Il sole negli occhi”, film del 1953.
L’anno dopo segue la sua passione per il teatro, lavorando alla Scala come regista di La Cenerentola e L’elisir d’amore. Inclinazione che ha unito al suo amore per la città di Salerno, dove ha messo in scena “La Traviata” nel 2008.
Arrivò però alla fama come regista televisivo, il suo primo debutto fu nel 1957 con il film “Camping”. Dopo una pausa teatrale di 10 anni, tornò sul grande schermo con due opere di Shakespeare: La bisbetica domata, con Elizabeth Taylor e Richard Burton, e Romeo e Giulietta, premiato con l’Oscar dall’Academy.
Negli anni ’70 la svolta spirituale, con i film Fratello sole, Sorella Luna dedicato alla figura di San Francesco e Santa Chiara, e poi con il kolossal tv Gesù di Nazareth.
Nel frattempo, continua la sua attività teatrale a La Scala, al Met e all’Opera di Parigi. Negli anni Ottanta, Zeffirelli diresse i film, e non teatro filmato, de La Traviata e l’Otello .
Tra i riconoscimenti che ha ricevuto nella sua lunga carriera, l’ultimo è quello di “Genio ed Eccellenza italiana nel mondo”, conferitogli in Senato dalla presidente Elisabetta Alberti Casellati.
Negli ultimi anni il Maestro si era però dedicato totalmente al teatro.
L’ultimo lavoro da regista, è stata una nuova Traviata che dovrebbe aprire la stagione del Festival lirico all’Arena di Verona il 21 giugno.
Secondo quanto riporta “Repubblica”, Zeffirelli però aveva già un altro progetto in cantiere, non ancora portato a termine: un Rigoletto il cui debutto sarebbe stato fissato per il 17 settembre 2020 alla Royal Opera House di Muscat, in Oman.
VIRGILIO NOTIZIE | 15-06-2019 13:23

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